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I bambini siriani hanno un disperato bisogno di pace. Preghiamo per loro!

Ginevra, 9. «A 9 anni dall’inizio del conflitto, 5 milioni di bambini siriani hanno ancora bisogno di aiuto. Dobbiamo aiutarli a tutti i costi». Lo ha affermato il direttore generale del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), Henrietta Fore, a conclusione di una visita di due giorni a Gaziantep, in Turchia, dove ha visitato, insieme a David Beasley, Direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale (Pam), una scuola, un centro di distribuzione alimentare e un campo per rifugiati siriani a Kahramanmaras.

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L’escalation di violenza nella regione di Idlib negli ultimi tre mesi, ha provocato più di mezzo milione di bambini sfollati, una media di 6000 al giorno. Circa 180 scuole non funzionano perché sono state distrutte, danneggiate o utilizzate come rifugio per le famiglie sfollate.

Al campo di Kahramanmaras, Fore ha incontrato famiglie che da anni vivono in Turchia e che nonostante siano al sicuro e ben sistemati, sognano ancora di tornare a casa. Il campo attualmente ospita più di 11.000 persone, la metà dei quali bambini. Al campo 3700 bambini continuano a ricevere un’istruzione e i giovani possono accedere a corsi di formazione. «La Turchia ha generosamente ospitato milioni di bambini siriani da quando la guerra ha avuto inizio — ha dichiarato Fore —. È fondamentale continuare a garantire questo supporto».

I due capi delle agenzie Onu hanno inoltre sottolineato la necessità di fornire alle famiglie servizi di base e un miglioramento delle loro condizioni economiche. La missione si è svolta durante una pericolosa escalation nel nord-ovest della Siria, mentre il conflitto sta per entrare nel decimo anno, in un paese dove un terzo della popolazione vive nell’insicurezza alimentare, un bambino su tre non va a scuola e oltre la metà delle strutture sanitarie non funzionano. La preoccupazione di Fore è per la sofferenza di cui sono vittime i bambini siriani e per l’impatto su di loro «di una guerra senza pietà per cui continueranno a soffrire ancora per molto tempo, dopo che i combattimenti saranno finiti». «A tutti i responsabili di questo fallimento collettivo in Siria dico: la storia vi giudicherà con severità» il monito lanciato da Fore.

Negli ultimi nove anni la giovane popolazione siriana ha conosciuto solo guerra, combattimenti e bombardamenti, spesso su scuole e ospedali, molte famiglie hanno vissuto il dramma della disgregazione e sono andate perdute giovani vite.

Più di nove anni di guerra hanno portato l’economia siriana al collasso quasi totale, spingendo milioni di persone alla fame e all’insicurezza alimentare. Questo è avvenuto pure nelle aree lontane dalle prime linee. Anche lì le famiglie faticano a sfamare i propri bambini e a ricostruirsi una vita.

«I milioni di persone che hanno visto la propria vita distrutta dalla guerra non possono più permettersi un pasto regolare, con il tracollo dell’economia siriana negli ultimi mesi», ha detto il direttore esecutivo del Pam, David Beasley. Per affrontare tale emergenza «il Pam sta fornendo assistenza alimentare a oltre 7,5 milioni di persone in Siria e nei paesi confinanti, che altrimenti sarebbero lasciati a loro stessi. La Siria è un paese distrutto dalla guerra, e più di ogni altra cosa le persone hanno un disperato bisogno di pace».

Fonte: L’Osservatore Romano, 9/10 marzo 2020

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