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Il cardinale Scola ai milanesi: ‘Cari cristiani, andate a votare e candidatevi’

In vista delle prossime elezioni amministrative, il cardinale sprona i fedeli a impegnarsi in politica. “Tra i cattolici italiani ci sono persone competenti, illuminati. Si facciano avanti, siano presenze stimolanti per tutta la comunità cristiana, non solo in confronti ‘privati’ o in contesto accademico”

Scola

Cari fedeli, la politica è una forma di carità e di servizio al prossimo. Quindi, candidatevi, andate a votare, informatevi e date il vostro contributo di idee. È questo in sintesi l’invito che il cardinale Angelo Scola e il consiglio episcopale milanese rivolgono ai cittadini cattolici in vista delle prossime elezioni amministrative. Invito che arriva tramite una lettera aperta che vuole incoraggiare “i laici a confrontarsi sulla situazione, a interpretare le problematiche di questo momento”. Con un’avvertenza: “Tutti, in questo campo, dobbiamo ritrovare entusiasmo e coraggio”.

“Non avrà nessuna utilità la riproposizione di principi astratti e di ideologie -continua la lettera-. È doveroso per i cattolici e utile per tutti fare riferimento con competenza aggiornata e con capacità argomentativa agli insegnamenti ecclesiali, raccolti nella Dottrina Sociale della Chiesa (Compendio della dottrina sociale della Chiesa, Pontificio Consiglio della Giustizia  della Pace, 2004) e ribaditi con alcune particolari insistenze da Papa Francesco (Evangelii gaudium,2013 e Laudato si’, 2015). Alcuni temi assumono nei nostri giorni un rilievo particolare: la famiglia e le problematiche antropologiche e demografiche, la povertà e le forme della solidarietà, il lavoro e le prospettive per i giovani, la libertà di educare, l’attenzione alle periferie geografiche ed esistenziali. Nell’amministrazione locale i grandi temi e le esigenze spicciole della vita quotidiana richiedono concretezza e realismo e insieme l’orizzonte ampio di una idea di città e una visione complessiva della convivenza civile, in città, in Italia, in Europa”.

“Quello che è certo è che, come si è constatato anche nel recente Convegno Ecclesiale di Firenze,  tra i cattolici italiani ci sono persone competenti, illuminate, capaci di unire letture sintetiche e complessive con proposte concrete e locali. E dunque si facciano avanti anche a Milano e nelle terre ambrosiane! Prendano la parola, guadagnino ascolto, siano presenze stimolanti e costruttive per tutta la comunità cristiana, non solo in confronti “privati” o in contesto accademico”.

“In questo momento caratterizzato da scetticismo, scoraggiamento, paura, astensionismo, individualismo, anche i cristiani sembrano spesso sopraffatti da un senso si impotenza che li orienta a preferire gesti spiccioli di generosità agli impegni politici e amministrativi. Si lascia ai Vescovi di formulare valutazioni, mentre i laici cristiani sono spesso senza voce di fronte alle questioni emergenti del nostro tempo, zittiti dai media, ma anche timidi nell’esporsi con proposte in cui si mettano in gioco di persona. Il “buon esempio” stenta a diventare testimonianza”.

“Per chi ne ha capacità, preparazione e possibilità è doveroso anche presentarsi come candidati con la gratuità di chi si offre per un servizio e ci rimette del suo. Ci si aspetta da tutti la fierezza, l’intraprendenza, una specie di giovane ardore sia per chi si candida e formula programmi coerenti sia per chi vota nel valutare i programmi, nell’esprimere con il voto le proprie scelte: tutti insieme impegnati per non permettere che la città muoia di tristezza, banalità, rassegnazione”.

Testimoni con lo sguardo di Gesù




La lettera si conclude con una domanda provocatoria rivolta direttamente a ciascun fedele. “Che cosa ti impedisce o ti trattiene dall’offrire il tuo contributo, con il pensiero, la parola, la riflessione documentata e condivisa, con il tempo, il voto, la candidatura a una responsabilità amministrativa, per edificare una città sempre migliore?”.




Redazione Papaboys (Fonte www.redattoresociale.it/dp)

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