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Cristo Redentore con la maglia azzurra, l’Arcidiocesi di Rio fa causa alla Rai

mondiali-brasile-2014La maglia numero 10 di Antonio Cassano sul Cristo Redentore in uno spot della Rai non è piaciuta all’Arcidiocesi di Rio de Janeiro, che ora chiede all‘emittente televisiva italiana una cifra compresa tra i cinque e i sette milioni di euro come risarcimento. Lo racconta il quotidiano brasiliano ‘Globo’, in un articolo nel quale si sottolinea l’indignazione della chiesa sia per l’utilizzo blasfemo dell’immagine, sia perché il Cristo Redentore è coperto da diritti d’autore, amministrati dalla stessa arcidiocesi, e rappresenta un intero Paese e la sua cultura.

Al momento, scrive il quotidiano, la cifra indicata non è ufficiale e non è stata ancora notificata alla Rai che comunque è stata già raggiunta dalla lettera dell’avvocato incaricato.

Sulla polemica attorno allo spot interviene monsignor Antonio Interguglielmi, cappellano della Rai, che ha dichiarato alla Adnkronos: Che l’immagine del Cristo Redentore di Rio de Janeiro vestito con la casacca 10 di Cassano sia una immagine “blasfema” e in qualche modo “offensiva” non ci sono dubbi, ma la polemica attorno allo spot Rai è stata “eccessiva. Basterebbero le scuse ufficiali, non ne farei una questione monetaria”.

”Mi è sembrata una polemica eccessiva. Che il Cristo con la maglia di Cassano sia un po’ blasfemo non c’è dubbio ma non ne farei una questione monetaria. A me tutto sommato – prosegue il cappellano della Rai – è sembrata una cosa non voluta. E’ certamente prudente il ritiro dello spot, ma basterebbero scuse ufficiali senza troppi polveroni e tantomeno richieste di soldi”.

Edio Costantini, presidente del Centro Sportivo Italiano che ieri ha festeggiato i 70 anni di vita in piazza San Pietro insieme a papa Francesco nonché ‘padre’ della Clericus Cup, il popolarissimo campionato di preti e seminaristi del Vaticano, esprime tutta la sua indignazione per lo spot al centro di polemiche nel quale “anche la fede viene ridotta a merce. In un tempo in cui i valori religiosi sembrano diventati quasi insignificanti e tutto è diventato commercio – afferma il ‘padre’ del campionato di calcio vaticano all’Adnkronos -, è giusto che si faccia sentire l’indignazione anche con un atto di forza”.

”Viviamo in un mondo che ha messo Dio in panchina e questo è inaccettabile”, evidenzia Costantini. Sulla stessa lunghezza d’onda don Mario Lusek, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport, che non può fare a meno di evidenziare il “fastidio” per lo spot del Cristo vestito da calciatore.

Dal canto suo, il ‘padre’ della Clericus Cup ragiona sulla necessità di un “ritorno al rispetto delle regole nel momento in cui l’uomo viene sopraffatto dal mercato”.

Nel caso in questione, l’arcidiocesi di Rio de Janeiro, scendendo in campo contro lo spot ha chiesto un risarcimento di parecchi milioni di euro al punto che c’è chi, polemicamente, ha sostenuto che è come se ci fosse un tariffario anche per Dio. ”Il fatto è che, a questo punto, è sacrosanto un atto di forza per ripristinare i valori – evidenzia ancora Costantini -. E meno male che ancora esiste chi si indigna”.

Sulla vicenda era intervenuto anche Don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana che in un suo editoriale aveva scritto: “Questo spot della Rai sta suscitando diverse critiche. Come al solito, anche nella pubblicità si è voluto strafare. Ci siamo appropriati di un simbolo che non ci appartiene, vestendolo con la maglietta azzurra della Nazionale di calcio. Cristo, sì, ci appartiene. Ma quella statua del Corcovado fa parte della storia del Brasile. Noi siamo riusciti a fare un doppio torto: primo, abbiamo ferito la sensibilità di tutti i cristiani per l’uso commerciale di un simbolo religioso; secondo, abbiamo invaso il terreno dei brasiliani. Più sobrietà e meno presunzione gioverebbe non solo negli spot per promuovere la Nazionale italiana ai Mondiali di calcio in Brasile, ma non guasterebbe neppure ai nostri stessi giocatori, se vogliamo puntare a qualche risultato significativo e non ripetere l’ingloriosa esperienza di Città del Capo in Sudafrica.”. Fonte Adnkronos/Famiglia Cristiana.

Il video con lo spot della Rai:

1 COMMENTO

  1. Ottimo che la Diocesi di Rio si sia mobilitata per chiedere rispetto.
    Per mezzo del Cuore Immacolato di Maria Santissima, il Signore benedica L’Arcivescovo e il Brasile.

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