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Fra Nicola, un nuovo miracolo: la Commissione Vaticana vaglia su un’altra guarigione

Il primo miracolo ha il nome di Valeria, un piccolo batuffolo di carne, nato dopo 23 settimane di gravidanza da una mamma che disperava di poter portare a termine una gravidanza. Quell’esserino venuto alla luce il 21 gennaio 1986, una piuma di 500 grammi di peso, lungo 30 centimetri, non aveva alcuna speranza di vita: “Aborto inevitabile alla fine del quinto mese “, avevano sentenziato i medici.

VINCE VALERIA – Ma il mondo scientifico non aveva fatto i conti con quell’immaginetta di Fra Nicola attaccata con un cerotto all’incubatrice: per Valeria è la trasfusione quotidiana di una forza che la trasformerà in un gigante in grado di vincere la sua battaglia contro tutto e contro tutti. Ormai tredicenne, riceverà la Comunione dalle mani di Papa, oggi san Giovanni Paolo II a Roma, il giorno della beatificazione di Frate Silenzio , come tutti in Sardegna lo chiamano, il 3 ottobre del 1999.
PAPA FRANCESCO – Se Valeria è stato quello della beatificazione, per il secondo miracolo, indispensabile per la canonizzazione, i Cappuccini di Sardegna confidano molto in papa Francesco. Giusto due anni fa, era un martedì quel 9 giugno 2015, nella chiesa cattedrale a Cagliari si chiudeva il processo cognizionale diocesano super miro, la raccolta cioè di documenti e testimonianze sul presunto secondo miracolo attribuito all’intercessione di Fra Nicola.
IL MIRACOLO – Si tratterebbe della guarigione di una ex infermiera, caposala all’ospedale San Giovanni di Dio, lo storico “civile” del Cima. I fatti risalirebbero al 2001, successivi alla beatificazione del frate questuante di Gesturi celebrata a Roma , in piazza san Pietro, il 3 ottobre 1999. I dettagli di questa prodigiosa intercessione di Fra Nicola restano sigillati nei faldoni che il vice postulatore della causa, padre Ignazio Melis, ha consegnato alla Congregazione per le cause dei santi. Perché la guarigione possa essere definita miracolosa deve essere completa, inspiegabile, immediata e duratura.
VERSO LA SANTITÀ – Sono trascorsi due anni esatti dalla chiusura del processo diocesano su questo secondo presunto miracolo, autorizzato dalla Santa Sede e istruito dal Tribunale ecclesiastico diocesano. Ottorino Pietro Alberti, indimenticato arcivescovo di Cagliari e, per anni a Roma, segretario della Congregazione per la cause dei santi, a proposito di quella di Fra Nicola la definì “molto bella e facile”. Dal giugno 2015 tutta la documentazione inviata a Roma deve ora conoscere una serie di passaggi prima di arrivare al decreto di santità.
L’ITER ROMANO – Decisivo, per il prosieguo della causa, sarà il pronunciamento della Commissione medica. Composta da sette esperti (cinque specialisti e due periti d’ufficio), come nel caso della piccola Valeria Atzori, è chiamata a emettere un verdetto tecnico-scientifico dopo aver vagliato tutta la documentazione (diagnosi, prognosi, terapie) fornita dai colleghi cagliaritani.
Per essere miracolosa la guarigione dovrà essere giudicata dagli specialisti rapida, completa, duratura e inspiegabile secondo le attuali conoscenze della medicina ufficiale. Se ci dovesse essere un pronunciamento unanime (come auspicato dalla famiglia francescana e da tutta la chiesa di Sardegna) a quel punto la strada verso la santità del cappuccino questuante sarebbe tutta in discesa: la parola passerebbe infatti alla Congregazione dei vescovi e cardinali chiamati a chiudere il processo del beato Fra Nicola e a proporne la canonizzazione al Papa.

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VICE POSTULATORE In una piccola stanza del convento, vicina a quella in cui morì Fra Nicola, ha sede la vice postulatura della causa. Padre Ignazio Melis, da 15 anni ne è il silenzioso, infaticabile custode: ordinatissima la fila dei raccoglitori nei quali con scrupolo ha ordinato tutte le testimonianze su Frate Silenzio . Comprensibile il suo riserbo che però non gli impedisce di pensare a scenari futuri: il decreto di santità richiederà infatti una radicale ristrutturazione della cappella del santuario dove attualmente sono custodite le spoglie mortali di Fra Nicola e una ricognizione del corpo per una nuova sepoltura, sullo stile di quella di sant’Ignazio da Laconi.
BEATO MA GIÀ SANTO – Nel santuario al Buoncammino, Fra Nicola – oggi venerato solo in Sardegna, in tutti i conventi cappuccini e celebrato nella liturgia l’8 giugno (l’anno prossimo saranno 60 anni esatti dalla sua morte) – attende di essere iscritto nel calendario dei santi della chiesa universale. Anche se a certificarne per primi la limpida “santità” furono i sessantamila che lo vollero accompagnare, in una Cagliari muta e commossa, al cimitero di Bonaria. Funerale che non troverà paragoni nella storia cittadina. Proprio perché era quello di un santo.
Paolo Matta




Fonte www.unionesarda.it

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