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I tutorial di trucco di Reshma, ragazza indiana sfigurata dall’acido

L’associazione Make love not scars lancia una petizione per chiedere al governo indiano di sospendere la vendita di acido alle persone comuni. Lo fa attraverso le lezioni di make up di Reshma, diciottenne vittima di un’aggressione per mano dell’ex cognato.

Resha




Per una corretta applicazione del rossetto, meglio prima spazzolare le labbra. E per togliere i punti neri, una fettina di limone strofinata sul viso può dare ottimi risultati. Parola di Reshma Quereshi, diciottenne indiana, freschissima vlogger di successo. Reshma, capelli lunghi castani e sorriso aperto, l’anno scorso è stata sfigurata con l’acido: “Ero andata a trovare mia sorella a Allahabad – ha raccontato –. A un certo punto mi ha detto di scappare, ma prima che potessi fare un passo degli uomini mi hanno buttata a terra e versato dell’acido solforico concentrato addosso. Era il mio ex cognato con alcuni amici: volevano sfregiare me e mia sorella. Mi hanno bruciato il volto: avevo solo 17 anni, ma i miei assalitori oggi camminano liberi, mentre io sono costretta ad affrontare una vita senza faccia”. Senza l’aiuto dello Stato, Reshma non può permettersi un’operazione: intanto, ha trovato l’appoggio di Make love not scars (Fate l’amore, non le cicatrici), associazione che aiuta i sopravvissuti di aggressioni con l’acido, che l’anno scorso ha lanciato una campagna di raccolta fondi per finanziare l’intervento.

Secondo Asfi (Acid survivors foundation India), l’anno scorso sono state 349 le persone – nel 90 per cento dei casi donne – vittime di questi attacchi. Nel 2013 se ne contarono 116: in un anno sono aumentati circa del 250 per cento. Statistiche più vecchie non ne esistono, perché stato solo nel 2013 che lo Stato indiano ha riconosciuto l’acid attack come reato specifico.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere fondi per le operazioni per le vittime, Reshma è diventata vlogger, e sul canale Youtube di Make love not scars ha dato il via a tutorial di trucco, ‘Beauty tips by Reshma’. Il suo volto è sfigurato, ma alle ragazze insegna a mettersi il rossetto e l’eyeliner, sull’unico occhio che le è rimasto. “Avete visto com’è facile applicare l’eyeliner?– chiede in un tutorial – Pensate che un flaconcino costa solo 100 rupie. E che una bottiglia di acido concentrato ne costa 30”. Cento rupie valgono 1,30 euro; 30 rupie solo 40 centesimi. “Avete visto com’è facile combattere i punti neri? È facile quanto sfregiare qualcuno con dell’acido. Basta aprire la bottiglia e lanciarlo”. Spiega che un rossetto si può comprare in un mercato, esattamente dove si può trovare anche l’acido concentrato: “Ecco perché ogni giorno una donna è vittima di un’aggressione”.

Tutte le lezioni di make up finiscono con un ultimo appello, con il quale la ragazza chiede di firmare la petizione contraddistinta dall’hashtag #EndAcidSale. Si tratta di una lettera al Primo ministro indiano, al Ministro degli Interni e ai governatori degli Stati indiani: “Lavendita dell’acido alla gente comune deve finire. Il dolore di un’aggressione con l’acido è inimmaginabile. Le vittime rimangono sfigurate, possono perdere la vista e l’udito, possono subire amputazioni e reimpianti di pelle. Dobbiamo fermare questa ingiustizia una volta per tutte. L’acido non deve essere usato nelle case, nelle scuole e negli ospedali: ci sono modi molto più sicuri di pulire gli ambienti. Il Governo non può più ammettere la facilità di acquisto dell’acido”.

La Corte suprema indiana da qualche anno ha proibito la vendita di acido agli under 18, chiedendo ai venditori di registrare tutti gli acquirenti. “In realtà – spiega Make love not scars –, non è cambiato molto, e chiunque può comprare l’acido: basta che dica che gli serve per pulire il bagno, e nessuno fa domande”. A oggi la petizione ha già raccolto più di 234mila firme. 




Redazione Papaboys (Fonte www.redattoresociale.it/Ambra Notari)

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