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HomeVerbum DominiCostui è l’erede. Su, uccidiamolo!

Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!

64450_3931252058524_126867732_nRIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO VENERDI’ – La missione profetica non è stata mai facile in Israele. Gli uomini, presso i quali venivano inviati, provocavano loro sofferenze indicibili, compreso lo stesso martirio. Il Secondo Libro delle Cronache è testimone della cattiveria dell’uomo contro di essi.

Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l’ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio. Allora il Signore fece salire contro di loro il re dei Caldei, che uccise di spada i loro uomini migliori nel santuario, senza pietà per i giovani, per le fanciulle, per i vecchi e i decrepiti. Il Signore consegnò ogni cosa nelle sue mani. Portò a Babilonia tutti gli oggetti del tempio di Dio, grandi e piccoli, i tesori del tempio del Signore e i tesori del re e dei suoi ufficiali. Quindi incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi. Il re deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all’avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremia: «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni». Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremia, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!”». (2Cr 36,15-23).

Con Gesù questa cattiveria raggiunge il sommo. Egli viene tolto fuori della vigna ed ucciso per un motivo di vero ateismo religioso. Questi uomini non vogliono che Dio regni sopra di loro. Vogliono essere padroni assoluti della loro vita e dell’intera vigna. Il loro pensiero deve essere unica verità, legge, statuto, precetto, forma e modalità della religione da essi praticata ed insegnata. La loro è una religione senza obbedienza vera al Signore. È solo obbedienza all’uomo. Questa è purissima idolatria. È il sommo della corruzione. Il Signore è totalmente estromesso dalla sua vigna. Cosa dovrà Lui fare? Piantarsi un’altra vigna, affidandola ad un altro popolo perché la faccia fruttificare.

Questa parabola è un monito per tutti noi cristiani. Nessuno pensi e nessuno creda di essere padrone assoluto della fede e della verità di Dio. Nessuno osi farsi possessore della volontà del suo Signore. Se farà questo si trasformerà ben presto in un omicida spirituale e anche fisico dei suoi fratelli. Si uccide un uomo quando lo si priva della verità della fede e della religione. Si uccide un profeta in molti cuori quando lo si calunnia a motivo della purissima verità di Dio da lui annunziata e proclamata.

Movimento Apostolico

 

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