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Il Papa a Juárez, la città dei femminicidi

Ciudad Juárez si trova sulle rive del Rio Grande di fronte alla città texana di El Paso e, di fatto, le due città formano un’unica area metropolitana binazionale di circa due milioni e mezzo di persone (la più grande area metropolitana binazionale dopo quella di Tijuana-San Diego). Questa città, la quinta più grande del Messico e centro industriale con un forte sviluppo, da molti anni è al centro della stampa non solo per la drammatica questione dei migranti che dall’America Latina provano ad entrare negli USA (spesso sotto la guida di bande criminali del narcotraffico, del traffico di armi e della delinquenza comune), ma anche – e forse soprattutto- per un’ondata di femminicidi misteriosi che dal 1994 ad oggi è costata la vita a più di 500 donne. Un fenomeno identico si registra in altri luoghi dello Stato di Chihuahua, e le cifre sono sempre di molte decine.

Ciò che appare più sconvolgente in questa vicenda è la giovane età delle vittime (tutte tra i 13 ed i 27 anni) e la quasi totale indifferenza dello Stato nei confronti di quello che le associazioni di donne messicane non esitano a definire un genocidio di genere.

Da anni realtà come quella di “Justicia para nuestras hijas” si battono per cercare la verità e denunciare le autorità locali per inadeguato impegno ed attenzione nella risoluzione dei casi; spesso le stesse forze di polizia sono coinvolte con la criminalità organizzata o non indagano per casi che riguardano persone di bassa estrazione sociale, e tale è il ceto delle vittime che insanguinano Ciudad Juárez da ormai vent’anni.

La visita di Papa Francesco in quei luoghi avrà, quasi sicuramente, come scopo quello di esprimere la vicinanza della Chiesa alle famiglie delle vittime ed alle istituzioni che stanno facendo tutto il possibile per far luce su questa inquietante vicenda; ma anche per spronare le autorità a dimostrare di voler fermare questa strage di innocenti.




Redazione Papaboys (Fonte www.terredamerica.com/di Luis Badilla)

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