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Cambogia: La metà dei bambini vive in condizioni di povertà estrema

Nonostante i notevoli progressi fatti nel settore economico, in Cambogia milioni di bambini sono ancora privi di diritti fondamentali come salute, istruzione e abitazione, e di ogni genere di tutela. Secondo dati ufficiali raccolti dall’Agenzia Fides, circa il 40% della popolazione infantile vive in condizioni di povertà. Tuttavia le cifre potrebbero essere ancora più alte visto che molti piccoli non vengono registrati all’anagrafe e rimangono “invisibili”. La maggior parte di loro vive nelle zone rurali, ma la miseria è in aumento anche nelle città. Le famiglie si disgregano e i bambini rimangono abbandonati per le strade dove sopravvivono sottoposti a rischi estremi. Per molto tempo la Cambogia è stata una delle mete del cosiddetto “turismo sessuale”, e l’abuso sessuale sui minori era molto diffuso, insieme alla prostituzione minorile. Secondo fonti locali, le cose ora sembrano cambiate, con la creazione di strutture che contrastano il traffico e lo sfruttamento sessuale dei minori, anche se il fenomeno purtroppo non è del tutto sradicato e in parte continua in maniera più discreta. Per ottenere questi progressi sono state determinanti gli interventi di varie ong, come Protect, che ha messo a disposizione detective per perseguire i pedofili e le cui denunce sono riuscite a mandarne molti in carcere. Fino al 2003 infatti i pedofili godevano di totale impunità. Un’altra ong per la tutela dei piccoli più vulnerabili è Friends, la cui attività si è estesa ad altri Paesi del sud est asiatico come Laos e Tailandia. Nel corso di 20 anni l’ong è riuscita a dare un tetto a migliaia di bambini di strada a Phnom Penh. Oltre al reinserimento dei minori vittime della prostituzione, attualmente concentra la sua azione sui piccoli abbandonati. Ogni giorno gli operatori di Friends si occupano di circa 1.800 bambini e adolescenti attraverso 4 centri, luoghi dove possono lavarsi e riposare. L’ong ha anche un ristorante dove sono stati formati già 1.500 giovani recuperati dalle strade.

Il turismo sessuale minorile è quella forma di turismo sessuale che prende di mira i minorenni, specialmente in certe zone povere del mondo dell’Asia, dell’Africa e del Sud America, da parte di turisti stranieri con lo scopo di coinvolgerli commercialmente nella prostituzione minorile: tutto ciò fa parte, secondo le disposizioni internazionali, dell’ampia categoria riguardante gli abusi sessuali sui minori. Il turismo sessuale rivolto verso i bambini, ed in genere nei confronti di minorenni, fa pare di un giro d’affari multimiliardario interno al settore globale del turismo a scopo sessuale; rappresenta una forma di prostituzione minorile nell’ambito della più ampia questione dello sfruttamento sessuale minorile a fini commerciali. Vittime di un tale giro d’affari sono circa due milioni di bambini, bambine e minorenni in genere in tutto il mondo. I bambini che si esibiscono nel ruolo di prostituti a pagamento spesso vengono attirati e rapiti per poi essere ridotti in una vera e propria schiavitù sessuale. Gli effetti primari e le conseguenze più a lungo termine, sia fisiche che psicologiche, del turismo sessuale sui bambini può spaziare (secondo la relazione del Dipartimento di Stato USA) dal contrarre il virus dell’HIV, alla tossicodipendenza, alla gravidanza indesiderata ed in genere all’esclusione sociale permanente. L’utenza adulta che cerca nei paesi in via di sviluppo bambini e minori per fini sessuali può essere classificata dal movente specifico; contrariamente a quanto comunemente si può pensare e credere, i pedofili (coloro che cercano bambini in età prepuberale per intrattener con loro rapporti sessuali) non sono la maggioranza di questi “turisti”: vi possono esser difatti molti tossicodipendenti, che possono preferire i bambini in quanto percepiscono il rischio di malattie sessualmente trasmissibili essere più basso; vi sono poi anche utenti situazionali, quelli che cioè non cercano preferenzialmente bambini ma che ne colgono semplicemente l’opportunità se e quando questa si presenti; infine vi può anche essere una completa mancanza di preoccupazione nel verificare l’età effettiva della prostituta in cui si è incappati. La maggioranza dei minorenni sfruttati in questo commercio hanno meno di 12 anni. I pedofili utilizzano generalmente Internet per pianificare i loro viaggi, attraverso la ricerca d’informazioni e negoziazioni sulle effettive opportunità di turismo sessuale in quel dato paese; laddove i bambini si trovano in una situazione di più forte vulnerabilità e disagio sociale ed economico, pertanto nei paesi più poveri. Molti governi nazionali hanno promulgato nel tempo leggi per consentire di poter perseguire penalmente propri cittadini, per abusi sessuali commessi su minori, al di fuori del proprio paese d’origine. Tuttavia, mentre le leggi contro il turismo sessuale possono scoraggiare facilmente i trasgressori situazionali dall’agire impulsivamente, ciò invece non accade con i pedofili i quali si recano appositamente in quei paesi con lo scopo di sfruttare sessualmente i loro cittadini più giovani. di Emanuela Graziosi 

1 COMMENTO

  1. Grazie! il problema è molto forte cerchiamo di far distribuire il film Parla con gli Alberi- Talking To The Trees – scelto come film simbolo dal Parlamento Europeo contro lo sfruttamento sessuale dei minori. Ha vinto vari premi .E’ stato proiettato al Parlamento Eu di Bruxelles il 7 Aprile in presenza del Re del Belgio Albert e della regina Paola , dell ‘Unicef Italia rappresentata da Andrea Iacovini , sostenuto da Amnesty Iternational Francia, Unicef Canada ,Ecpat Italia, ecc
    cordialmente
    Caroline Freddi

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