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Giovanni Paolo II perdonò il suo attentatore prima dell’ospedale: il racconto di chi era con lui

L’attentato a Giovanni Paolo II che è passato alla storia

A salvarlo fu un miracolo dovuto all’“intervento materno” della Vergine di Fatima

IL RICORDO – “Giovanni Paolo II scivolava e sanguinava, ero sotto shock, ma sapevo che dovevamo agire per salvargli la vita” ha raccontato il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e segretario particolare di Papa Wojtyla.

“Era dietro di lui, alla sua sinistra, quel 13 maggio 1981, quando Ali Agca esplose dalla folla due colpi di pistola che colpirono il Pontefice all’addome”.

Un ricordo vivido, come non potrebbe essere altrimenti, che il cardinale ha condiviso con i pochi presenti alla Messa di questa mattina presto presso l’altare di San Giovanni Paolo II, quell’angolo nella Basilica di San Pietro in cui riposa la salma del Papa polacco meta quotidiana di fedeli e pellegrini.

L'attentato a Giovanni Paolo II che è passato alla storia
L’attentato a Giovanni Paolo II che è passato alla storia (Vatican News)

A concelebrare con Dziwisz, l’Elemosiniere pontificio, il cardinale polacco Konrad Krajewski

A salvarlo fu un miracolo dovuto all’“intervento materno” della Vergine di Fatima, che la Chiesa celebra ogni 13 maggio, disse per tutti gli anni a venire Giovanni Paolo II.

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E alla Madonna si era rivolto il Papa già in quei momenti di lotta tra la vita e la morte, in ambulanza. “San Giovanni Paolo II, nonostante il dolore, aveva mantenuto la calma, si era affidato a Dio e a Maria, e già sulla strada verso l’ospedale, perdendo conoscenza, mi disse che perdonava gli attentatori”, ha aggiunto sempre il cardinale.

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