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I miei genitori saranno beati

I miei genitori saranno beati

Padre Sebastiano è figlio dei coniugi Bernardini. I suoi genitori saranno beati. Hanno avuto dieci figli e otto hanno scelto la vita consacrata. Ecco la storia di questa famiglia speciale in cui  cinque sorelle sono diventate suore paoline.

Padre Sebastiano, al secolo Medardo Bernardini, è l’unico cappuccino rimasto a Pavullo, il capoluogo del Frignano, nell’Appennino modenese. I suoi confratelli sono stati trasferiti in altra sede e per il momento lo storico convento nel cuore del paese è vuoto, ma la comunità continua a battersi. Soprattutto per lui, che è qui da trent’anni. Per trovarlo basta seguire le indicazioni per la Casa di Francesco e Chiara o per “la grotta di Lourdes”, che poi sono entrambe opera sua. Il centro per anziani l’ha fondato nel ’94, il percorso della grotta l’ha progettato seguendo al millimetro le misure prese a Lourdes durante un pellegrinaggio.Buon sangue non mente. Padre Sebastiano, 87 anni, è figlio dei Servi di Dio Domenica e Sergio Bernardini, che proprio adesso avrebbero fatto cento anni di matrimonio. Per loro il processo diocesano si è chiuso nel 2008, mentre la causa di beatificazione prosegue presso la Congregazione dei santi. Sergio e Domenica, 52 anni passati insieme, hanno avuto dieci figli. Otto hanno seguito la vocazione religiosa. Cinque sorelle sono diventate suore paoline, una è entrata nell’Ordine del Buon pastore. I due maschi, gli unici ancora viventi, sono entrambi cappuccini. Padre Sebastiano, il penultimo, e il figlio minore, padre Giuseppe Germano, vescovo emerito di Smirne.La loro è stata una vita di sacrifici e di fede grande, ma soprattutto d’amore. Basta guardare una foto che dice più delle parole, scattata da padre Sebastiano quando i genitori erano ormai molto anziani. Lo sguardo che Domenica rivolge al marito è uno sguardo sereno e insieme radioso. Lo sguardo di una donna ancora profondamente innamorata. «Il Signore ha passeggiato veramente in casa nostra», si commuove padre Sebastiano, «è una grande grazia il fatto che tutti e otto ci siamo mantenuti fedeli alla nostra vocazione. L’altra grazia è quella che abbiamo davanti a noi». Indica la Casa di Francesco e Chiara, edificata proprio di fianco al convento. È sorta da un ex collegio di proprietà dei frati, anche per la generosità di privati. Padre Sebastiano ci ha messo del suo: ben 150 milioni di lire vinte a Pentathlon, il quiz di Mike Buongiorno.«Mi sono presentato sulla storia del presepe», ricorda, «da allora hanno continuato a chiamarmi in Tv, sono andato anche a Stranamore, ma solo per benedire una coppia di fidanzati». Da bravo francescano racconta la sua storia con una buona dose di candore.
I coniugi Sergio e Domenica Bernardini
I coniugi Sergio e Domenica Bernardini

 

«Ho deciso che volevo diventare prete a cinque anni», racconta. «Avevo visto un sacerdote passare davanti a casa su una Moto Guzzi nuova fiammante: da quel momento sono stato irremovibile. Forse pensavo che per guidare una moto del genere bisognasse diventare sacerdoti. Poi sono entrato in seminario a Scandiano e le cose sono cambiate: ho scelto la povertà».

Cambia tono e si commuove quando parla della sua famiglia. «La mamma era molto affettuosa, il papà lo ricordo più severo, ci ha sempre dato del “voi” pur essendo un uomo molto dolce», racconta. La loro era una famiglia molto unita ma povera. «Quando sono nato io mio padre ha tirato un sospiro di sollievo, ero il primo maschio dopo otto femmine, gli avrei dato una mano nei campi », continua. «Eppure, quando ho deciso di entrare in seminario, ha detto: “Sia fatta la volontà del Signore”. È stato questo il segreto del loro matrimonio».

Ci accompagna a Barberino, una frazione minuscola nascosta dietro una strada tutta tornanti che la famiglia faceva a piedi, andata e ritorno, per assistere alla Messa. Qui c’è la casa in cui è nato, la stalla, il forno a legna dove la mamma faceva il pane e il fondo agricolo di cui viveva la famiglia. Una terra di montagna, avara e scoscesa. Oggi non la lavora più nessuno, ma Sergio era abituato alla fatica. Di fronte alla vecchia casa in pietra c’è quella che ha costruito con le sue mani quando la famiglia è cresciuta. Anche le porte e i mobili e il grande tavolo dove si sono ritrovati al completo solo due volte. «Mancava sempre qualcuno», spiega padre Sebastiano, «mio fratello in Turchia, tre delle sorelle missionarie. Ma quando ci trovavamo eravamo felici come bambini».

I miei genitori saranno beati

Le case dove vissero le due sorelle sposate morte senza figli sono state lasciate in eredità alla Casa di Francesco e Chiara. Tutto è come un tempo, la piccola cappella dove avevano ottenuto di poter custodire il Santissimo, le foto alle pareti e le dediche che Sergio e Domenica avevano voluto mettere sopra la porta di ogni stanza. Alla Sacra Famiglia per la loro stanza da letto, all’Immacolata, a santa Teresina e san Francesco quella di padre Sebastiano.

Anche lui aveva deciso di partire missionario, per l’Africa. «È stata l’unica volta che ho visto una lacrima negli occhi di mio padre», racconta. «Per fortuna la salute non mi ha permesso di partire e sono rimasto vicino a loro».

Un figlio all’Africa comunque l’hanno regalato. Domenica ha adottato un seminarista africano, il giovane Felix Ade Job, oggi arcivescovo emerito di Ibadan, in Nigeria.

Di Simonetta Pagnotti per Famiglia Cristiana

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