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I 15 sabati del Santo Rosario di Pompei: una potente devozione che puoi recitare da oggi. E’ un vero Paradiso

La pratica dei 15 Sabati alla Madonna di Pompei è una devozione che consiste nell’impegno di rivivere per quindici sabati consecutivi i quindici misteri del Rosario, che sono, in sintesi, la storia della nostra salvezza, il Vangelo che si prega con la Madre di Dio.

Quel che emerge soprattutto, in questa pia pratica, è la partecipazione all’Eucaristia, memoria del Figlio di Dio incarnato, morto e risorto; quindi la meditazione approfondita di un mistero per ogni singolo sabato, e la recita del Rosario intero, o, per lo meno, della terza parte.

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Va da sé che, avendone bisogno, alla parte­cipazione dell’Eucaristia si premetterà la Confessione sacramentale. Questa pratica vuol essere un aiuto per vivere una particolare atmosfera spirituale cre­scendo nell’amore di Dio e della Madre Divina. In questo clima l’anima è facilmente indotta a fare grandi passi e certamente scopre nuovi orizzonti nel campo dello spirito. Quando poi situazioni difficili o esigenze particolari toccano la nostra sensibilità e più urgente è il bisogno del ricorso all’aiuto divi­no, i Quindici Sabati sono un mezzo che la spi­ritualità cristiana ha scoperto per ottenere risposte dal Cielo.

La storia della nuova Pompei è tutta un intreccio di questi richiami e queste risposte in cui la mediazione della Madre Divina emerge mirabilmente. Bartolo Longo, apostolo del Rosario, è anche apostolo dei Quindici sabati che diffuse, ai suoi tempi, in tutto il mondo, profondendo nelle pagine da lui compilate una spiritualità affascinante. Ora vorremmo domandarci: È attuale que­sta devozione? Può darsi che oggi, dopo la riforma liturgica e le nuove esperienze del contatto personale con la Parola, qualcuno riconosca un minore mordente alla pratica dei Quindici Sabati. Ma per rispondere basterà far notare che i vari punti dettati dal Beato Bartolo Longo sono autentiche spinte alla contemplazione, a fare che la Parola diventi la nostra preghiera con Maria. D’altronde, se la storia non può essere smentita, quanto ci ha narrato con vivacità di stile e precisa documentazione l’apostolo dei Quindici Sabati è la risposta più semplice ma anche la più convincente: quella del prodigio che è garanzia di Dio. Ne daremo testimonianza al termine delle meditazioni di ciascun sabato, riportando le narrazioni autentiche del Beato.

In quale periodo dell’anno si pratica la devozione dei 15 sabati.

Qualunque periodo dell’anno si presta per questa santa devozione, ma nel Santuario di Pompei la si suole premettere alle due grandi giornate dell’8 maggio e della prima domenica di Ottobre, quando, alle ore 12, a Pompei e simultaneamente in molte chiese del mondo, si recita la Supplica alla B. V. del Rosario. Per l’8 maggio, l’inizio è all’ultimo sabato di gennaio, eccetto l’anno in cui l’8 maggio cade di sabato. In questo caso si anticipa al penulti­mo sabato di gennaio. Per la Prima Domenica di Ottobre, l’inizio dei Quindici Sabati corrisponde all’ultimo sabato di giugno. Chi fosse impedito in giorno di sabato può optare per la domenica. Farebbe quindi le Quindici Domeniche. Infine, in casi particolari, si può anche riassu­mere la pia pratica in quindici giorni consecutivi.

Utilità dei 15 sabati.

Un Sommo Pontefice Leone XIII, nella famosa Enciclica sul Rosario del 1° settembre 1883, Supremi Apostolatus officio, scriveva: “Il bisogno dell’aiuto divino non è oggi minore di quanto non lo fosse al tempo in cui S. Domenico, per risanare le piaghe della società, introdusse l’uso del Rosario. Egli, illuminato dall’alto, capì non esservi allora rimedio più efficace che ricondurre gli uomini a Cristo invitandoli a contemplare con frequenza i misteri della Redenzione e ricorrendo nella mediazione di Maria che ha il potere di estirpare tutte le eresie. Quindi egli compose la formula del S. Rosario in modo da poter contemplare per ordine i misteri della nostra salvezza intrec­ciando a questa meditazione un mistico serto di Ave Maria e la preghiera al Padre insegnataci da nostro Signore Gesù Cristo. Noi dunque, cercando per un male non dis­simile lo stesso rimedio, non dubitiamo che questa stessa preghiera, introdotta dal santo Patriarca con tanto vantaggio del mondo cattolico, sarà efficacissima per fronteggiare la diffi­cile situazione dei nostri tempi”. Ed affermava: “Desidero che tutto il popolo cristiano riprenda l’antica consuetudine di reci­tare quotidianamente il Rosario alla SS. Vergine”. I Predecessori avevano pensato ugualmente. Il Pontefice dell’immacolata, Pio IX, nel suo Breve del 3/12/1869, scriveva: “Come S. Domenico adoperò la preghiera quale invitta spada per abbattere la nefasta eresia degli Albigesi … così i fedeli, forniti di questa arma­tura, cioè della quotidiana recita del Rosario della Beata Vergine, più agevolmente potranno ottenere di sradicare tanti errori che oggi imperversano dappertutto …”. Urbano VI attestò che per il Rosario piovo­no ogni giorno benedizioni sul popolo cristiano. Leone X testimoniò: “Il Rosario venne isti­tuito come opportuno rimedio contro i mali che sovrastano il mondo”. Nel 1812 le Cortes di Spagna solennemente dichiararono che Domenico di Gusman non oppose agli eretici altre armi che l’orazione, la pazienza e l’istruzione. Ora, tanto Leone XIII quanto tutti gli altri Pontefici alludono al Rosario, cioè di quindici decadi con la meditazione dei misteri. La Sacra Congregazione delle indulgenze con decreto del 6 agosto 1726, confermato il 13 dello stesso mese e anno da Benedetto XIII, dichiarò “necessaria nella recita del Rosario la meditazione dei misteri per l’acquisto delle indulgenze, fatta eccezione per gli incapaci”. L’eccellenza di questa nobile e dolce devo­zione consiste nel fatto che unisce la vita attiva alla vita contemplativa: si recitano con la bocca in devoto atteggiamento del corpo le più belle preghiere della Chiesa, e con l’animo si medita la vita di Gesù e di Maria rivivendo le azioni della loro vita mortale, cioè il loro amore per noi, le loro pene, i loro trionfi. S. Pio V affermava: “Al propagarsi di questa devozione i cristiani, accesi dalla meditazione dei misteri, infiammati da quelle preghiere, cominciarono a mutarsi ad un tratto in uomini nuovi, le tenebre delle eresie si dileguarono e si diffuse la luce della fede cattolica”. Un Sacerdote napoletano scriveva: “Se non vedo nelle anime dei miei penitenti un vero mutamento di vita in meglio, dirò francamente che non fanno la meditazione dei misteri”. Ma ognuno può dedurre quanto sia opportu­na la pratica dei Quindici Sabati per ottenere il trionfo della Religione, la conversione dei pec­catori, la pace nelle famiglie, considerando che con questo esercizio ci si impegna a fare la Comunione e a recitare il Rosario intero o, per lo meno, la terza parte, in ciascun sabato medi­tando i più alti misteri della nostra Redenzione.

Vantaggi spirituali.

Essenza del Rosario è esprimere il culto per­fetto, interno ed esterno, la vera preghiera dello spirito seguita dalle opere. Beata quell’anima che ne fa suo pascolo quoti­diano! Con l’esercizio dei Quindici Sabati l’anima prende tale amore al Rosario da giungere a recitarlo intero ogni giorno. Come infatti leggiamo nella storia del Rosario, molti, avendo provato gli effetti utilissimi dei Quindici Sabati, non hanno più smesso di recitare il Rosario intero ogni giorno, non senza specialis­sime grazie. Una delle ragioni per cui di tante anime devote ben poche sono veramente perfette è che tutt’altro si impegnano a meditare fuorché la Passione del Signore, mentre sappiamo che tutti i Santi altro specchio non hanno avuto a cui conformarsi se non il Crocifisso. È dottrina di S. Tommaso che i misteri della vita, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo e tutti gli atti compiuti con la sua uma­nità ci portano come per mano alla più nobile e sicura perfezione e all’esercizio perfetto delle virtù. Ce lo disse il Redentore che Egli è la porta, la verità e la via, e chi cammina per questa strada trova l’abbondanza dei lumi e favori celesti. Ora, meditando un mistero per ciascuno dei Quindici Sabati o Domeniche, cioè un punto principale della vita di Gesù e di Maria, si arri­va ad imprimere nella mente tutta la loro vita, cioè tutto il Vangelo in compendio. E ricordan­do spesso durante il giorno quanto hanno fatto e patito per noi, si acquista la santa abitudine di meditare la Passione di Gesù e della SS. Vergine, e si accende sempre più il nostro amore per essi. Ecco come il Rosario conduce gradatamente l’anima all’amore di Dio, termine ultimo di ogni perfezione. Da ciò procede che il vero devoto del Rosario entra nell’intimità del Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria. Ben centocinquanta volte benedice Maria e ben centocinquanta volte benedice il nome di Gesù. Il cristiano, meditando un tratto della vita di Gesù e di Maria, viene stimolato alla imitazio­ne delle virtù che si meditano; e, mortificando le proprie passioni, migliora se stesso. Questo è accetto a Dio il quale vuole la nostra perfezio­ne. Infatti, come due amici, frequentandosi assi­duamente, sogliono conformarsi anche nélle abitudini, così noi, conversando familiarmente con Gesù e la Vergine nel meditare i misteri del Rosario, e formando insieme una sola vita nell’Eucaristia, possiamo divenire, pur nei nostri limiti, simili ad essi, e apprendere da questi sommi modelli il vivere umile, povero, nascosto, paziente e perfetto. Con la pratica dei Quindici Sabati si conse­guono tutti gli effetti prodigiosi del Salterio Mariano, che il Beato Alano così riassume: “La riforma dei costumi nelle famiglie e nei popoli, la penitenza e contrizione dei peccati, il disin­ganno e il disprezzo del mondo, il rispetto e la venerazione alla Chiesa, la più agevole e alta perfezione”.

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Valore della pratica dei 15 sabati.

Se qualcuno indicasse un luogo dove è nascosto un tesoro, tutti si affaticherebbero a gara nel prenderne e arricchirsene. Ben altro tesoro di ricchezze indefettibili e di meriti celesti è riposto nella devozione dei Quindici Sabati del Rosario. L’eccellenza di questo tesoro ognuno ben può valutare dalla preziosità del Rosario inte­ro, che è l’orazione più cara a Maria, la più favorita dai Santi, privilegiata dai Pontefici, dif­fusa tra i popoli, confermata da Dio stesso con stupendi prodigi e dalla Beatissima Vergine con grandi promesse. Si aggiungano a tutto questo i meriti e le grazie smisurate che ottiene l’anima contem­plando la vita, la passione e la gloria di Gesù Cristo. L’eccellente pratica dei Quindici Sabati non contiene soltanto quello che vi è di più santo e di più efficace nel Rosario, cioè la memoria delle azioni di Gesù, ma la frequenza dei sacra­menti, massime la Comunione fatta in memoria di quel che fece per noi il Salvatore, la perseve­ranza nella preghiera e l’intercessione della Vergine Santissima. Ancora, essa congiunge a tutte queste cose una diligenza particolare, per essere graditi a Dio e santificarsi durante la spazio di quindici settimane.

Principali esercizi per trarre da questa devozione i beni di cui essa è feconda.

Affinché il cristiano sia più facilmente esau­dito da Maria nelle sue domande, è necessario anzitutto che si rimetta in pace con Gesù per mezzo della Confessione fatta con umiltà e con desiderio di correggersi dei propri peccati, vizi e difetti; soprattutto si terrà immune dal pecca­to mortale vegliando particolarmente su tutte le azioni, e vivrà in un grande raccoglimento, evitando tutte le occasioni di cadute. Le persone di virtù e di pietà si debbono sforzare di essere esatte nelle cose più piccole per amore di Gesù e di Maria. È stato scritto che, per avere tutte le qualità del vero devoto della SS. Vergine, è bene consa­crare all’orazione almeno un’ora al giorno. Ora, ben la consacra un’ora al giorno colui che in una volta o a più riprese recita il Rosario intero. Perciò sarà bene domandare alla SS. Vergine, con i Quindici Sabati, la grazia di reci­tare il Rosario intero tutti i giorni, di meditare i santi misteri e di praticarne con perseveranza le virtù per il resto della vita. È anche da raccomandare di esercitarsi nel corso del giorno in qualche opera di carità: es. fare l’elemosina secondo le proprie forze, visitare gli ammalati, vestire qualche povero, far celebrare una Messa, o distribuire qualche corona, o insegnare agli altri a dire il Rosario, o insegnare il Catechismo, suscitare negli animi l’interesse per il Vangelo, aiutare con la pre­ghiera e con la carità le Missioni Cattoliche, ecc.; dire una buona parola a qualche traviato per il suo ravvedimento, promuovere il mante­nimento del Santuario di Pompei e delle Qpere di beneficenza, cosa che la SS Vergine ha dimostrato con i miracoli di gradire tanto,far leggere i prodigi e le grazie che largisce la Vergine del Rosario per amore del suo tempio di Pompei, grazie che sono riportate nel perio­dico “Il Rosario e la Nuova Pompei”. E chi può, aggiungerà all’Eucaristia una penitenza che si imporrà: una mortificazione degli occhi, un digiuno, un’ora di orazione, un’ora di silenzio, un’ora di lettura che tratti del Rosario, ecc.

La Vergine Promise a S. Domenico, al Beato Alano e ad altri Santi (come riferiscono il Surio, il Biosio, il Ven. Sarnelli, ecc.) una grazia speciale ogni volta che viene onorata con il Rosario di quindici poste”.

Ma riuscirà alla Vergine SS. oltremodo gra­dito indurre altre persone a praticare questa devozione, facendo loro rilevare i vantaggi grandi che se ne ritraggono. Soprattutto si onorerà ciascun mistero con la pratica di una virtù ad imitazione di nostro Signore e della S. Vergine. Quelle persone che si comunicano una volta alla settimana possono nel corso di sette giorni prolungare i frutti del mistero che hanno celebrato rivivendolo nelle preghiere, nelle peni­tenze,nelle elemosine; potranno ripetere ogni giorno la giaculatoria, esercitarsi in quella virtù che si è meditata nel sabato precedente, e così festeggeranno, in quindici settimane, (o anche in quindici giorni) i principali misteri di nostra santa Religione che la Chiesa celebra nel corso di un anno. Infine è utile che la devozione dei Quindici Sabati venga praticata in una chiesa o cappella pubblica in cui sia esposta l’effigie della Vergine di Pompei.




di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys

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