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In Colombia la firma di uno storico accordo di pace. E la diplomazia vaticana ha fatto il suo….

Cambio di pagina in Colombia: la firma questa notte a Cartagena dell’accordo di pace tra il governo e le Farc, le Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane, accordo che – raggiunto dopo 4 anni di negoziati favoriti anche dalla Santa Sede – intende chiudere il conflitto più lungo della storia dell’America Latina.

Il card. Parolin al suo arrivo a Cartagena - Foto AP
Il card. Parolin al suo arrivo a Cartagena – Foto AP

Durato 52 anni ha fatto circa 220 mila vittime e provocato quasi 7 milioni di sfollati. Prima della firma il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha celebrato per tutti i partecipanti allo storico evento una Liturgia della Parola.

E’ arrivato il momento che tutto il Paese aspettava: la firma ufficiale e definitiva dell’accordo di pace!

A firmare l’accordo di pace il presidente colombiano, Santos e il capo delle Farc, Lodrono. Presenti alla cerimonia in cui tutti erano vestiti di bianco, 15 capi di Stato e 27 ministri degli Esteri, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e l’Alto Rappresentante Ue, Mogherini. A rappresentare la Chiesa il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, mentre la Comunità di Sant’Egidio, a cui si deve un importante supporto ai colloqui di pace, ha partecipato con una delegazione. Nell’occasione, in mattinata il cardinale Parolin ha celebrato per tutti gli invitati una Liturgia della Parola a carattere interreligioso, per pregare insieme per la riconciliazione e l’unità del Paese. La liturgia si è tenuta nella chiesa principale di Cartagena, davanti alla tomba di San Pietro Claver, il missionario spagnolo che si dedicò all’assistenza degli schiavi deportati dall’Africa.

Nella suo intervento il porporato ha ricordato prima di tutto la vicinanza di Papa Francesco che in questi anni “ha seguito con grande attenzione gli sforzi alla ricerca della concordia e della riconciliazione senza prendere parte – ha precisato – alle soluzioni concrete che sono state negoziate”. Il Papa, ha confermato il segretario di Stato, “ha sempre promosso il rispetto dei diritti umani e dei valori cristiani, che si trovano al centro della cultura colombiana”. E ha sottolineato: “Credo che tutti noi che siamo qui presenti siamo coscienti che siamo sì alla conclusione di un negoziato, ma anche all’inizio di un processo, ancora aperto, di cambiamento, che richiede l’apporto e il rispetto di tutti i colombiani”

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Sull’esempio di san Pedro che ha saputo incontrare e valorizzare essere umani trattati come merce, ha continuato il cardinale Parolin, oggi la Colombia “deve alleviare il dolore di tanti suoi abitanti umiliati ed oppressi dalla violenza, deve arrestare l’odio e cambiare la direzione della sua storia, per costruire un futuro migliore con istituzioni giuste e solide”, a partire dall’incontro. “Il metodo più sicuro per dare inizio ad un futuro migliore è ricostruire la dignità di chi soffre” facendosi a lui vicino, ha detto ancora, perché la pace che anela la Colombia va oltre il pur necessario perfezionamento di determinate strutture o convenzioni, e trova il suo centro nella ricostruzione della persona: di fatto, le cause profonde del conflitto che negli ultimi decenni ha lacerato questo Paese si trovano nelle ferite del cuore”.

E alle vittime del conflitto si è rivolto nel suo intervento durante la cerimonia della firma il leader delle Farc, Lodrono, chiedendo perdono per tutto il dolore causato a tanti con la violenza che così a lungo ha insanguinato questa terra.




il servizio è di Adriana Masotti per la Radio Vaticana

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