Pubblicità
HomeNewsCaritas et VeritasCarlo Acutis. Fece guarire una signora da un tumore, supplicando la Vergine...

Carlo Acutis. Fece guarire una signora da un tumore, supplicando la Vergine di Pompei

Carlo Acutis e quella potente preghiera di intercessione

Riportiamo un estratto dell’intervista fatta da Stefano Lorenzetto ad Antonia Salzano, mamma di Carlo Acutis, per corriere.it

LEGGI: Carlo Acutis. La testimonianza della mamma: ‘La storia di mio figlio è un progetto del Signore…’

Avrebbe mai detto che un giorno sarebbe salito all’onore degli altari?

«Ero certa che fosse santo già in vita. Fece guarire una signora da un tumore, supplicando la Madonna di Pompei».

Che cosa le manca di più di suo figlio?

«L’allegria. Appena morì, ricordo d’aver pensato: e ora chi mi farà ridere? e chi mi aiuterà con il computer? Mi restano i suoi pensieri, detti e scritti: “Non io, ma Dio!”. “Da qualunque punto di vista la si guardi, la vita è sempre fantastica”. “Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie”».

La vita di Carlo durò solo 5.641 giorni.

«In realtà 5.640. Entrò in coma alle 14 dell’11 ottobre 2006, con il sorriso sulle labbra. Credevamo che si fosse addormentato. Alle 17 fu dichiarata la morte cerebrale, la mattina del 12 quella legale. Avremmo voluto donare i suoi organi, ma non fu possibile, ci dissero che erano compromessi dalla malattia. Un bel paradosso, perché il cuore, perfetto, ora sarà esposto in un ostensorio nella basilica papale di San Francesco ad Assisi».

Carlo Acutis e quella preghiera a Pompei
Carlo Acutis e quella preghiera a Pompei

LEGGI: Carlo Acutis. Spunta un nuovo prodigio: una bimba aveva le ore contate…

L’ultimo rende bene l’idea dei social.

«È così, gli uomini d’oggi sono ripiegati su sé stessi. La loro felicità è fatta solo di like. Ma Carlo è l’influencer di Dio».

Non vorrebbe che fosse ancora qui con lei, anziché avere un santo in cielo?

«Ho fatto mia l’invocazione di Giobbe: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!”. I figli non ci appartengono, ci sono affidati. Sento Carlo più presente di quando era in vita. Vedo il bene che fa. Mi basta».

SCRIVI UNA RISPOSTA

Scrivi il commento
Inserisci il tuo nome