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Il cuoco che regala un milione di pastasciutte

«Tutto è cominciato grazie a un sacchetto di patatine fritte». Sorride Bruno Serato a ricordare quel pomeriggio d’aprile di 10 anni fa. Bruno è emigrato nel 1980 a 25 anni da San Bonifacio, in provincia diVerona, negli Stati Uniti. Comincia come lavapiatti, poi diventa cameriere e nel giro di 5 anni diventa direttore di ristorante sino a riuscire a metter su il proprio locale a Anaheim in California. In breve il suoWhite House diventa punto di ritrovo di politici e vip, dagli ex presidenti Carter e Bush a Madonna, Pelé, Bocelli.

Bruno Serato

Quel pomeriggio del 2005 l’adorata madre Caterina è con lui quando decidono di fare visita ai bambini di un doposcuola per famiglie non abbienti, il Boys and Girls Club. «Notai un bambino di 7 anni
che come cena aveva solo un pacchetto di patatite – racconta Bruno –. La sua famiglia viveva in uno di quei motel che negli Stati Uniti sono diventati residenze per famiglie povere. Un ambiente dove c’è droga e prostituzione e dove le stanze non hanno cucina. ‘Ma perché non gli fai un piatto di pastasciutta tu?’ mi chiese mia madre». Bruno comincia quindi a cucinare nel suo ristorante spaghetti da distribuire ai bambini poveri e da quel momento non smette più.

«Sinora ho distribuito un milione di piatti di spaghetti, ogni giorno dò da mangiare a 1500 bambini, distribuendo cibo in 22 luoghi di 12 città della California più un orfanotrofio in Messico» racconta Bruno che ha intitolato alla mamma scomparsa l’anno scorso sulla soglia dei 90 anni il Progetto Caterina. Progetto che l’ha portato a Milano dove pochi giorni fa Bruno ha cucinato per i 40 fra homeless e migranti ospiti dei City Angels, come racconterà oggi pomeriggio in diretta nel programma
Siamo noi di Tv2000.

«A insegnarmi tutto è stata mia mamma, donna di grande cuore e fede. Come lei, anche io sono devoto alla Madonna di Lourdes – aggiunge Bruno –. Nonostante avesse 7 figli e fossimo poveri non faceva mai mancare un piatto di pasta a chi passava per casa. Anche lei e papà sono stati emigranti in Francia prima di aprire una trattoria a San Bonifacio negli anni 60». Le difficoltà non sono mancate. «Per sette anni ho pagato tutto di tasca mia. Poi sono arrivato vicino alla bancarotta nel 2008, quando è arrivata la recessione in America. Ho perso il 40% del lavoro mentre i bambini bisognosi si sono moltiplicati: dai 50-150 pasti al giorno, sono passato a cucinarne sino a 500» aggiunge.

Ma nel 2011 una troupe della Cnn scopre la sua storia e lo elegge personaggio dell’anno, facendolo entrare nella top ten dei “più buoni d’America”. «La mia storia ha fatto il giro del mondo e in tanti hanno cominciato a offrire denaro – aggiunge –. Quindi ho creato la Fondazione Caterina, (sito www.caterinasclub.org). Oggi cuciniamo ogni giorno nel mio ristorante 50 chili di pasta e 20 litri di pomodoro, prepariamo i contenitori e li portiamo nelle 12 città. In tanti, poi, hanno seguito il mio esempio: abbiamo contagiato col virus del bene».

Iniziative simili sono nate a Chicago, New York, Texas e presto in Canada. Intanto nella sua San Bonifacio l’amico Fulvio Soave ha aperto il refettorio gratuito ‘Mamma Anna’, appoggiato dal parroco, che mette a disposizione i locali della Casa della Giovane. «La cosa migliore da fare in Italia è contattare la parrocchia che conosce i bisognosi – suggerisce lo chef – . Anzi, lancio un appello. Tutti i parroci potrebbero chiedere durante la Messa di portare la domenica un pacco di pasta e conserva di pomodoro da distribuire ai poveri». Inoltre Serato ha deciso di fare qualcosa per le famiglie che vivono nei motel. «Il loro riscatto parte da una sistemazione dignitosa – spiega –. Solo che spesso non hanno il denaro per pagarsi la caparra di un appartamento. Così la anticipo io, me la restituiranno quando avranno un lavoro. Sinora abbiamo aiutato 86 famiglie ». Il virus del bene continua a propagarsi.




Redazione Papaboys (Fonte www.avvenire.it/Angela Calvini)

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