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Diocesi Ferrara Comacchio, Mons. Negri voto è diritto e dovere

1633488-luigi-negriEMILIA ROMAGNA – FERRARA – “La partecipazione alla vita sociale e politica del Paese è un gravissimo obbligo di coscienza civile e, per i cristiani, cristiana”: lo scrive monsignor Luigi Negri indirizzando un messaggio ai fedeli della diocesi Ferrara-Comacchio “e a tutti gli uomini di buona volontà”. In prossimità delle elezioni del 25 maggio, il vescovo dichiara la propria “vivissima preoccupazione riguardo alla loro incidenza sul delicato momento storico che il nostro Paese sta attraversando”. “Nutro infatti la viva e fondata preoccupazione che un forte astensionismo – aggiunge – potrebbe determinare una situazione di grave difficoltà dal punto di vista della convivenza sociale e del funzionamento delle istituzioni statuali”. La partecipazione al voto è, per mons. Negri, “un diritto-dovere inderogabile, e l’assenteismo non potrebbe che favorire ulteriormente queste situazioni difficoltose”. Il vescovo chiede dunque di “pregare intensamente la Vergine Maria, madre del Signore Gesù Cristo e madre della Chiesa, perché sostenga con la sua protezione il cammino del nostro popolo”, di seguire “la pia pratica del fioretto” e di partecipare a una messa, in onore di Maria, martedì 20 maggio nella cattedrale di Ferrara o nella concattedrale di Comacchio.

Il vescovo di Ferrara-Comacchio sottolinea inoltre nel suo messaggio alla diocesi “l’incredibile violenza a cui è sottoposta la nostra sorella cristiana Mariam Yahya Ibrahimche in Sudan, condannata a morte dal tribunale di Khartoum per apostasia. Accusa assolutamente infondata”. “Non dimenticando che in ogni cristiano è colpita tutta la Chiesa”, mons. Negri chiede “ai parroci e ai rettori delle chiese di informare il popolo che i suoni delle campane quotidiane, tradizionalmente dedicati alla Madonna, siano offerti, insieme alle nostre preghiere, per la felice conclusione di questa vicenda. Noi suoniamo le campane perché siamo certi che se avvenisse questo ulteriore delitto non solo morirebbe una persona, ma si farebbe un altro tragico passo verso l’inciviltà; perché quando viene meno l’amicizia e la benevolenza fra le varie componenti di una realtà statuale viene meno il collante della vita sociale”.  Fonte: Agensir

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