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+++ Esplode la guerra in Terra Santa. Due morti palestinesi, centinaia di feriti.

Si appesantisce il bilancio delle vittime durante le proteste contro la politica del presidente americano per la nuova capitale di Israele. Un giovane palestinese è morto negli scontri con l’esercito israeliano nei pressi della linea di demarcazione con Gaza. Mahmoud al-Masri (30 anni), riferisce la Maan, spiegando “è stato ucciso dall’occupazione a est di Khan Younis”. Il ministero, secondo la stessa fonte, ha detto che sono stati trattati 250 feriti dai medici. In seguito era stata diffusa la notizia della morte di un altro palestinese, ma il ministero della Sanità a Gaza ha precisato che quest’ultimo è in realtà gravemente ferito. Durante il trasferimento in ospedale, l’uomo ha mostrato segni di vita ed è stato subito trasferito in sala operatoria in un tentativo estremo di salvarlo.

Palestinian protestors burn tires as they wave national flags during a protest at the main Square in Gaza City, Wednesday, Dec. 6, 2017. Defying worldwide warnings, U.S. President Donald Trump on Wednesday broke with decades of U.S. and international policy by recognizing Jerusalem as Israel’s capital. (ANSA/AP Photo/Adel Hana) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]
Tra i feriti, oltre 160 sono stati intossicati da gas lacrimogeni, altri contusi da proiettili rivestiti di gomma, sette invece colpiti da colpi di arma da fuoco e altri tre feriti in maniera diversa. A Gaza, a quanto risulta, i feriti sono una quindicina.

“Ho mantenuto la mia promessa elettorale – gli altri non lo hanno fatto”. Così Donald Trump su Twitter in riferimento all’annuncio di voler trasferire l’ambasciata Usa a Gerusalemme e aver dichiarato la città capitale di Israele. Il tweet è accompagnato da un video in cui compaiono gli ex presidenti Usa, Bill Clinton, George W. Bush e Barack Obama, e infine Trump, dove tutti affermano che Gerusalemme è la capitale di Israele, e l’attuale presidente lo ha poi dichiarato ufficialmente.

epa06374195 Palestinians protester burn the US flag during clashes with Israeli soldiers following a protest in the west Bank city Ramallah, 07 December 2017. Palestinians announced general strike and a rage day to protest against US President Donald J. Trump declaration recognizing Jerusalem as the capital of the Israel. EPA/SHADI HATEM

Si infiamma la situazione in Medio Oriente. Dalla Cisgiordania a Gaza, i palestinesi si sono ribellati al riconoscimento da parte degli Usa di Gerusalemme capitale di Israele. Dalla Striscia il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha chiamato alla terza Intifada contro “l’occupazione e il nemico sionista”, mentre gli scontri nei Territori hanno fatto registrare oltre cento feriti. “Il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di Israele – ha tuonato Haniyeh – è una dichiarazione di guerra nei nostri confronti”.

Parole riecheggiate dai canali dell’Isis e di al Qaida, che hanno minacciato di attaccare le ambasciate americane e israeliane. Mentre dal Libano il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha annunciato “un’immensa manifestazione popolare” per lunedì a Beirut. In serata due razzi sono stati lanciati dalla Striscia verso il sud di Israele, ma sono caduti all’interno dell’enclave palestinese. La popolazione delle aree israeliane, al suono delle sirene di allarme, è corsa comunque nei rifugi. Qualche ora dopo è arrivata la risposta di Israele, con colpi di tank e un’incursione aerea che hanno bersagliato due postazioni di Hamas nella parte centrale di Gaza.

Fonte: Ansa on line

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