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Mani_unite1RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO MERCOLEDI’  –  Spesso ci si chiede: ma chi è esattamente un cristiano? Qual è la sua missione nella storia? Vi è una differenza sostanziale tra chi è cristiano e chi invece non lo è? Se differenza sostanziale vi è, in che cosa essa consiste? Sono domande che vengono fatte e alle quali bisogna pur dare una risposta.

Le parole di Gesù sono sufficienti perché il cristiano comprenda qual è la sua verità. Lui è persona che deve indicare venuto sulla terra il regno di Dio. Anzi è persona che deve manifestarlo compiuto nella sua vita. Io sono regno di Dio. Io sono nel regno di Dio. Io vi annunzio la presenza del regno di Dio. Io vi manifesto la sua venuta in mezzo a voi attraverso la sua vita. È questa la differenza tra chi è cristiano e chi cristiano non è. Chi cristiano non è, non è regno di Dio e non lo potrà mai manifestare nella sua verità piena. Potrà anche vivere qualcosa del regno, se è di buona coscienza, mai però potrà manifestare il regno nel suo splendore di cielo, così come ha fatto Gesù Signore.

Come Gesù ha manifestato e instaurato il regno di Dio sulla nostra terra, così deve essere per ogni suo discepolo. Egli deve attestare, rivelare, manifestare, rendere presente con la sua vita il regno di Dio. Lo deve fare attraverso una vita tutta evangelica, tutta intenta all’imitazione di Gesù Signore. Parola ed opera devono essere nel cristiano una cosa sola. Né la parola senza l’opera, né l’opera senza la parola. Lui deve essere vero rivelatore del regno di Dio e deve farlo alla maniera di Dio, di Cristo Gesù: con la potenza della parola e delle opere.

La potenza delle opere che Gesù conferisce ai suoi discepoli è quella di liberare l’uomo dalle conseguenze del suo peccato. Chi tiene in schiavitù l’uomo sono le malattie, la stessa morte, il demonio. Ai tempi di Gesù malattia incurabile era la lebbra. Ebbene, i discepoli di Gesù devono andare per il mondo a guarire gli inferni, risuscitare i morti, purificare i lebbrosi, scacciare i demòni. Dove regnano queste cose vi è un calo in umanità. Vi è pesanti schiavitù, catene invisibili. L’uomo sente il peso di questo carcere senza sbarre e soffoca. Gli manca la vera libertà. È schiavo del suo peccato.

Il missionario di Gesù è persona particolarissima. Lui deve andare nel mondo portando solo il suo corpo. Nient’altro. Materialmente nulla deve dare. Nulla deve prendere dalla gente. Povero entra in una città e povero dovrà uscire da essa. Gratuitamente ha ricevuto e gratuitamente dovrà dare. Lui non è un commerciante. È invece persona incaricata da Dio per portare i suoi divini doni ai suoi figli. Il dono più grande è la pace. Lui deve dare la pace di Dio ad ogni suo fratello. La pace è nel perdono, nella riconciliazione, nella remissione della colpa, nella cancellazione della pena.

La pace che il discepolo di Gesù dona è con Dio, con i fratelli, con se stessi, con l’intero creato. Non è però una pace senza Dio, senza Cristo, senza lo Spirito Santo, senza il discepolo del Signore. La pace è nel dono di Dio, di Cristo, dello Spirito Santo, dello stesso discepolo del Signore. Si accoglie la pace, accogliendo il discepolo. Se il discepolo non è accolto, neanche la pace sarà accolta. Il discepolo se la riprende e si incammina per altri luoghi per incontrare altri uomini e rifare la stessa proposta di pace, riconciliazione, ritorno nella verità e nella giustizia. Il discepolo di Gesù non va nel mondo per imporre la sua pace, la sua parola, il suo Vangelo. Lui va tra i suoi fratelli per offrire tutti questi doni divini. Nell’offerta vi è l’accoglienza o la non accoglienza.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la pace del Cielo. a cura del Movimento Apostolico

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