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Che Natale sarà? 3 pensieri sulla nascita del bambino che accendono il cuore!

Che Natale sarà? Cerchiamo di prepararci a questo evento di Salvezza e Gioia, nonostante le tribolazioni personali e dell’intero mondo che viviamo. Abbiamo scelto per voi, tre piccoli pensieri sul Natale.

Quest’anno il mio Presepe è ancora vuoto. C’è il paesaggio, il fiume, il cielo e la grotta con la natività, e nient’altro.

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Non è esattamente vuoto, più che altro è spopolato. Non ci sono i pastori, gli zampognari, le pecorelle, gli angeli. Solo un paesaggio e un bambino con la sua famiglia. Un vuoto da riempire: troppo silenzio, troppa solitudine. E non ho più i pastori, li avrò smarriti ? chissà … ; e, allora, quest’anno decido io chi mettere nel mio presepe, davanti a quella grotta, in cammino verso quel neonato.
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Mi piacerebbe che tutti i miei personaggi, in un modo o nell’altro, somigliassero a quel bambino, che avessero il suo volto; ma non è facile scegliere: Dio ha sei miliardi di volti. E quel bambino mi fissa l’appuntamento dinanzi a quei volti.
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L’itinerario per arrivare a lui passa attraverso tutte le strade del mondo e soltanto “perdendo tempo” con quei volti ho la certezza di giungere puntuale dinanzi a lui. È sempre così. (di Don Mimmo Battaglia)

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QUESTO E’ UN NATALE NUOVO

(di David Maria Turoldo)

Sì, si è fatta troppa poesia sul Natale. Si è trasformata l’Incarnazione in un’orgia di consumo. Ma la saturazione del profano, la condanna del pretestuoso, dell’inutile sta diventando una conquista. Anche questo forse è un segno di nuovi tempi. Non è il caso di essere pessimisti. C’è tutta una gioventù cristiana che non ama più commuoversi a Natale. E il povero non si lascia più sedurre dal pacco di Natale. Provate voi a preparare il famoso pranzo per i poveri: certo, il barbone è sempre pronto ad approfittarne; ma perfino il barbone sa che deve mangiare tutto l’anno e non solo a Natale. Anche l’uomo della strada ormai conosce le cifre della vergogna. Lo sanno tutti che ogni anno nel mondo muoiono per fame milioni di uomini….

Allora? Quanti Natali nella tua vita!

Forse cinquanta, forse settanta, ottanta! Duemila Natali! Ma ai Suoi occhi mille anni sono come un giorno che è già passato. L’importante è che ogni anno succeda qualcosa e tu possa dire: ecco, questo è un Natale nuovo.

PERCHE’ SONO NATO

(di Lambert Noben)

Sono nato nudo, dice Dio,
Affinché tu sappia spogliarti di te stesso.

Sono nato povero,
Affinché tu possa considerarmi l’unica ricchezza.

Sono nato in una stalla,
Affinché tu impari a santificare ogni ambiente.

Sono nato debole, dice Dio,
Affinché tu non abbia mai paura di me.

Sono nato per amore,
Affinché tu non dubiti mai del mio amore.

Sono nato di notte,
Affinché tu creda che posso illuminare qualsiasi realtà.

Sono nato persona, dice Dio,
Affinché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.

Sono nato uomo,
Affinché tu possa essere “dio”.

Sono nato perseguitato,
Affinché tu sappia accettare le difficoltà.

Sono nato nella semplicità,
Affinché tu smetta di essere complicato.

Sono nato nella tua vita, dice Dio,
Per portare tutti alla casa del Padre.

A MANI VUOTE

(di S. Fausti)

Ai tempi di re Erode, la notte in cui nacque Gesù, gli angeli portarono la buona notizia ai pastori.


C’era un pastore poverissimo, tanto povero che non aveva nulla. Quando i suoi amici decisero di andare alla grotta portando qualche dono, invitarono anche lui.
Ma lui disse: “Io?” Ma gli altri tanto dissero e fecero, che lo convinsero.


Così arrivarono dove era il bambino, con sua madre e Giuseppe. Maria aveva tra le braccia il bambino e sorrideva vedendo la generosità di chi offriva cacio, lana o qualche frutto. Scorse il pastore che non aveva nulla e gli fece cenno di avvicinarsi. Lui si fece avanti imbarazzato. Maria, per avere libere le mani e ricevere i doni dei pastori, depose dolcemente il bambino tra le braccia del pastore che era a mani vuote.

Il Signore che nasce possa colmare tutta la nostra vita per farci portatori di un Dono sempre nuovo, il più bello di tutti.

A cura della Redazione Papaboys

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