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Dalla Cei l’invito alle parrocchie italiane: in preghiera per la pace l’8 giugno!

papa-francesco - CopiaCHIESA ITALIANA – Domenica 8 giugno “con il Papa, in preghiera per la pace”. È l’invito che la presidenza della Conferenza episcopale italiana rivolge a tutte le chiese in Italia. Domenica, infatti, nella Solennità di Pentecoste, i presidenti di Israele, Shimon Peres, e della Palestina, Mahmoud Abbas, si recheranno in Vaticano per un incontro di preghiera per la pace insieme al Santo Padre, che li ha invitati nel corso della sua recente visita in Terra Santa.

“Ho invitato il presidente d’Israele e il presidente della Palestina – ha ricordato il Papa mercoledì scorso, durante l’udienza generale – ambedue uomini di pace e artefici di pace, a venire in Vaticano a pregare insieme con me per la pace. E per favore, chiedo a voi di non lasciarci soli: voi pregate, pregate tanto perché il Signore ci dia la pace, ci dia la pace in quella Terra benedetta! Conto sulle vostre preghiere”.

Raccogliendo l’invito del Papa, “la presidenza della Cei chiede che in tutte le chiese domenica 8 giugno, celebrando la Pentecoste, si preghi per la pace in Medio Oriente e per il buon esito dell’incontro di preghiera convocato in Vaticano”.

All’incontro di preghiera per la pace in Terra Santa convocato da Papa Francesco in Vaticano per domenica 8 giugno ci sarà anche il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo. Lo confermano a Vatican Insider autorevoli fonti del patriarcato. La decisione sarà ufficializzata con ogni probabilità domani, dopo la riunione del sinodo durante la quale il patriarca presenterà l’iniziativa.

Era stato Papa Francesco a invitare Bartolomeo durante l’incontro avvenuto nella sede del patriarcato greco-ortodosso sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme. Il patriarca di Costantinopoli aveva accolto l’invito, riservandosi però di dare una risposta.

La presenza del successore dell’apostolo Andrea accanto al successore dell’apostolo Pietro, in occasione dell’arrivo in Vaticano dei presidenti israeliano e palestinese rappresenta un segno importante dell’impegno dei cristiani per la pace in Terra Santa. E attesta come le Chiese «sorelle» intendano continuare nel cammino intrapreso a Gerusalemme. Diventa infatti evidente che l’abbraccio ecumenico, i passi per l’unità dei cristiani, non sono un problema interno alla cristianità e non riguardano soltanto cattolici e ortodossi, ma vanno oltre lo stesso mondo delle religioni. La comunione e l’unità dei cristiani è un segno di pace e di riconciliazione che ha come orizzonte il destino di tutta l’umanità, a partire dai conflitti che ancora lacerano la Terra Santa.

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