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Giubileo della Misericordia: le parole di Papa Francesco e San Giovanni Paolo II

Giubileo della Misericordia: le parole di Papa Francesco e San Giovanni Paolo II

“Attraverso il cuore di Cristo crocifisso la misericordia divina raggiunge gli uomini: ‘Figlia mia, dì che sono l’Amore e la Misericordia in persona’, chiederà Gesù a Suor Faustina. Questa misericordia Cristo effonde sull’umanità mediante l’invio dello Spirito che, nella Trinità, è la Persona-Amore”.

Karol Wojtyla invitò a cogliere l’aspetto “più profondo e tenero” dell’amore, cioè quella “sua attitudine a farsi carico di ogni bisogno, soprattutto nella sua immensa capacità di perdono”, di cui Faustina Kowalska, seguendo Cristo, si fece apostola. Legando alla suora polacca “la luce della divina misericordia” riconsegnata, attraverso il suo carisma, dal Signore al mondo, San Giovanni Paolo II esortò l’umanità ad accogliere “nel cenacolo della storia Cristo risorto”:

“E’ importante allora che raccogliamo per intero il messaggio che ci viene dalla parola di Dio in questa seconda Domenica di Pasqua, che d’ora innanzi in tutta la Chiesa prenderà il nome di ‘Domenica della Divina Misericordia’”.

La misericordia, aggiunse ancora, “non perdona soltanto i peccati” ma “viene anche incontro a tutte le necessità degli uomini”: Gesù si è chinato “su ogni miseria umana, materiale e spirituale”. Così anche la Chiesa, testimone di misericordia. Lo ha sottolineato Papa Francesco che il 13 marzo scorso, celebrando la Penitenza in Basilica Vaticana, si è domandato come essa possa” rendere più evidente” tale missione: è un cammino, ha spiegato, “che inizia con una conversione spirituale”: invitando a compiere tale percorso, Francesco ha deciso di indire un Giubileo straordinario “che – ha aggiunto – abbia al suo centro la misericordia di Dio”.

Il Giubileo è l’anno della remissione dei peccati e delle pene dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale. Dunque, sono 365 giorni di solidarietà, speranza, giustizia, impegno al servizio di Dio nella gioia e nella pace con tutti. Ma soprattutto, l’Anno giubilare è l’anno di Cristo, portatore di vita e di grazia all’umanità.

È chiamato «Anno Santo» perché si svolge con solenni riti sacri, ma anche perché ha come obiettivo la santità di vita degli uomini.  Il Giubileo universale può essere: ordinario, se legato a scadenze prestabilite (in genere 50 o 25 anni); straordinario, se viene indetto per qualche avvenimento di speciale importanza; particolare, limitato cioè agli abitanti di una determinata città, provincia, o località. Le sue origini si ricollegano all’Antico Testamento, come spiega il sito della Santa Sede: «La legge di Mosé aveva fissato per il popolo ebraico un anno particolare: “Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel Paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, Né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è il giubileo, esso vi sarà sacro; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest’anno del giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo” (Libro del Levitico)». E la tromba con cui si annunciava questo anno particolare era appunto lo jobel (o yobel). La celebrazione del Giubileo prevedeva, tra l’altro, «la restituzione delle terre agli antichi proprietari, la remissione dei debiti, la liberazione degli schiavi e il riposo della terra».

L’ultimo Anno santo ordinario, quello del 2000, indetto da Papa Wojtyla, ha assunto un significato speciale perché, utilizzando quasi ovunque il computo del decorso degli anni a partire dalla nascita di Gesù nel mondo, sono stati celebrati i 2mila anni dalla venuta di Cristo (prescindendo dall’esattezza del calcolo cronologico). E poi, anche perché è stato il primo Anno santo a cavallo tra la fine di un millennio e l’inizio di un altro: il Giubileo più antico, infatti, fu promulgato da papa Bonifacio VIII nel 1300.

Bonifacio VIII aveva previsto un giubileo ogni secolo. Dal 1475 – per permettere a ogni generazione di vivere almeno un Anno santo – il Giubileo ordinario fu cadenzato con il ritmo dei 25 anni.

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Sarà un Anno Santo della Misericordia, da vivere “alla luce della parola del Signore: ‘Siate misericordiosi come il Padre’”:

“Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, Domenica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre”.

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Non dimentichiamo, ha proseguito il Pontefice, “che Dio perdona tutto e Dio perdona sempre”. L’invito è stato dunque a non stancarsi “di chiedere perdono”:

“Sono convinto che tutta la Chiesa, che ha tanto bisogno di ricevere misericordia, perché siamo peccatori, potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione ad ogni uomo e ad ogni donna del nostro tempo”.

A cura di Redazione Papaboys 

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