“Nelle periferie, nella “nostra terra di Calabria, nella Locride, in questi nostri piccoli centri aspromontani – ha detto ancora mons. Oliva – tutto appare più difficile: migliorare di poco le condizioni di vita, cambiare le cose. L‘attenzione generale sembra rivolta altrove, laddove si giocano gli interessi del potere economico e politico” mentre “chi si trova nelle periferie sembra essere escluso”. “Di noi – il monito del presule – si parla solo in negativo e questo condiziona gravemente il nostro sviluppo. Chiediamo alla Madre di liberarci” da questa immagine. Per il vescovo della Locride “dobbiamo riconoscere che il rinnovamento della società passa attraverso il rinnovamento interiore della persona”, curare la persona “è perciò curare la società”. Il benessere, ha fatto poi notare, “si recupera attraverso il pentimento e il perdono. Ma dobbiamo dare a ciascuno il tempo del ravvedimento. Solo l’uomo che prende coscienza dei propri peccati e ritrova la gioia del perdono è capace di riprendere il cammino della vita. Una società senza perdono è una società senza amore”. Una società che condanna, ha concluso, “è una società senza cuore”. Solo col perdono “si ritrova la forza di ricominciare. Quel perdono che il Signore concede, perché ha fiducia nell’uomo”. Fonte: Agensir