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Il fenomeno di Medjugorje, dopo 37 anni, ancora non dà pace alle menti.

Il fenomeno di Medjugorje, dopo 37 anni, ancora non dà pace alle menti.

Padre Tomislav Pervan, ofm è l’autore di questo bellissimo articolo, che inquadra i fatti di Medjugorje nel contesto storico del tempo di quegli avvenimenti.

Padre Tomislav Pervan è nato l’8 novembre 1946 a Citluk. È stato ordinato sacerdote nel 1969. Nel 1976 ha conseguito un dottorato in Teologia dall’area del Nuovo Testamento. Ha E’ statao attivo nella formazione dei novizi nell’Ordine francescano dell’Erzegovina. Dal 1982 al 1988 ha lavorato come parroco a Medjugorje. Nel 1990 è stato nominato Vicario provinciale, dall’ispettore provinciale della provincia francescana dell’Erzegovina dal 1994 al 2001, dal maggio 2003 al 2013 è tornato a Medjugorje e ora dirige un monastero femminile a Miletina / Medjugorje.

Il fenomeno Medjugorje.

Sul fenomeno di Medjugorje  ancora oggi non dà pace alle menti, che provoca polemiche, che hafervidi sostenitori e altrettanto accaniti avversari. C’è chi, in virtù della propria concreta
esperienza di fede, sostiene con calore questo fenomeno, lo promuove, lo esalta, lo loda,
colmo di fervore religioso interiore.

Chi invece vi si oppone, cerca di sminuire, in tutti i modi e con tutti gli strumenti a sua disposizione, tutto ciò che è collegato al nome e al concetto stesso di “Medjugorje”

Medjugorje

Per questo è molto importante avvicinarsi al fenomeno partendo dai suoi stessi inizi – dai primissimi e decisivi giorni – avendo presente il contesto storico, ecclesiale e religioso in cui esso si è manifestato, prendendo sul serio tutti i fattori che possono avere avuto una qualsiasi influenza sul contesto di quegli avvenimenti o che possano essere esternamente o internamente collegati al fenomeno stesso.

 

Il contesto storico, ecclesiale e teologico degli avvenimenti di Medjugorje

Ho seguito da vicino il fenomeno sin dai suoi inizi. Inizialmente perplesso, ben presto mi convinsi interiormente del fatto che i ragazzi di Bijakovici non mentivano, che effettivamente erano colpiti da qualcosa di molto forte che li aveva strappati dalla loro quotidianità, e li aveva resi fermi in ciò che credevano e pronti a morire per le proprie convinzioni.

Tuttavia, cerchiamo di analizzare e osservare tutti i fattori che possono essere stati causa e motivo dell’intervento celeste, di ciò che è successo sul Podbrdo, la Collina delle Apparizioni, nel giugno del 1981.

 

Dal punto di vista storico, il 1981 fu un anno pieno di avvenimenti e di tensioni politiche e sociali.

A livello globale, in Iran, dopo la deposizione dello Scià Reza Pahlavi, da ormai due anni era in corso la rivoluzione islamica. I fautori di questa rivoluzione erano pieni di odio per l’Occidente, soprattutto verso gli americani.

Ai rivoluzionari dava maggior fastidio il capitalismo permissivo e corrotto, che distruggeva la famiglia e la morale, che non il comunismo ateo. Vennero bruciati e chiusi i cinema, proibiti i film e i programmi occidentali, soprattutto quelli americani, che disgregavano la famiglia e la morale, si risvegliò la consapevolezza musulmana e islamica in tutto il mondo.

Un’eco di questi avvenimenti si ebbe anche tra i nostri musulmani, soprattutto nel contesto politico del risveglio della coscienza albanese in Kosovo contro le sopraffazioni dei serbi e dell’UDBA (Servizi di Sicurezza dello Stato, Polizia segreta della Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia, nota del traduttore).

In Polonia vi fu il cambiamento più radicale.

Dopo la storica visita del Papa polacco nella sua Patria in occasione della Pentecoste del 1979, cui partecipò un esercito di dieci milioni di fedeli, che scosse il comuniSmo nelle sue fondamenta, in quel Paese si costituirono i primi sindacati liberi.

Si era in cerca di una maggiore democrazia, moscerino nell’occhio dei padroni sovietici dell’intero Est europeo; seguì un’ondata di scioperi, che provocò la proclamazione dello stato di emergenza nel 1981.

Una volta Stalin si era chiesto quante divisioni avesse il Papa a Roma. Ebbe una risposta dall’intero popolo polacco, cattolico e fedele a Roma e al suo Papa. Sulla scena comparve il generale Ja-ruzelski che instaurò una dittatura militare e rimase al governo fino al crollo del regime comunista nel 1989.

Il movimento sindacale Solidarnosc venne proibito, ma continuò a operare segretamente, raccogliendo attorno a sé gli intellettuali più in vista del mondo cattolico polacco.

Tutto ciò provocò delle ripercussioni anche negli Stati della nostra regione. Nel maggio 1980 morì Tito, Presidente a vita della Jugoslavia, e quasi immediatamente forze centrifughe cominciarono a scuotere lo Stato.

In Kosovo vi fu un’ondata di scioperi anche nella primavera del 1981. Il Partito cercò di stringere le fila, tutti giuravano fedeltà, e promettevano di “non allontanarsi dal cammino di fratellanza e unità, così come è stato già tracciato”.

Era chiaro che lo Stato si manteneva in vita solo grazie alla polizia (segreta) e all’esercito. Ogni occasione era buona per stringere le fila del partito, ma lo Stato era profondamente in crisi.

Crisi economica, mancanza di tutto, mancanza dei generi alimentari primari – per acquistare un chilo di caffè bisognava andare all’estero – e soprattutto crisi di approvvigionamento dei prodotti petroliferi. Era necessario avere “ottime conoscenze” per acquistare o importare qualcosa dall’estero.

Il nuovo Papa, Giovanni Paolo II, ben presto divenne troppo pericoloso.
Sopratutto agli occhi dei capi comunisti dell’Est europeo, e per questo fu deciso di eliminarlo.
L’attentato del 13 maggio 1981 in Piazza San Pietro a Roma fallì, fu sparso il sangue fresco del martirio, ma il Papa sopravvisse.

Tutto questo accadde il giorno della Madonna di Fatima. Il Papa nel suo letto d’ospedale lesse il segreto di Fatima trasmesso dalla veggente Lucia. Un anno dopo a Fatima il Papa farà incastonare nella corona della Madonna di Fatima il proiettile estratto dal suo corpo, con le seguenti parole: “ Una mano ha sparato il proiettile, l’altra invece l’ha deviato”, per non danneggiare gli organi vitali del Papa vigoroso e sportivo.

Il Papa sopravvisse, ma dall’attentato non si sarebbe mai rimesso completamente, e per tutta la sua vita e il suo pontificato (27 anni) sopportò le conseguenze di questo perfido attentato che gli causò molte sofferenze e per poco non gli fù fatale.

Il 1981 fu un anno significativo anche per un altro avvenimento. Quell’anno, infatti, il Papa volle celebrare con tutta la Chiesa – cattolici, ortodossi e le comunità protestanti – il lóOOesimo anniversario del primo Concilio di Costantinopoli (381-1981) e il 1550esi-mo anniversario dal Concilio di Efeso (431-1981).

E’ noto quanto entrambi questi Concili siano stati importanti nella storia della Chiesa per la definizione del patrimonio religioso e dei dogmi della Santissima Trinità e di Maria. La celebrazione di tali anniversari era prevista per il giorno della Pentecoste di quellanno, in mattinata nella Basilica di San Pietro, nel pomeriggio nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

Per quell’occasione il Papa aveva scritto anche una bellissima preghiera di consacrazione, che non poté personalmente recitare, ma seguì tutto dal suo letto di ospedale, in quel giorno di Pentecoste.

In quella preghiera più volte si ripetono le parole: “Vieni!” – “Vieni!” Proprio come nell’epilogo del libro dell’Apocalisse: “Vieni, o Signore! Vieni, o Madre Maria!” Poco meno di venti giorni dopo la Pentecoste, che quellan-no cadeva il 7 giugno 1981, iniziarono gli avvenimenti di Medjugorje, vale a dire le apparizioni sul Podbrdo.

Fonte: la Voce della Pace 2013. Medjugorje

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