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Chi accoglie colui che manderò, accoglie me

avvento (610 x 546)RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO GIOVEDI’ – Siamo nel Cenacolo. Gesù finisce di lavare i piedi ai suoi discepoli, riprende le sue vesti e ricomincia ad ammaestrare i suoi apostoli. Il Padre ha mandato Cristo Gesù. Il Padre è più grande di Cristo Gesù. Cristo Gesù deve al Padre ogni obbedienza. Deve vivere di purissimo e santo ascolto. Non può sostituirsi a Lui. Se si fosse sostituito, sarebbe stato un impostore. Avrebbe preso il posto del Padre, che non è consentito ad alcuno di usurpare.

Gesù manda i suoi apostoli nel mondo. Gesù è più grande degli Apostoli. È il loro Signore. È colui che li ha fatti e costituiti. Mai loro dovranno prendere il posto di Gesù. Sempre dovranno vivere di perfetta e santa obbedienza. Mai dovranno sostituirsi a Lui, neanche in un piccolissimo pensiero. Loro dovranno essere fedeli a Gesù allo stesso modo che Gesù è stato fedele al Padre. Se loro faranno questo, saranno beati, perché vivranno secondo la loro verità. La beatitudine di un uomo è sempre nel rispetto della sua verità. Loro sono discepoli, non maestri; inviati non invianti. Per poter parlare, dovranno perennemente ascoltare il loro Maestro, il loro Signore, Colui che li ha inviati.

Gesù non ha scelto Giuda per errore, per mancanza di conoscenza, per una svista, o perché lo ha dovuto accogliere per una particolare raccomandazione da parte di qualche uomo. Nulla di tutto questo. Gesù ha scelto Giuda per farne un suo vero Apostolo. Non lo ha scelto perché fosse o divenisse il suo traditore. Traditore Giuda si è fatto. Gesù vedeva la sua caduta dalla fede, il suo cambiamento di cuore e di mente, avrebbe voluto salvarlo, ma nulla ha potuto fare. La volontà di Giuda si è chiusa ad ogni richiamo di grazia e di misericordia, di verità e di luce.

Se Gesù nel Cenacolo rivela che uno di loro sta per tradirlo, non lo rivela per mettere in difficoltà il traditore. Lo fa unicamente per manifestare agli altri discepoli la sua divina essenza, il suo essere Dio. Gesù coglie ogni occasione per rivelare ai suoi Apostoli la verità del sua Persona. “Io sono”. Questo è il suo nome. “Io sono” è il nome di Dio. È il nome del Dio che è Gesù. I discepoli non si trovano dinanzi ad un puro e semplice uomo. Loro stanno dinanzi ad un uomo che è Dio. Sono dinanzi al loro Dio che si è fatto uomo: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.

Loro sono mandati nel mondo non per essere i messaggeri di un uomo. Loro sono i messaggeri di Dio, sono gli inviati del Figlio Unigenito del Padre. Tra loro e Cristo Signore vi dovrà essere la stessa relazione che vi è tra Gesù e il Padre. Chi vede Gesù vede il Padre. Chi accoglie Gesù accoglie il Padre. Chi vede i discepoli vede Gesù. Chi accoglie i discepoli, accoglie Gesù. Accogliendo i discepoli si accoglie il Padre. Questo potrà avvenire se tra Gesù e i discepoli vi sarà la stessa obbedienza che vi è tra il Padre e Cristo. Cristo vive di perenne ascolto del Padre, i discepoli devono vivere per ascoltare sempre e solo il loro Maestro e Signore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, donaci la virtù dell’ascolto e della pronta obbedienza. Angeli e Santi di Dio, fate che chi vede noi veda Cristo Signore. a cura del Movimento Apostolico

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