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A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione?

jesus-eating_tnIl peccato dell’uomo è un potente filtro che impedisce alla verità di entrare nel suo cuore, di invadere la sua mente, di orientare la sua volontà, di determinare la sua storia. Più si pecca e più il filtro diviene agguerrito, tanto agguerrito da non lasciar penetrare nel cuore neanche il più piccolo barlume di verità. Il suo posto è fuori dell’uomo, non dentro. Un uomo senza verità è condannato alla falsità eterna.

Che il cuore sia nel peccato lo attestano le parole che escono dalla sua bocca. Peccato è il cuore, peccato sono le parole. Stolto è lo spirito, stolte sono anche le frasi che da esso vengono fatte venire fuori. Sempre la parola rivela il cuore. Ci svela se in esso regna la verità oppure le tenebre. Se vi è Cristo con la sua Parola, oppure il vizio e la trasgressione con la sua falsità e tenebra. Questa verità Gesù la proclama ai farisei con divina chiarezza. Il cattivo non può dire cose buone. Il buono non può dire cose cattive. La parola è sempre il frutto del cuore. Cuore e parola sono una cosa sola.

Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero. Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive. Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato» (Mt 12,33-37).

Il peccato crea nell’uomo vera insensibilità spirituale alla verità, all’amore, alla giustizia, alla misericordia, alla compassione. È inutile gridare che è cosa giusta che si facciano opere di misericordia, che ci si consacri alla verità, che ci si consegni al vero amore. L’uomo è nel peccato. Se vogliamo che diventi sensibile alla carità, alla verità, ad ogni altra virtù, è necessario che prima venga liberato dal peccato. Ora dal peccato uno solo ci può liberare: Cristo Gesù. Lui però non ci libera attraverso un suo intervento diretto, bensì attraverso l’opera della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica.

Giovanni il Battista è uomo severo con se stesso, austero. Pratica il digiuno, la penitenza corporale. Si nutre di miele selvatico e di locuste. Cosa dice l’uomo di peccato? Che è un indemoniato. Un uomo così austero non può appartenere al Signore. Per l’uomo di peccato il suo Dio è largo, remissivo, assolve sempre. Non c’è bisogno di alcuna penitenza né spirituale né corporale. Ogni licenza verrà assolta. Ogni trasgressione perdonata. Il peccato è parte essenziale della vita.

Viene Gesù, partecipa in tutto alla vita quotidiana così come essa si svolge. Frequenta le case degli uomini. Condivide con essi il cibo e le bevande. Sempre però da persona virtuosa. Sempre temperante in tutto. Cosa dice l’uomo di peccato? Che è un mangione e un beone. Costui non può essere uomo di Dio. Gli manca l’austerità, la temperanza, ogni altra virtù nell’uso delle cose di questo mondo. Quando si giudica dal peccato, tutto viene rivestito di grande male. Il male che è nel proprio cuore viene gettato sulla persona che è dinanzi a noi.

La nostra società oggi è gravissimamente ammalata di peccato. È divenuta insensibile a Gesù Signore, al suo Vangelo, alla sua verità e carità, al suo amore ricco di misericordia e di pietà. Alla Chiesa, sacramento di Cristo, segno di Lui, sua voce e suo cuore per togliere il peccato del mondo, la grave responsabilità della salvezza, oggi.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri nella missione.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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