Il dramma della disoccupazione, la “tragedia della persecuzione che colpisce soprattutto i cristiani”, l’educazione e il contrasto all’ideologia del gender. I vescovi – riporta il comunicato finale – esprimono “apprensione solidale per le tante persone senza lavoro” e “per i cristiani perseguitati e uccisi”; per questi ultimi hanno pregato martedì, nella Giornata in memoria dei missionari martiri. Circa la teoria del gender, questa – ha detto nella prolusione il cardinale presidente Angelo Bagnasco – “si nasconde dietro a valori veri – come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione… – ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano per edificare un ‘transumano’ in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto d’identità”. Parole che hanno avuto “piena condivisione”, “a fronte di una linea di pensiero che riduce l’identità sessuale a costrutti sociali. La preoccupazione aumenta davanti alla costatazione di come tale teoria si diffonda nelle scuole, spesso sottraendo a genitori ignari il diritto di educare i loro figli”. Tra gli argomenti dibattuti, è stato inoltre deciso “di preparare una lettera pastorale” che “impegni la prossimità della Chiesa nel momento della sofferenza e del lutto”, “prendendo spunto dalla prassi che si sta diffondendo circa le esequie in caso di cremazione”.
Sabato 3 ottobre verrà riproposta, anche quest’anno, una veglia di preghiera in piazza San Pietro alla vigilia dell’apertura del Sinodo. Lo ha deciso il Consiglio permanente della Cei, riunito a Roma per la sua sessione primaverile. Le risposte al questionario predisposto dalla Segreteria del Sinodo “dimostrano – rileva il comunicato finale dei lavori – come il cammino sinodale abbia suscitato un notevole entusiasmo sui temi della famiglia, riconoscendo in essa non solo un ambito pastorale, ma una dimensione irrinunciabile per la vita della Chiesa e della società”. “In un contesto culturale segnato da relazioni fragili, conflittuali o di tipo consumistico, il questionario – prosegue – fa registrare un nuovo desiderio di famiglia, quale fattore di felicità che dà qualità alla vita. Nel contempo, evidenzia l’importanza di una comunità che di questa possibilità ne sia testimone e sappia porsi con un approccio accogliente e misericordioso, capace – più che di proporre facili scorciatoie – d’impegnarsi nella condivisione del cammino: si tratti di itinerari di preparazione alle nozze come di situazioni segnate dal carico della malattia o del fallimento matrimoniale”. Nelle risposte al questionario si raccomanda inoltre “che – proprio per l’importanza dell’alleanza tra sacerdoti e sposi – i candidati al ministero ordinato facciano esperienza reale di pastorale familiare”.
Fonte. Avvenire