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‘Ho visto il ponte crollare davanti ai miei occhi’. Non so cosa ci abbia salvato, forse un miracolo

La telefonata di Davide Capello, giocatore del Legino, squadra di calcio dilettantistico di Savona, che rassicura sulle sue condizioni di salute dopo il crollo del ponte Morandi

Genova – «Ho visto il ponte crollare davanti ai miei occhi. I detriti del crollo sono arrivati a 20 metri di distanza dalla mia macchina – racconta ancora sotto choc Davide Ricci, che da Bolzaneto si stava recando a Nervi, e ha visto il crollo del ponte mentre guidava lungo l’argine del Polcevera in direzione Sud, all’altezza del bivio per corso Perrone -. Ho avuto come la sensazione che della corrente passasse dall’alto verso il basso, come se un tirante in sostanza sia stato colpito da un fulmine».

Ricci è ancora bloccato all’altezza di Trasta insieme ad altri automobilisti, a seguito della richiesta da parte delle forze dell’ordine di sgomberare la strada perché i mezzi possano raggiungere il luogo della tragedia.

Ha visto crollare il ponte dalla sua abitazione anche Eniada Demiraj, 20 anni, residente nella zona di via Fillak: «Dormivo ed ho sentito un fortissimo rumore – ha raccontato – e ho visto il ponte cadere. Ho subito dato l’allarme a tutto il palazzo e siamo corsi in strada».

«Prima si è sbriciolato il pilone centrale, poi è venuto giù tutto il resto – raccontano al 112 che ha ricevuto la prima chiamata di allarme alle 11,37 – Non ci volevamo credere».

«Abbiamo subito dato l’allerta ma speravamo in uno scherzo– racconta il responsabile della centrale, Sergio Caglieris – poi si è scatenato l’inferno di telefonate e abbiamo capito che era vero».

Tra le macerie, a terra, decine di metri sotto quel che resta del ponte Morandi, arrivano persone che cercano familiari. C’è una una famiglia disperata che cerca notizie del figlio e del suo collega che hanno una ditta di pulizie insieme e con il furgone andavano a Rapallo. Potrebbero essere tra le vetture precipitate.

Deve la vita alla tempestività dei soccorritori un addetto alle consegne letteralmente “appeso” nel vuoto dentro al suo furgone per le consegne.
Il giovane, G.A., 28 anni, è rimasto intrappolato nel veicolo sospeso nel vuoto, sorretto solo da alcuni cavi, ed ha atteso interminabili minuti di essere raggiunto e salvato. I soccorritori lo hanno recuperato in estremis proprio mentre il veicolo oscillava pericolosamente.

Fonte: Il Secolo XIX

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