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Il cuore della bambina appena nata non batteva, poi quell’Angelo con il camice bianco….

L’evento all’ospedale di Gallarate: il cuore della bambina non batteva, Deborah Casero non ha perso la speranza e l’ha riportata alla vita

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«Ho fatto solo il mio lavoro». Non vuole passare come eroina di una storia a lieto fine la dottoressa canegratese Deborah Casero, ma il suo gesto e la sua competenza sono stati determinanti per salvare la vita di una neonata. La famiglia Iqbal, italo-pakistana, deve ringraziare proprio il coraggio e la grande forza di volontà di questa pediatra canegratese, che ha salvato da morte certa una neonata nata con un mese di anticipo. La piccola Aliza Eva, dopo 35 settimane di gestazione, è venuta alla luce all’ospedale di Gallarate senza respiro, né battito cardiaco. Deborah Casero dopo otto lunghissimi minuti è riuscita a rianimare la piccola, per poi intubarla e darle le primissime cure.

Un intervento che ha permesso alla piccola di essere ancora viva e soprattutto senza danni da ipossia o da asfissia. La neonata è stata poi trasportata all’ospedale del Ponte di Varese, nel reparto di Terapia intensiva. «La mia piccola ha un quadro generale ottimo ed è bellissima», spiega Stella, trentunenne già madre di altri tre figli.

Un vero miracolo che questo «angelo col camice bianco» – parole con cui Stella chiama adesso la dottoressa che le ha salvato la figlia – è riuscito a compiere ribaltando del tutto il concetto di mala sanità degli ospedali nostrani, come purtroppo la cronaca recente ci ha abituato a conoscere. La dottoressa Casero sorride, quasi timidamente. Non vuole che il suo nome copra quello di altri colleghi o di un sistema di cui fa parte: «Per me è importante il fatto che ci sia stata un’ottima collaborazione fra medici e infermieri e che venga sottolineato come anche negli ospedali di provincia si sia capaci di garantire una assistenza neonatale adeguata. Io l’ho imparata alla terapia intensiva neonatale a Lecco, ospedale in cui ho fatto un’ottima esperienza personale. Ringrazio il primario dottor Gianpaolo Mirri il cui obiettivo è sempre stato quello di avviarci tutti verso una assistenza intensiva sul neonato e nel pediatrico. Mi mette un po’ di imbarazzo che la mamma abbia voluto far conoscere questa storia perchè non voglio diventare un caso nazionale per aver fatto semplicemente quello che ogni altro medico nella mia condizione avrebbe fatto al mio posto».

Stella la madre della bambina, ha voluto ringraziare anche la ginecologa Elena Cesari, che in poco meno di un paio di minuti ha capito le condizioni della donna, che aveva avuto un distacco totale della placenta con conseguente emorragia, ed è riuscita a fare una diagnosi portandola immediatamente in sala parto prima dello choc emorragico.




di CHRISTIAN SORMANI per Il Giorno 

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