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Dal presidente Mattarella uno scossone per tutti i partiti: è urgente la legge elettorale

Il capo dello Stato ha sottolineato l’esigenza che il Parlamento provveda alla nuova normativa elettorale per il Senato e all’elezione di un giudice alla Corte Costituzionale. La pazienza del presidente della Repubblica sembra essersi esaurita. ESergio Mattarella scuote i partiti sulla legge elettorale: oggi ha ricevuto al palazzo del Quirinale il presidente del Senato, Pietro Grasso, e la presidente della Camera, Laura Boldrini.

Ai due ospiti il capo dello Stato ha sottolineato l’esigenza che il Parlamento provveda «sollecitamente al compimento di due importanti adempimenti istituzionali: la nuova normativa elettorale per il Senato e per la Camera e l’elezione di un giudice della Corte Costituzionale», che deve essere ancora rimpiazzato.

Il capo dello Stato ha chiesto ai presidenti di Senato e Camera di trasmettere ai rispettivi gruppi parlamentari l’urgenza che rivestono entrambe le questioni per il corretto funzionamento del nostro sistema istituzionale. Un richiamo “morbido” e rispettoso delle prerogative parlamentari, quello di Mattarella, che non ha voluto scegliere la più impegnativa via del messaggio alle Camere.

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Significativa anche la scelta dei tempi: a 4 giorni dalle primarie del Pd (stasera su Sky c’è l’atteso confronto tv fra i tre candidati Renzi, Orlando ed Emiliano) che dovranno designare il prossimo segretario e che, col loro celebrarsi, chiudono una fase di stasi della politica.






Sull’onda del coro di dichiarazioni di plauso all’iniziativa di Mattarella una prima risposta c’è stata: Boldrini ha immediatamente riunito i capigruppo della Camera e si è deciso di mettere nel calendario dell’aula per il 29 maggio, assieme alla manovra correttiva dei conti, il tema della riforma della legge per andare al voto.

La necessità di una riforma è una conseguenza della sentenza della Corte Costituzionale, che il 25 gennaio scorso ha dichiarato la parziale illegittimità dell’Italicum. La palla ripassa ora ai partiti.




Fonte: Avvenire on line

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