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Dal 1° gennaio 2017 saremo l’unico Paese senza una misura contro la povertà

Nell’ultimo anno sono stati realizzati significativi passi in avanti per colmare questa carenza, avviando una misura transitoria destinata a 3 poveri su 10 e la discussione della legge delega. L’Alleanza contro la povertà ora chiede l’approvazione della legge delega e un Piano nazionale contro la povertà: «non siano scaricate sui poveri le conseguenze negative dell’instabilità politica».

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«Perché far pagare ai poveri le conseguenze dell’instabilità politica?»: è questa la domanda che l’Alleanza contro la povertà ha scelto come titolo per il suo appello, lanciato ieri, con cui torna a chiedere l’approvazione della legge delega che introduce il REI-Reddito d’Inclusione (era all’esame della Commissione Lavoro del Senato prima della sospensione dei lavori pre-referendum) e il collegato Piano nazionale contro la povertà.

Dall’inizio della crisi, le persone in povertà assoluta in Italia sono aumentate del 155%: nel 2007 erano 1,8 milioni, oggi sono 4,6 milioni. Povertà assoluta è un termine tecnico, ma significa miseria: chi è in questa condizione non riesce a raggiungere uno standard di vita definito dall’Istat “minimamente accettabile”, in termini di alimentazione, abitazione, vestiario, trasporti ed altre esigenze primarie. Per anni abbiamo ripetuto che l’Italia insieme alla Grecia era l’unico Paese europeo a non avere una misura nazionale di contrasto alla povertà: tra pochi giorni, da gennaio, saremo gli unici. La Grecia infatti ha deciso di introdurre nel 2017 un sostegno pubblico a chiunque si trovi in povertà assoluta.
Nell’ultimo anno sono stati realizzati significativi passi in avanti per colmare questa carenza. Vi hanno lavorato insieme il Governo e le principali forze parlamentari, di maggioranza e di opposizione. L’Alleanza contro la povertà ha contribuito attraverso un’attività costante di sensibilizzazione, pressione e proposta. È stata così avviata una misura transitoria, destinata a 3 poveri su 10. È, soprattutto, cominciato il percorso parlamentare della legge delega per l’introduzione del Reddito d’Inclusione (REI), giunto a buon punto. Il REI dovrebbe rivolgersi a tutti i poveri, fornendo loro un contributo monetario, per affrontare le difficoltà economiche di oggi, insieme agli strumenti per costruirsi un domani migliore (formazione professionale, nidi per i figli, sostegno psicologico e così via, in base alle diverse esigenze di ognuno).

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L’incertezza politica, però, rischia ora di vanificare i passi in avanti compiuti, proprio quando bisognerebbe portare a compimento il lavoro svolto, introducendo finalmente nel nostro Paese un sostegno rivolto all’insieme della popolazione povera. L’unico modo per evitarlo è che il Parlamento approvi – in tempi brevi – la legge delega e che sia predisposto il Piano nazionale contro la povertà, nel quale specificare tutti i passaggi attuativi da compiere per l’introduzione del REI. L’Alleanza contro la povertà auspica che non siano scaricate sulla parte più debole della società italiana le conseguenze negative dell’instabilità politica. Chiede, dunque, al Presidente della Repubblica, del Consiglio dei Ministri e ai Presidenti di Camera e Senato che l’azione del Governo e del Parlamento pongano tra le priorità la lotta alla povertà e, a tutte le forze politiche di collaborare affinché si giunga in tempi rapidi a:
• approvare la legge delega di introduzione del Reddito d’Inclusione (REI);
• predisporre il Piano nazionale contro la povertà con un investimento tale da rendere i servizi territoriali realmente inclusivi.





Fonte www.vita.it – foto Giuseppe Cacace / Getty Images

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