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Coronavirus, il toccante messaggio di Don Gabriele: ‘Pregare significa già sperare’

“Tra il vestibolo e l’altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: Perdona, Signore, al tuo popolo”.

 

Coronavirus

 

Il coronavirus sta colpendo in maniera aggressiva anche l’Italia, le precauzioni che quindi si stanno prendendo, per evitare il contagio, sono molte e riguardano tutti i campi della vita di ognuno di noi.

 

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Mentre monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano ed il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia dispongono la sospensione delle Celebrazioni Eucaristiche – invitando l’Italia intera alla Preghiera e alla richiesta di protezione da parte della Beata Vergine Maria, invocata col titolo di Madonna della Salute – vi riportiamo di seguito un bellissimo e toccante messaggio del parroco di Castiglione d’Adda, don Gabriele, sul quale vi invitiamo a rifelttere.

 

Coronavirus, il toccante messaggio di Don Gabriele 'Pregare significa già sperare'
‘Pregare significa già sperare’

 

“Cari fratelli e sorelle, nessuno di noi forse avrebbe mai pensato di trovarsi nella situazione nella quale invece siamo venuti a trovarci. Il nostro animo è frastornato. L’emergenza sembrava così lontana, invece è qui in casa nostra.

Anche questo fatto ci porta a considerare come nel mondo siamo ormai un’unica grande famiglia. Ora ci dobbiamo attenere alle indicazioni che le autorità preposte hanno stabilito, tra cui la cessazione della celebrazione della Santa Messa.

È facile in questa situazione lasciarsi andare spiritualmente diventando apatici nei confronti della preghiera ritenuta inutile. Vi invito invece cari fratelli e sorelle ad incrementare la preghiera che sempre apre le situazioni a Dio.

Ci rendiamo conto in congiunture come la presente della nostra impotenza, perciò gridiamo a Dio la nostra sorpresa, la nostra sofferenza, il nostro timore.

Mi è venuto in mente il brano che si legge il Mercoledì delle Ceneri tratto dal profeta Gioele laddove si dice:

‘Tra il vestibolo e l’altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: Perdona, Signore, al tuo popolo’.

Non ho vergogna di dirvi che ieri dinanzi al Tabernacolo e alla statua dell’Assunta anch’io ho pianto e vi chiedo di innalzare con me al Signore il grido della nostra preghiera e del nostro pianto.

Pregare significa già sperare.

Vi ricordo tutti nell’Eucaristia quotidiana …

Quando sentirete suonare le campane della Messa, unitevi al sacerdote che offrirà il sacrificio del Signore per tutti.

Domani mattina, dopo la Messa che celebrerò alle 11, uscirò da solo sul sagrato della parrocchiale benedicendo con il Santissimo Sacramento tutta la parrocchia e tutto il paese.

Stiamo uniti nella preghiera. Il vostro parroco, don Gabriele”.

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