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Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna

gesùtxRIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO SABATO –  L’errore dei Giudei non è nella mancanza di fede in Cristo Gesù. È non fede nel Padre, in Dio. Essi non sanno chi è Dio. Non sanno che il Dio nel quale credono è amore eterno ed infinito, carità senza misura, divina onnipotenza illimitata. Ignorano che il loro Dio mai finora si è fermato al già acquisito. Sempre il Signore ha manifestato ai figli di Israele questo loro vizio di fede: fermarsi alle opere date da Lui nel passato storico.

Voi siete i miei testimoni – oracolo del Signore – e il mio servo, che io mi sono scelto, perché mi conosciate e crediate in me e comprendiate che sono io. Prima di me non fu formato alcun Dio né dopo ce ne sarà. Io, io sono il Signore, fuori di me non c’è salvatore. Io ho annunciato e ho salvato, mi sono fatto sentire e non c’era tra voi alcun Dio straniero. Voi siete miei testimoni – oracolo del Signore – e io sono Dio, sempre il medesimo dall’eternità. Nessuno può sottrarre nulla al mio potere: chi può cambiare quanto io faccio?». Così dice il Signore, vostro redentore, il Santo d’Israele: «Per amore vostro l’ho mandato contro Babilonia e farò cadere tutte le loro spranghe, e, quanto ai Caldei, muterò i loro clamori in lutto. Io sono il Signore, il vostro Santo, il creatore d’Israele, il vostro re». Così dice il Signore, che aprì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti, che fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi a un tempo; essi giacciono morti, mai più si rialzeranno, si spensero come un lucignolo, sono estinti: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa, per dissetare il mio popolo, il mio eletto. Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi. (Is 43,10-21).

Non avendo in Dio che è capace di trasformare la carne e il sangue di Cristo in cibo e in bevanda di vita eterna, dicono a Gesù: “Questa parola è dura. Chi può ascoltarla?”. Tutte le parole della fede sono dure per la mente e il cuore dell’uomo. Nessuna è comprensibile. Esse sono tutte portatrici di un mistero insondabile. Ma risiede proprio in questo la fede: fondare la propria vita non sulla Parola di Dio, ma sul Dio che dona la Parola. È Dio che deve essere ritenuto degno di fede. Una volta che questo processo si compie nel cuore, allora ogni Parola di Dio è credibile, perché detta da Lui, non perché comprensibile e accettabile per se stessa. Per se stessa sarà sempre dura.

È quanto opera Pietro nella sua professione di fede. Lui salta il mistero del pane della vita. Esso è troppo alto per la sua mente. È infinitamente oltre il suo orizzonte culturale, sociale, religioso, di fede. Lui non crede nelle parole di Gesù, crede in Gesù che dice parole di verità, santità, giustizia, pace, carità, vita eterna. Se Gesù è l’uomo dalla parola sempre vera, quanto oggi ha detto del pane di vita, è verità. Credendo fermamente in Gesù, Pietro crede in tutto ciò che Lui dice, anche se è incomprensibile e inafferrabile per qualsiasi mente umana.

Quella di Pietro deve essere per tutti la dinamica perenne della fede. Questo vuol dire che l’annunciatore della Parola di Gesù deve essere credibile allo stesso modo di Gesù che era annunciatore della Parola del Padre. “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Come io sono credibile per il Padre, voi dovete esserlo per me. Non vi dovrà esistere alcuna differenza. La similitudine con Gesù dovrà essere perfetta. È questa similitudine la vera via della fede oggi, domani, sempre.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci credibili per Cristo Gesù. a cura del Movimento Apostolico

 

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