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Il grande coraggio di Papa Francesco che ci mette la faccia: mi fa vergognare il fallimento nell’affrontare gli abusi

Papa Francesco non si tira indietro e con grande coraggio ed umiltà, alle autorità irlandesi: l’incapacità di combattere questi “crimini ripugnanti ha giustamente suscitato indignazioneˮ, “ho ribadito un maggiore impegno, per eliminare questo flagello nella Chiesa; a qualsiasi costo”

Pope Francis speaks at Dublin Castle during his visit to Dublin, Ireland, August 25, 2018. REUTERS/Stefano Rellandini

«Il fallimento dei responsabili della Chiesa nell’affrontare adeguatamente questi crimini ripugnanti ha giustamente suscitato indignazione e rimane causa di sofferenza e di vergogna per la comunità cattolica. Io stesso condivido questi sentimenti». Papa Francesco, nel suo primo discorso del suo difficile viaggio irlandese, di fronte al Taoiseach (il Primo Ministro), ai membri del governo e del corpo diplomatico, non evita di parlare dello scandalo che ancora pesa sulle spalle della Chiesa irlandese. Francesco parla nel castello di Dublino, costruito sulla sponda meridionale del Liffey, che fu il centro del potere inglese in Irlanda e venne costruito nel 1204, dal re Giovanni d’Inghilterra. La maggior parte è stata distrutta da un incendio nel 1684, e oggi è rimasta soltanto una delle quattro torri originali, la Record Tower. Il Papa è arrivato dopo aver fatto visita al Presidente della Repubblica d’Irlanda, Michael D. Higgins e aver piantato un albero nel giardino della residenza, come aveva fatto Giovanni Paolo II nel 1979. Tra le autorità presenti al Castello c’è anche una delegazione dell’Irlanda del Nord, che Francesco cita nei saluti iniziali.
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Nel suo discorso il Taoiseach Leo Varadkar fa riferimento agli abusi. «A volte in passato abbiamo fallito. Ci sono “aspetti oscuri” della storia della Chiesa cattolica, come ha recentemente affermato uno dei nostri vescovi. Pensiamo alle parole del Salmo che ci dice che “i bambini sono un’eredità del Signore” e ricordiamo il modo in cui i fallimenti della Chiesa e dello Stato e della società in generale hanno creato un’eredità amara e ferita per così tanti, lasciando un’eredità di dolore e sofferenza».

«È una storia di dolore e vergogna – ha aggiunto il Primo ministro – Al posto della carità cristiana, del perdono e della compassione, troppo spesso c’erano giudizio, severità e crudeltà, in particolare, nei confronti delle donne e dei bambini e degli emarginati. Le Case della Maddalena, le case per madri e bambini, le scuole industriali, le adozioni illegali e gli abusi clericali di bambini sono macchie sul nostro Stato, sulla nostra società e anche sulla Chiesa cattolica. Le ferite sono ancora aperte e c’è molto da fare per ottenere giustizia, verità e guarigione per le vittime e i sopravvissuti. Santo Padre, io le chiedo di usare il suo ufficio e la sua influenza per assicurare che questo sia fatto qui in Irlanda e in tutto il mondo».
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IL VIDEO DEL DISCORSO DEL SANTO PADRE
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Francesco prende la parola e affronta il tema degli abusi con riferimenti alla storia d’Irlanda e agli scandali emersi. «Sono ben consapevole – dice – che invocando premura nei riguardi dei fratelli e delle sorelle più vulnerabili – penso specialmente alle donne che nel passato hanno patito situazioni di particolare difficoltà. Considerando la realtà dei più vulnerabili, non posso che riconoscere il grave scandalo causato in Irlanda dagli abusi su minori da parte di membri della Chiesa incaricati di proteggerli ed educarli. Il fallimento delle autorità ecclesiastiche nella Chiesa, sacerdoti, vescovi, superiori religiosi e altri, nell’affrontare adeguatamente questi crimini ripugnanti ha giustamente suscitato indignazione e rimane causa di sofferenza e di vergogna per la comunità cattolica. Io stesso condivido questi sentimenti».

«Il mio predecessore, Papa Benedetto – continua Francesco -, non risparmiò parole per riconoscere la gravità della situazione e domandare che fossero prese misure “veramente evangeliche, giuste ed efficaci” in risposta a questo tradimento di fiducia. Il suo intervento franco e deciso continua a servire da incentivo agli sforzi delle autorità ecclesiali per rimediare agli errori passati e adottare norme stringenti volte ad assicurare che non accadano di nuovo. Più recentemente, in una Lettera al Popolo di Dio, ho ribadito l’impegno, anzi, un maggiore impegno, per eliminare questo flagello nella Chiesa; a qualsiasi costo, morale, e di sofferenza».

«Ogni bambino – continua Bergoglio – è infatti un dono prezioso di Dio da custodire, incoraggiare perché sviluppi i suoi doni e condurre alla maturità spirituale e alla pienezza umana. La Chiesa in Irlanda ha svolto, nel passato e nel presente, un ruolo di promozione del bene dei bambini che non può essere oscurato. È mio auspicio che la gravità degli scandali degli abusi, che hanno fatto emergere le mancanze di tanti, serva a sottolineare l’importanza della protezione di minori e adulti vulnerabili da parte dell’intera società. In questo senso, siamo tutti consapevoli dell’urgente necessità di offrire ai giovani un saggio accompagnamento e valori sani per il loro cammino di crescita».

Nella prima parte del suo discorso il Papa ha parlato dell’incontro delle famiglie, occasione anche «per testimoniare il ruolo unico svolto dalla famiglia nell’educazione dei suoi membri e nello sviluppo di un sano e fiorente tessuto sociale». Non occorre «essere profeti – spiega Francesco – per accorgersi delle difficoltà che le famiglie affrontano nella società odierna in rapida evoluzione o per preoccuparsi degli effetti che il dissesto del matrimonio e della vita familiare inevitabilmente comporteranno, ad ogni livello, per il futuro delle nostre comunità. La famiglia è il collante della società; il suo bene non può essere dato per scontato, ma va promosso e tutelato con ogni mezzo appropriato».

«È nella famiglia che ciascuno di noi ha mosso i primi passi nella vita. Lì abbiamo imparato a convivere in armonia, a controllare i nostri istinti egoistici, a riconciliare le diversità e soprattutto a discernere e ricercare quei valori che danno autentico significato e pienezza alla vita. Se parliamo del mondo intero come di un’unica famiglia, è perché giustamente riconosciamo i legami della nostra comune umanità e intuiamo la chiamata all’unità e alla solidarietà, specialmente nei riguardi dei fratelli e delle sorelle più deboli».

Ma «troppo spesso – osserva il Pontefice – ci sentiamo impotenti di fronte ai mali persistenti dell’odio razziale ed etnico, a conflitti e violenze inestricabili, al disprezzo per la dignità umana e i diritti umani fondamentali ed al crescente divario tra ricchi e poveri. Quanto bisogno abbiamo di recuperare, in ogni ambito della vita politica e sociale, il senso di essere una vera famiglia di popoli! E di non perdere mai la speranza e il coraggio di perseverare nell’imperativo morale di essere operatori di pace, riconciliatori e custodi l’uno dell’altro».

La sfida alla riconciliazione qui in Irlanda «ha una risonanza particolare, considerato il lungo conflitto che ha separato fratelli e sorelle di un’unica famiglia». Bergoglio ricorda l’Accordo del Venerdì Santo di vent’anni fa, rendendo grazie «per i due decenni di pace» che ne sono seguiti.
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Francesco ricorda quindi che «la vera pace è in definitiva dono di Dio», e osserva che «senza questo fondamento spirituale, l’ideale di una famiglia globale di nazioni rischia di diventare nient’altro che un vuoto luogo comune». E a proposito della situazione attuale del Paese si chiede: «Possiamo dire che l’obiettivo di generare prosperità economica porta da sé a un ordine sociale più giusto ed equo? Non potrebbe invece essere che la crescita di una “cultura dello scarto” materialistica, ci ha di fatto resi sempre più indifferenti ai poveri e ai membri più indifesi della famiglia umana, compresi i non nati, privati dello stesso diritto alla vita? Forse la sfida che più provoca le nostre coscienze in questi tempi è la massiccia crisi migratoria, che non è destinata a scomparire e la cui soluzione esige saggezza, ampiezza di vedute e una preoccupazione umanitaria che vada ben al di là di decisioni politiche a breve termine».
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Dopo aver ricordato i tradizionali buoni rapporti tra la Santa Sede e l’Irlanda, compromessi sono da «una sola nube passeggera» (il riferimento è allo scontro degli anni scorsi proprio a motivo dello scandalo degli abusi), il Papa ha concluso menzionando gli evangelizzatori dell’Irlanda Palladio e Patrizio, insieme ai molti santi e studiosi che divennero missionari in altre terre, come Columba, Colombano, Brigida, Gallo, Killian, Brendan. «Prego affinché l’Irlanda – ha concluso Francesco – mentre ascolta la polifonia della contemporanea discussione politico-sociale, non dimentichi le vibranti melodie del messaggio cristiano, che l’hanno sostenuta nel passato e possono continuare a farlo nel futuro».
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TUTTE LE INFORMAZIONI, GLI ARTICOLI E LE DIRETTE DEL MEETING MONDIALE DELLE FAMIGLIE E DEL VIAGGIO DI PAPA FRANCESCO IN IRLANDA

Papa Francesco in Irlanda. IL PROGRAMMA – Le dirette via Web e come seguirlo in TV – 25 Agosto 2018

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di Andrea Tornielli per Vatican Insider

 

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