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Coronavirus, non c’è tregua in Lombardia. Aumentano i contagi, particolarmente a Milano

Sono nuovamente aumentati i contagi nella città metropolitana di Milano dove si registrano in totale 17.689 positivi al Covid-19 con un aumento di 412 nuovi casi, di cui 246 nella sola Milano città. Ieri c’erano stati 277 nuovi casi in provincia e 105 nel capoluogo lombardo.

Complessivamente in Lombardia i nuovi positivi sono 1.091 (ieri erano 1.071), per un totale di 71.256. In calo i decessi, i ricoveri e le terapie intensive.

Continua, per il quinto giorno consecutivo il calo dei malati di coronavirus in Italia.

Sono 106.527 gli attualmente positivi, 321 in meno di ieri. Sono salite a 25.969 le vittime per coronavirus in Italia, con un incremento di 420 in un giorno. Ieri l’aumento era stato di 464. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile. Superano le 60mila le persone guarite dal coronavirus in Italia. Ad oggi sono 60.498, con un incremento rispetto a ieri di 2.992. L’aumento ieri era stato di 3.033.

Italia coronavirus fase 2

Prosegue ancora il trend in calo dei ricoveri in terapia intensiva per coronavirus. Ad oggi sono 2.173, 94 in meno rispetto a ieri. Di questi, 756 sono in Lombardia, 34 in meno rispetto a ieri. Dei 106.527 malati complessivi, 22.068 sono ricoverati con sintomi, 803 in meno rispetto a ieri e 82.286 sono quelli in isolamento domiciliare.

Sono nuovamente aumentati i contagi nella città metropolitana di Milano dove si registrano in totale 17.689 positivi con un aumento di 412 nuovi casi, di cui 246 nella sola Milano città. Ieri c’erano stati 277 nuovi casi in provincia e 105 nel capoluogo lombardo. Sono i dati resi noti dalla Regione Lombardia.

Sono 1091 i nuovi positivi in Lombardia per un totale di 71.256 secondo i dati forniti dalla Regione. In calo i decessi che sono 166 (ieri 200) per un totale di 13.106. I posti in terapia intensiva sono calati di 34 unità a quota 756 e i ricoveri sono scesi di 401 per un totale di 8.791. I dimessi sono 1.162 (totale 45.382). I tamponi effettuati sono 11.583.

Lazio, 78 casi, sesto giorno sotto i 100 – “Oggi registriamo un dato di 78 casi di positività e prosegue un andamento stabilmente sotto i 100 casi e un trend al 1,3%. Dobbiamo proseguire e stabilizzare questa discesa. Aumentano i controlli sulle Rsa e le strutture socio-assistenziali private accreditate. Sono ad oggi 506 le strutture per anziani ispezionate su tutto il territorio”. Così l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato al termine dell’odierna videoconferenza della task-force regionale per il COVID-19 con i direttori generali delle Asl e Aziende ospedaliere e Policlinici universitari e ospedale Pediatrico Bambino Gesù. L’assessore aggiunge inoltre che oggi “terminano le ulteriori misure restrittive per il Comune di Celleno. Proseguiranno i controlli negli accessi delle case di riposo”.

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Dal 4 maggio sarà probabilmente necessaria l’autocertificazione solo per gli spostamenti tra una Regione e l’altra e non servirà invece per uscire e muoversi all’interno dei Comuni e della stessa Regione. E’ questa l’ipotesi allo studio del governo in vista della fase 2. Il nuovo modulo dovrà essere utilizzato da chi viaggia da una regione e l’altra, uno spostamento che sarà consentito – almeno nella prima fase – solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute, come avviene già oggi per tutti i movimenti.

 Iss: netto miglioramento ma cautela  – “La curva si è piegata, possiamo guardare con fiducia al futuro, ma con cautela – ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso dell’inaugurazione dell’Edificio Alto Isolamento dell’Istituto Spallanzani di Roma -. Ci sono le condizioni per programmare il domani ma con i piedi ben piantati nell’oggi. Il virus circola ancora nel nostro territorio, guai a pensare che la battaglia sia vinta. Abbiamo creato le condizioni ma adesso prudenza e gradualità massima, siamo davanti a un nemico difficile”.

“Dalle curve del contagio si vede oggi una situazione diversa rispetto alle settimane precedenti: questo grazie alle misure drastiche che abbiamo adottato ma anche grazie agli italiani che sono stati all’altezza della sfida drammatica”, ha detto ancora Speranzai Roma. “Ci siamo trovati tutti di fronte a un fatto epocale che sarà ricordato sui libri di storia – ha detto ancora – Uno tsunami che ha sconvolto le vite di ciascuno di noi. Lo Stato, le istituzioni, le regioni hanno risposto con forza e determinazione a questa onda anomala entrata nelle nostre vite. In poco tempo le Regioni, le comunità, i presidi sanitari hanno messo in campo una sfida nuova”.

“Le istituzioni ci sono: qui c’è stata una Regione all’altezza, che ha affrontato con coraggio una sfida tremenda, una Regione dove c’è la Capitale: ne va dato merito al presidente Zingaretti e all’assessore D’Amato”.

Conferenza stampa all’Istituto superiore di sanità sull’andamento epidemiologico del Covid-19. La situazione epidemiologica è nettamente migliorata – ha detto il presidente dell’Istituto Silvio Brusaferro -, ma c’è una circolazione del virus che continua e di cui tener conto, e ci vuole cautela nelle misure di riapertura. Il numero dei casi di Covid-19 “si sta riducendo dappertutto, ma è ancora necessaria prudenza rispetto alle misure di riapertura perché la situazione è diversificata nel Paese”.

“La curva mostra che i sintomatici si riducono, ma ci sono ancora casi, anche questi però in riduzione. Aumenta l’utilizzo dei tamponi. Crescono gli asintomatici o coloro che hanno patologie lievi e si riducono i pazienti critici. Inoltre le età più avanzate, con più patologie, sono a maggior rischio mortalità”.

La maggiore concentrazione dei casi “si ha nelle Rsa, a livello familiare e al lavoro”, ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Brusaferro. Inoltre, ad aprile, ha detto, “sono aumentati i casi tra le donne”.

Al Nord e in Lombardia l’epidemia “è partita molto prima, di sicuro a gennaio e forse anche prima”. Il dato è emerso alla conferenza stampa all’Istituto superiore di sanità sull’andamento epidemiologico di Covid-19.

“L’indice di contagio in Italia è tra 0,2 e 0,7 ma ci vuole poco a tornare sopra la ‘soglia’”, ha affermato il ricercatore Merler.

In Lombardia “ci sono centinaia di casi che hanno avuto sintomi prima di febbraio”, ha spiegato Stefano Merler dell’Istituto Kesler alla conferenza stampa all’Iss. “Credo – ha detto – ci siano state introduzioni multiple del virus, e ciò spiega come mai al 20 febbraio ci siamo trovati già con centinaia di casi”.

La eventuale ripresa del calcio “credo sia una decisione difficile da prendere, ma per questo sport non ci sono condizioni di rischio ‘zero’ e in questo caso c’è anche un contatto fisico. Il rischio non è zero”, ha affermato Gianni Rezza dell’Istituto superiore di sanità.

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