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I nostri sei gemelli, gioia della vita

Non c’è molta luce tra le scale della palazzina su una delle strade principali di Orta di Atella. Ma si capisce subito su quale piano abitano i sei gemelli nati il 10 gennaio 2010.

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Il chiasso di tutta la loro irrefrenabile vivacità coinvolge ancor prima di conoscerli. Sembra di stare in un asilo, ma è solo la loro casa. Quando si entra dalla famiglia Mele non si dice buongiorno o permesso ma si sorride, non è possibile farne a meno quando si viene investiti da un’ondata solare di schiamazzi. Una qualità con cui Francesca, Annachiara, Paolo, Serena, Angelica e Maurizio hanno impregnato non solo la vita diPino e Carmela, ma l’intera casa: decine di vestitini stesi al balcone, cartoni animati in Tv, spazzolini piccoli coperti da pupazzi e pennarelli consumati sulle mura dove tutti e sei i gemelli, tra uno scarabocchio e l’altro, hanno lasciato il contorno delle loro manine. Una vena artistica ereditata dalla loro supermamma, che dipinse sulla parete della cameretta i personaggi Disney.

 

Carmela si occupa a tempo pieno dei bambini e della gestione della casa. Una vita di sacrifici che sta diventando un calvario da quando Pino ha perso il lavoro. Ma non sono stati lasciati soli. «Per fortuna», dice Carmela, «esistono i parenti e gli amici, quelli con cui non abbiamo un legame di sangue, ma che considero persone di famiglia».

Carmela parla di Michela, una delle sei persone assegnate dal Comune che nei primi tre anni di vita dei bambini ha lavorato a casa Mele per aiutare nelle poppate e nel cambio dei pannolini. Poi c’è un’altra amica di Carmela che ha un piccolo orto e manda cesti di frutta e verdura per i piccoli.

Ma anche tutti coloro che hanno aiutato la famiglia fin dall’inizio come Luigi Orfeo, il pediatra che ha fatto nascere i gemelli all’ospedale Rummo di Benevento, il sindaco e tutte le persone che hanno inviato pacchi di vestiti e generi di prima necessità a casa Mele.    
Ed è questo il concetto di famiglia che Carmela e Pino trasmettono ogni giorno ai loro sei figli. Immersi nella comunità, i due genitori stanno insegnando ai gemelli che famiglia vuol dire «chi ci sta intorno e ci vuol bene, anche se non è un parente stretto ma semplicemente un amico o una persona della nostra società», sottolinea Carmela, cercando con uno sguardo severo di allontanare Serena dal servizio buono di tazzine in cui ha versato del caffè. È la nonna a “salvare” le porcellane.

 

«Mia madre e mia sorella arrivano sempre al momento giusto», continua Carmela, «ed è stata proprio mamma a trasmettermi questi valori. Io e mio marito ci siamo resi conto di non essere mai soli. Soprattutto quando abbiamo bisogno di un conforto». Il secondo sguardo di Carmela è diretto a Pino. Questa volta non è severo ma tenero. Sogna un lavoro per suo marito, che fino all’anno scorso svolgeva mansioni di sorvegliante in una ditta presso un centro commerciale di Caserta. «Ci chiediamo se l’Italia possa essere davvero un Paese che mette al centro dell’attenzione le famiglie», spiegano Pino e Carmela. Sul frigo c’è la foto di papa Francesco. «Ci è stata inviata come risposta a una lettera che scrissi al Vaticano. Il Pontefice sta facendo tanto per le famiglie e mi chiedo perché lo Stato invece non si accorge di queste urgenze. Non vogliamo lucrare sui nostri figli ma sono le famiglie a sviluppare l’economia del Paese, senza lavoro però si blocca tutto». E così anche un pranzo domenicale diventa una missione impossibile. Sull’economia domestica della famiglia Mele può fare la differenza.

Al mare, un’impresa. Di domenica, i bimbi si dividono tra nonni e zii, con mamma e papà ne restano due. Anche portarli al mare è un’impresa. Sei costumini da indossare, dodici sandaletti da allacciare, dodici braccioli da infilare e sei gelati da comprare. Scalzi, seduti sul divano con i pezzi di un puzzle sparsi ovunque, i gemelli raccontano del castello di sabbia costruito sulla spiaggia di Castel Volturno. «Abbiamo potuto trascorre una bella giornata proprio grazie a quest’immensa famiglia che abbiamo intorno», precisa Carmela. La macchina a sette posti è ferma nel cortile della palazzina: senza assicurazione per risparmiare. E così al mare li ha accompagnati una cugina.

«A volte ci sentiamo avviliti, la paura di non riuscire a garantire loro un futuro è tanta. Ma poi ci basta guardarli per riacquistare la forza e la serenità». Dopo un anno senza lavoro e con i risparmi quasi finiti, in casa Mele però c’è un tesoro. «I nostri figli sono una ricchezza infinita»,  dice Carmela, che insieme con suo marito ogni giorno custodisce quei valori che i sei gemelli conoscono già oggi, ma comprenderanno meglio da grandi. «Desidero che siano sempre uniti senza litigi, come oggi, quando fanno merenda con pane, olio e zucchero».    



Redazione Papaboys (Fonte www.famigliacristiana.it/Maria Elefante)  

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