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Gigi Proietti, ricoverato in condizioni gravissime, problemi cardiaci. Oggi compie 80 anni

Gigi Proietti, il popolare e amato attore italiano, è ricoverato in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva di una nota clinica romana.

La causa non è il Covid, ma problemi cardiaci. La famiglia ha voluto mantenere il massimo riserbo riguardo alle condizioni di salute del popolare attore, che proprio il 2 novembre compie 80 anni.

Gigi Proietti
Gigi Proietti

Dopo aver conseguito la maturità classica, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma, con l’aspirazione di avvocato. Ma durante quegli anni, trova più piacere nell’esibirsi con la chitarra nei locali notturni della capitale, piuttosto che stare fra i banchi di scuola, infatti, a soli sei esami dati, abbandonerà gli studi e si concentrerà sulla musica imparando a suonare il pianoforte, la fisarmonica e il contrabbasso. Nel contempo, inizia a frequentare il corso di mimica di Giancarlo Cobelli, al Centro Universitario Teatrale, il quale nota subito delle qualità in questo giovane e lo scrittura per uno spettacolo d’avanguardia: “Can Can degli italiani”.

Gli anni della dolce vita

È il 1963 e Proietti comincia a frequentare l’entourage di artisti che rendono più viva e comica Roma: Ercole Patti, Luigi Malerba e Ennio Flaiano del quale metterà in musica l’aforisma “Oh come è bello sentirsi…”. L’anno dopo, continua il suo percorso teatrale, ma sempre con ruoli marginali, cimentandosi con il Gruppo Sperimentale 101, sotto la direzione di Antonio Calende, di Cobelli e anche dello sceneggiatore e scrittore Andrea Camilleri. Vestito da upupa, porta in scena “Gli uccelli” di Aristofane (1964) e, quattro anni dopo, dopo una faticosa gavetta diventa protagonista de “Il Dio Kurt” e “Operetta”, messi in scena al teatro Stabile de L’Aquila. Nel frattempo, si sposa con Sagitta Alter, guida turistica svedese, dalla quale avrà due figlie: Susanna e Carlotta. Comincia a bazzicare anche la televisione, facendosi dirigere da Flaminio Bollini nel film tv La maschera e il volto (1965) accanto ad Aldo Giuffrè.

Debutto sul grande schermo e successo teatrale

Debutta sul grande schermo grazie ad Alessandro Blasetti, il quale lo dirige ne La ragazza del bersagliere (1967) con Leopoldo Trieste, Renato Salvatori, Franca Valeri e Rossano Brazzi. Entrato nel circuito di Cinecittà, lavora in alcune pellicole di Pasquale Festa Campanile, ma anche ne L’urlo (1968) e Dropout (190) di Tinto Brass. Comincia a farsi conoscere anche all’estero, infatti, Sidney Lumet lo dirigerà ne La virtù sdraiata (1969) con Omar Sharif e Anouk Aimée. E dopo Una ragazza piuttosto complicata (1969) di Damiano Damiani, tocca finalmente la notorietà quando viene chiamato a sostituire Domenico Modugno (si disse per un incidente, ma in realtà era per i dissapori con Renato Rascel) nella commedia musicale “Alleluja brava gente” di Garinei & Giovannini, nella parte di Ademar. Finalmente, si impone come attore di primo piano, almeno a teatro! Perché al cinema dovrà faticare ancora molto per trovare una sua collocazione come protagonista, passando da Brancaleone alle crociate (1970) e La mortadella (1971) di Mario Monicelli, a L’eredità Ferramonti(1976) e Bubù (1971) di Mauro Bolognini.

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