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Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui?

giovanni battista davanti erodeLc 9,7-9
Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?

La confusione sulla vita futura e presente è tanta. Molte sono le menti che si lasciano fuorviare da idee strane sulla vita dell’uomo sulla nostra terra. Diciamo fin da subito che la vita dell’uomo è una, una sola. Si vive una volta sola in un solo corpo. Non vi è trasmigrazione delle anime da un corpo ad un altro. Non vi è metamorfosi, non vi è rinascita all’infinito, non vi è neanche ritorno in vita di personaggi famosi del passato. Vi è stata qualche risurrezione, ma all’istante stesso della morte, perché l’uomo tornasse a vivere solo per la durata naturale del suo tempo. Poi vi è l’eternità.

Nell’Antico Testamento si conoscono tre sole risurrezioni e tutte risalenti al tempo di Elia e di Eliseo. Si conosce però molto bene la risurrezione dell’ultimo giorno. Questa è dottrina acquisita, certa, perché vera rivelazione. Allora saremo trasformati in spirito.

Venuto meno il primo, allo stesso modo esponevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: «Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro?». Egli, rispondendo nella lingua dei padri, protestava: «No». Perciò anch’egli subì gli stessi tormenti del primo. Giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna». Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture. Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita». Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. Esortava ciascuno di loro nella lingua dei padri, piena di nobili sentimenti e, temprando la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: «Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato il respiro e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il Creatore dell’universo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo il respiro e la vita, poiché voi ora per le sue leggi non vi preoccupate di voi stessi» (Cfr. 2Mac 7,7-23).

Per Elia invece vi era una parola assai oscura di Dio. Si parlava di una sua venuta, prima del giorno del Signore. È una profezia di Malachia.

Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull’Oreb precetti e norme per tutto Israele. Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio (Mal 3,22-24).

Sappiamo che l’interpretazione di queste parole sono state offerte dall’Arcangelo Gabriele a Zaccaria, al momento stesso dell’annuncio della nascita di Giovanni.

Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto» (Lc 1,13-17).

Nell’ignoranza tutto diviene confusione. È peccato conservare il popolo nell’ignoranza.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da ogni ignoranza.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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