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Diamo una mano ai nostri sacerdoti

Chi sono per noi i sacerdoti? Perché ha valore sostenerli nella missione quotidiana? E perché non tutti i cristiani si sentono interpellati in prima persona dalla necessità di partecipare al loro sostentamento? Domenica 22 novembre, Giornata nazionale delle Offerte per i preti diocesani, sarà l’occasione per dialogare con i fedeli su questi temi, e fare un forte appello alla raccolta e alla comunione nelle 26 mila parrocchie italiane.

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Le risorse per il clero vengono soprattutto dall’8xmille. Ma rispetto ad esso l’Offerta è un passo in più. Ha sì origine concordataria come la firma, ma è segno di una consapevolezza ulteriore, di una scelta di corresponsabilità verso la Chiesa. E richiede una piccola spesa rispetto all’8xmille, che invece non costa nulla e si limita a destinare una quota dell’Irpef nazionale.

L’Offerta è un grazie a chi ogni giorno si fa pane spezzato per il popolo di Dio, quei ministri della Parola e dei sacramenti la cui porta è sempre aperta, promotori di progetti di carità, che non solo rispondono alle molte emergenze innescate dalla crisi, ma cambiano le persone e il volto del territorio, sollecitando tutti ad essere migliori, ad aprirsi con generosità verso gli accresciuti bisogni di famiglie, pensionati e giovani. Che, in una parola, ci insegnano ad avere un cuore instancabile, come quello del Padre.

Alla vigilia del Giubileo straordinario e con il Natale alle porte, donare -magari poco ma in tanti- per il sostentamento del clero diocesano è il modo che i fedeli hanno oggi per accompagnare questi missionari della misericordia là dove fanno la differenza. Dalle città ai piccoli paesi. Preti promotori del lavoro per i giovani come don Renzo Zocca, che a Verona ha avviato all’insegnamento laureati e diplomati disoccupati grazie ad un accordo con il locale Provveditorato agli studi; o don Massimo Bottarel e don Massimiliano Cristiano che nell’unità pastorale di Villadossola (in diocesi di Novara) con una colletta tra i fedeli hanno avviato borse lavoro per donne vittime di violenza domestica e famiglie disagiate. Lo stesso hanno fatto a Gragnano (Napoli), don Luigi Milano e don Alessandro Colasanto, aprendo un pastificio artigianale gestito da alcuni giovani della parrocchia di San Leone II.

E ancora: parroci che formano alla fede e alla legalità dalla Calabria al Piemonte, sia ispirandosi a modelli come il beato don Pino Puglisi, sia riutilizzando per il bene comune il patrimonio sottratto alle mafie: da don Francesco Picone, successore di don Giuseppe Diana a Casal di Principe (Caserta), a don Vito Gaudioso che ad Andria dalle terre confiscate destina alla Caritas diocesana aiuti alimentari per 900 famiglie. E ancora padre Lino Dan che a Milano, nella parrocchia di San Fedele, che fu la chiesa di Alessandro Manzoni, l’autore dei ‘Promessi sposi’, con un progetto su misura accompagna le coppie lungo l’intera vita matrimoniale. O don Francesco Pati, uno dei sacerdoti al centro della campagna Cei per le Offerte 2015: responsabile delle case d’accoglienza nella diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, da 33 anni si dedica ai senza fissa dimora.

Fino a don Alfredo Levis, parroco di montagna nelle 10 frazioni di Sospirolo (Belluno) che, con l’arrivo del freddo, va a dire Messa nelle case perché ad anziani e malati non manchi l’Eucaristia. L’Offerta diventa così un nuovo punto di vista, a dir poco inedito, sull’opera dei sacerdoti, dal più lontano al nostro, pietra nell’edificio della Chiesa-comunione prefigurata dal Concilio.

Redazione Papaboys (Fonte www.avvenire.it/Laura Delsere)

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