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Erode mandò a decapitare Giovanni

1VVRIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO SABATO  –  Il profeta di fronte alle accuse persiste nel suo messaggio di conversione: è la sua intraprendenza che alla fine ottiene il riconoscimento dell’autenticità della missione: “il Signore mi ha veramente inviato a voi per esporre queste cose”. Sentiamo parlare spesso di Chiesa tiepida, non capace di annunziare con franchezza la Parola di Dio. Di una Chiesa paurosa, attenta più alle necessità relazionali con i potenti piuttosto che vicina alle esigenze del Vangelo. Papa Francesco ha tracciato per la comunità cristiana un cammino: se essa vuole ritrovare l’ardore dei profeti deve diventare “Chiesa dei poveri, per i poveri”. La sorte che attende i discepoli di Gesù non conosce alternative: come i grandi annunciatori và incontro alle derisioni, alle porte chiuse in faccia, alle aggressioni, al martirio, alle persecuzioni verbali e fisiche. Senza queste prove diventa Comunità annacquata senza slancio, che riposa nel piumone delle certezze umane anziché nella scomoda croce di Cristo.

Nel solco tracciato dai profeti dell’antico testamento, il martirio di Giovanni Battista è l’esempio della fragilità e del coraggio del profeta, che finisce “vittima feconda” del capriccio e del potere intollerante. Ai potenti il Vangelo dà fastidio. E’ spada che taglia la coscienza. Quando non riescono a modellarlo secondo le personali necessità, cominciano a perseguitare, rendendo impossibile la vita dei seguaci di Gesù. Nella prova riecheggiano le parole del MaestroErode aveva paura del Battista. Allo stesso tempo però, cercava con i mezzi a sua disposizione di convincere il profeta a perorare la sua causa. Quanti Erode ancora oggi troviamo nel campo di grano della Chiesa! Quanti falsificatori religiosi con parole dolci e accoglienti si piantano come zizzania nel granaio di Dio per destabilizzarlo!  Ma il loro –anche se visibilmente è nella Casa del Signore-, è altrove. E’ rigidamente saldato nei propri progetti di potere e di conquista. La missione di Giovanni, prepara la via al Signore. In Lui è prefigurata quella di Gesù. Il profeta non può essere catturato se non per il disturbo che arrecano le sue parole o i suoi gesti. Elia era perseguitato da Acab e da Gezabele perché aveva loro rimproverato l’uccisione di un innocente cittadino di Samaria e si erano appropriati del suo podere. Erode aveva sottratto la moglie a suo fratello e aveva ripudiato la propria. Un doppio delitto davanti al quale Giovanni non ha taciuto. Se l’annuncio non viene applicato ai fatti, tradotto nelle situazioni concrete, è, troppe volte, un grido inutile. Quando ci fermiamo su noi stessi, cadiamo nel delirio di onnipotenza, pensando di essere il fine ultimo delle cose. Diventiamo ciechi, trascinando dietro di noi la gente che in buona fede crede alle nostre parole. La profezia e la missione nella Chiesa sarà autentica quando -come Giovanni Battista-, non presenterà se stessa ma Dio. Vogliamo impegnarci ad essere sempre più vicini a Dio e lontani dalle cose del mondo?   a cura di don Salvatore Lazzara

 

 

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