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Il mondo ama Carlo Acutis. Una diocesi colombiana lo nomina patrono dei giovani

Carlo Acutis nuovo patrono dei giovani di Riohacha

Anche in Colombia è forte la devozione del giovane beato Carlo Acutis

(Fonte Vatican News – Anna Poce)

COLOMBIA – In un comunicato della diocesi di Riohacha del 3 novembre -, monsignor Francisco Antonio Ceballos Escobar, ha nominato con decreto episcopale il Beato Carlo Acutis, Patrono e Modello di Santità della Gioventù di questa Chiesa particolare. L’annuncio è avvenuto il 31 ottobre, in occasione della Celebrazione virtuale della Gioventù 2020, ed è stato accolto con gioia da centinaia di giovani, riuniti per vivere questa esperienza celebrativa.

L’amore di Carlo Acutis per l’Eucaristia, la Madonna e il Rosario

Il presule, nel suo discorso, ha ricordato la figura del giovane Beato, che affermava si potesse essere al tempo stesso giovani, moderni e santi: “Carlo Acutis – ha detto – era un adolescente del nostro tempo come tanti altri, impegnato a scuola, con gli amici. Amava l’Eucaristia, la Madonna e il Rosario. Era un catechista ed è riuscito a portare le verità della fede agli altri bambini”.

Carlo Acutis diventa patrono di una diocesi colombiana
Carlo Acutis diventa patrono di una diocesi colombiana

Il vescovo di Riohacha ha spiegato come il giovane Carlo fosse un esperto di computer, al punto da essere considerato un genio dai suoi amici e dagli esperti di ingegneria informatica. “Gli interessi di Carlo spaziavano dalla programmazione informatica, al montaggio video, alla creazione di siti web, alle newsletter, che scriveva anche lui, al volontariato con i bisognosi, con i bambini e con gli anziani”, ha raccontato monsignor Ceballos Escobar. Carlo amava i mezzi tecnologici, e sapeva come essi possano trascinarci in cose che non sono di Dio, farci addormentare, pieni di cose e senza Dio. Tuttavia, “li usava per evangelizzare”, ha sottolineato.

“Cercate le vie della santità nel quotidiano!”

“Gesù Cristo è e sarà sempre la via per essere felici”, ha ricordato il vescovo ai giovani di questa Chiesa particolare e di La Guajira, invitandoli a cercare le vie della santità nella vita quotidiana, seguendo l’esempio di Carlo. “La meta dei giovani non può essere limitata, la meta va oltre i sogni terreni, la meta deve essere il cielo”, ha concluso.

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