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Il cooperante italiano ucciso da l’Isis: ‘Spregevole crociato’

La Farnesina conferma la notizia dell’uccisione del 50enne Cesare Tavella, ma sta verificando l’autenticità della rivendicazione degli jihadisti che, citata da Site, chiamano la vittima ‘spregevole crociato’.

Cesare Tavella

Il cooperante italiano Cesare Tavella è stato ucciso nel quartiere diplomatico di Dacca, in Bangladesh, con diversi colpi d’arma da fuoco sparati da un commando armato a bordo di una moto. La notizia, diffusa dalla polizia locale, è stata poi confermata dalla Farnesina. L’ operatore umanitario della Icco Cooperation, organizzazione che si occupa di cooperazione allo sviluppo olandese con in Bangladesh, veva 50 anni. Veterinario, era residente a Casola Valsenio, nel Ravennate. Il suo omicidio è stato rivendicato – secondo il sito Site – dall’isis. “Stiamo lavorando per verificare la rivendicazione di Daesh in collaborazione con le autorità locali che in un primo tempo avevano attribuito la responsabilità dell’omicidio alla criminalità comune”, ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a margine dei lavori dell’Assemlea generale delle Nazioni unite. A Dacca Tavella in particolare si occupava di un progetto, ‘Proofs’ (Profitable Opportunities for Food Security), nel settore dell’agricoltura locale e dell’alimentazione. Secondo il suo profilo sul sito del programma, aveva cominciato a lavorare nell’ambito dello sviluppo nel 1993, sempre nel settore della sicurezza alimentare e dello sviluppo rurale, in diverse ong internazionali soprattutto in Asia. Di lui si legge che “si considera un giocatore di squadra, che cerca di fare le cose nel modo piu’ efficiente possibile con un team di persone sorridenti”. La presunta rivendicazione dell’Isis Secondo Rita Katz, direttrice del sito Site, l’Isis avrebbe rivendicato l’omicidio, ma le autorità stanno ancora indagando e la rivendicazione non è stata confermata. Il ministero degli Esteri fa sapere che la famiglia è stata avvertita e che l’ambasciata italiana sta seguendo il caso in stretto contatto con le autorità locali. “In un’operazione speciale dei soldati del Califfato in Bangladesh – sarebbe la rivendicazione della branca locale dell’Isis citata dal Site – una pattuglia ha preso di mira lo spregevole crociato Cesare Tavella dopo averlo seguito in una strada di Dacca, dove gli è stato sparato a morte con armi silenziate, sia lode a Dio. Ai membri della coalizione crociata diciamo: non sarete sicuri nelle terre dei musulmani. E’ solo la prima goccia di pioggia”, conclude la rivendicazione dei jihadisti sulla quale l’intelligence italiana è al lavoro per raccogliere tutti gli elementi utili. Nel Paese, confermano fonti dei servizi, c’è una considerevole presenza islamista e le modalità dell’uccisione sembrano indicare che l’obiettivo fosse proprio Tavella. Difficile, tuttavia, in queste prime ore riuscire a capire se l’italiano fosse nel mirino in quanto cooperante di una ong occidentale o per altri motivi. Ieri il Foreign Office britannico aveva messo in guardia i propri connazionali dalla minaccia terroristica nel Paese del sudest asiatico, riferendo in particolare di “informazioni affidabili” secondo cui “militanti potrebbero pianificare di colpire interessi occidentali in Bangladesh”. La squadra australiana di cricket aveva infatti rinviato la propria partenza per un tour nel Paese nel timore di attacchi mirati. La dinamica del delitto Tavella, secondo la polizia, era in tenuta da jogging quando e’ stato raggiunto per strada dal commando armato verso le 19. Testimoni hanno raccontato ai media locali di aver sentito almeno tre spari, che hanno ferito l’uomo all’addome, alla mano destra e al gomito sinistro. Gli uomini armati hanno quindi lasciato l’italiano “in una pozza di sangue” e sono poi riusciti a scappare. Alcuni passanti hanno quindi caricato il corpo per portarlo agli ‘United Hospitals’, dove Tavella, secondo una fonte ospedaliera, è arrivato già morto “con numerose ferite da arma da fuoco”. La polizia ha subito escluso l’ipotesi della rapina finita male, visto che la vittima aveva ancora con se’ tutti i suoi effetti personali.

Redazione Papaboys (Fonte www.rainews.it)

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