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Consegnato il premio Ratzinger: per la prima volta una donna tra i vincitori

Si è svolta questa mattina nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, la cerimonia di premiazione della quarta edizione del Premio “Joseph Ratzinger” che ogni anno celebra quegli studiosi che si sono particolarmente distinti nell’attività della ricerca scientifica di carattere teologico. In rappresentanza del Santo Padre, a motivo dei numerosi impegni della sua mattinata, è intervenuto il prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, il cardinale Gerhard Ludwig Müller. Il servizio di Roberta Barbi per la Radio Vaticana:

Ha riservato due primati l’edizione di quest’anno del Premio “Joseph Ratzinger” che celebra il grande impegno di studioso del Papa emerito, che non a caso è stato soprannominato “il Mozart della teologia”: il prestigioso riconoscimento, infatti, è andato per la prima volta a una donna, Anne-Marie Pelletier che insegna Ermeneutica ed Esegesi biblica a Parigi, e a un sacerdote di nazionalità polacca, mons. Waldemar Chrostowski, biblista impegnato nel dialogo cattolico-giudaico. In rappresentanza del Papa, il cardinale Müller, a capo del dicastero che fu di Ratzinger per 24 anni, ricorda quanto è importante immergersi nella teologia del Papa emerito per i candidati agli Ordini sacri, per i futuri insegnanti di religione, per gli operatori pastorali ma anche per tutti i cattolici:

Consegnato il Premio Ratzinger per la ricerca teologica

“Con le sue opere, il Papa emerito ha fatto dono alla Chiesa e a tutti gli uomini di ciò che aveva di più prezioso: la sua conoscenza di Gesù, frutto di anni e anni di studio, di confronto teologico e di preghiera, perché Benedetto XVI faceva teologia in ginocchio: sono le parole di Papa Francesco”.

Nel suo intervento, il porporato ha ripreso le parole pronunciate da Papa Francesco alla premiazione del 2013 del medesimo riconoscimento, quando aveva sottolineato il ruolo della fede che, unica, illumina la nostra ragione e ci spinge verso la volontà di Dio. Questo è il contributo originale della prima Enciclica del Santo Padre, “Lumen Fidei”:

“La teologia non è soltanto parola su Dio, ma prima di tutto accoglienza e ricerca di un’intelligenza più profonda di quella parola che Dio ci rivolge: parola che Dio pronuncia su se stesso, perché è un dialogo eterno di comunione che ammette l’Uomo all’interno di questo dialogo”.

In apertura di cerimonia, il presidente della Fondazione Vaticana “Joseph Ratzinger-Benedetto XVI”, mons. Giuseppe Scotti, nel suo saluto introduttivo ha presentato i due premiati come “persone che si lasciano afferrare dalle parole di Gesù” e che “accompagnano i giovani verso Cristo nella complessità dei tempi che viviamo”. Per ribadire la motivazione della scelta dei premiati, ha citato alcune parole di Papa Francesco nell’incontro a Caserta con il pastore pentecostale Traettino, nel luglio scorso:

“Ci sono cristiani che confondono il camminare con il girare: non sono camminanti, sono erranti e girano qua e là nella vita. Sono nel labirinto e lì vagano, vagano… Manca loro la ‘parresia’, l’audacia di andare avanti, manca loro la speranza. Il Santo Padre ha dato queste caratteristiche molto belle: è la fotografia spirituale delle due persone che abbiamo davanti a noi”.

Al cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Vaticana “Joseph Ratzinger-Benedetto XVI”, è stato affidato infine il compito di tracciare il profilo della professoressa francese, autrice di due libri sul tema donne e cristianesimo:

“È una personalità di forte rilievo nel cattolicesimo francese contemporaneo, che unisce a un meritato prestigio scientifico e versatile, vivacità culturale, un’autentica dedizione a cause assai importanti per la testimonianza cristiana nella società”.

E un breve ritratto del sacerdote polacco, che è anche redattore generale di una rivista teologica nel suo Paese:

“È un infaticabile, apprezzatissimo divulgatore della conoscenza della Bibbia, attraverso corsi di formazione, esercizi spirituali, pellegrinaggi. È inoltre impegnato nel dialogo cattolico-giudaico e polacco-giudaico. Unisce, dunque, al rigore scientifico, la passione per la Parola di Dio, il servizio alla Chiesa e la sollecitudine per il dialogo interreligioso”.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana

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