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HomeNewsSancta SedesEcco 8 curiosità che non conosci sull’altare della Basilica di San Pietro

Ecco 8 curiosità che non conosci sull’altare della Basilica di San Pietro

1. Non solo il Bernini – Gianlorenzo Bernini aveva solo 25 anni quando papa Urbano VIII gli commissionò la realizzazione dell’altare della Basilica di San Pietro. Era uno scultore straordinario, ma come architetto non era eccellente; intelligentemente, preferì includere l’acerrimo rivale Borromini nel suo gruppo di lavoro. Anche suo padre Pietro, scultore molto noto a Roma, e suo fratello Luigi hanno lavorato al progetto.

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2. Il bronzo del Pantheon

Per realizzare il baldacchino usarono del bronzo proveniente da Venezia e in più estrassero, fusero e riciclarono bronzi del Pantheon di Agrippa.

A Roma era una pratica comune usare materiali “presi in prestito” (come il marmo, metalli, pietre preziose, ecc) da altre opere d’arte. Ma questo non dev’essere andato a genio a qualche romano, al punto che fu coniato il detto “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini”. Una espressione latina che, tradotta letteralmente, significa: “Quello che non hanno fatto i barbari, lo hanno fatto

i Barberini”. Scoperto, l’autore di questa Pasquinata si pentì di quanto detto e chiese perdono, sul letto di morte, al papa e alla famiglia Barberini.

3. Un baldacchino come un edificio

Anche chi è stato diverse volte davanti a questa straordinaria opera, non sarà mai consapevole della sua altezza. Pur essendo gigantesca, dentro la magnifica basilica si perde. Il baldacchino è alto 28 m, come un palazzo di 10 piani.

 

4. Tante api e tanti soli

Chi viene ad ammirare questa opera, poi si chiede perché sia adornata da così tante api e soli. Non si trovano solo nel baldacchino, ma sono rappresentati anche in diversi punti, dentro e fuori la basilica, perché è il simbolo della famiglia Barberini, a cui apparteneva Papa Urbano VIII.

abeja-barberini

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colonna_tortile_san_pietro_bernini5. Le foglie che adornano le colonne

In tutte le colonne, ad eccezioni di quelle che rappresentano l’Eucaristia, si possono vedere delle foglie di alloro; una probabile allegoria al noto talento poetico di Urbano VIII in lingua latina, dato momento che con esso venivano incoronati i poeti classici.

6. La donna incinta

Sotto ogni colonna in stile salomonico dell’altare si trovano otto fregi di marmo con lo stemma delle api della famiglia Barberini e le chiavi e il mitra del papa. Se non si presta attenzione sembrerebbero uguali, ma non lo sono. Ognuno di essi è diverso e rappresenta (in senso orario a partire dal primo, vedi disegno) il ciclo di una donna incinta: dal momento del concepimento fino al parto e nell’ultimo fregio si vede il volto del bambino appena nato.

Ancora adesso questa rappresentazione è un mistero che ha dato adito a così tante storie e leggende. Alcuni dicono che rappresenti una nipote di Papa Urbano VIII che aveva avuto una gravidanza molto difficile; per celebrare la nascita, il Pontefice avrebbe fatto realizzare questi ornamenti. I maliziosi pensano che siano una serie di messaggi massonici che sembrano usciti da un romanzo di Don Brown. Ma la cosa più probabile è che, essendo il Bernini così devoto, abbia voluto in questo modo rappresentare la “Madre Chiesa”.


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7. Il rosario e medaglie

Pochi conoscono questo dettaglio, e le sue piccole dimensioni lo possono far passare inosservato agli occhi del visitatore. In una colonna è fusa la rappresentazione di un rosario. A un’estremità c’è un crocifisso e all’altra ci sono tre medaglie, che potrebbero rappresentare san Pietro, san Paolo e la porta del Giubileo del 1625. Si dice che in questo modo il Bernini abbia voluto dedicare, al termine dell’opera, il suo lavoro alla Madonna.

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Dall’altra parte della stessa colonna dove c’è il rosario (quella di sud-ovest), è possibile notare un’altra medaglia, che sembrerebbe rappresentare papa Urbano VIII.

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8. Le lucertole

Un’altra rappresentazione molto curiosa è data da una serie di lucertole. C’è un profondo significato religioso: le lucertole sono in grado di cambiare pelle e far crescere una nuova coda, diventando un simbolo della Resurrezione.

La prima lucertola (colonna di nord-ovest) guarda verso il sole, simboleggiando la contemplazione del divino.

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Una seconda lucertola, nella colonna nord-est, tiene in bocca uno scorpione, che nell’Apocalisse è la rappresentazione del male.

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Un’altra lucertola è nella colonna nord-ovest, vicino ad una delle medaglie.

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Continuando ad osservare si possono trovare dei bellissimi angeli, allori, insetti, e molti altri dettagli che il genio Gianlorenzo Bernini ha, per qualche motivo, voluto lasciare in memoria fino ad oggi.




Fonti: Roma LeggendariaUn paseo por la historia.

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