“O Papa mio”. Ci voleva la creatività dei bambini e la genialità partenopea per trasformare la canzone italiana più famosa al mondo in un abbraccio musicale a Papa Francesco che ha apprezzato divertito questa singolare esecuzione. D’altro canto, il Pontefice si è sentito subito a casa in mezzo a tanti ragazzini festosi, e chiassosi, che gli avranno forse ricordato gli anni in cui, giovane gesuita, insegnava letteratura in un Liceo. Difficile condensare le emozioni di questi bambini, provenienti da sei scuole primarie di Napoli e due di Roma, a rischio abbandono scolastico. Ci ha provato la maestra Patrizia, una docente napoletana, tra le organizzatrici dell’avvenimento che ha intrecciato le emozioni di alunni e insegnanti:
“Loro ci chiedono: scrivi. ‘Ho un amico’, si scrive con l’‘h’ o senza ‘h’? E noi non sappiamo come si fa … Ma tu, ‘o tieni ‘n amico? Papa Francesco, glielo dica lei, alle maestre: con l’‘h’ o senza ‘h’? Noi, da oggi, un amico ce l’abbiamo: è lei. Grazie! (applausi)”
Papa Francesco ha dunque dialogato con i bambini, prendendo spunto dal regalo che gli è stato offerto: una pianta in un vaso contenente terra delle catacombe:
Francesco: “Dentro qui c’è terra delle catacombe, eh?”
Ragazzo: “… delle Catacombe di San Gennaro!”
Francesco: “San Gennaro, eh? Sono le più importanti, no?”
Bambini: “Siii!”
Francesco: “Eh, perché sono a Napoli, eh? [ride, ridono] Eh, siete voi … siete furbi, voi napoletani, eh? E, ma, dimmi: le catacombe sono sulla spiaggia, alla luce di tutto?”
Bambini: “Noooo …!!”
Francesco: “No … Dove sono, le catacombe?”
Bambini: “Sotto terra …”
Francesco: “Sotto terra. E nelle catacombe, c’è la luce?”
Bambini: “Nooo …!”
Francesco: “Cosa c’è?”
Bambini: “Il buio”
Ma, ha proseguito, mi avete portato questa “terra del buio” per “farla diventare luce”, perché – ha detto – la luce è più importante del buio:
Francesco: “Che cosa è più importante – questa domanda – il buio, o la luce?”
Bambini: “La luce!”
Francesco: “La luce! E quando noi siamo nel buio, cosa è importante fare? Andare …”
Bambini: “… alla luce!”
Francesco: “… alla luce. Cercare …”
Bambini: “… la luce!”
Francesco: “La luce. Ma, dentro di noi: sempre. Perché la luce ci dà gioia, ci dà speranza”
E ancora, ha osservato, la pianta che cresce su questa terra rappresenta i frutti “per un mondo migliore”. E questo non lo fa l’odio, lo fa l’amore, lottando uno accanto all’altro come fratelli:
Francesco: “L’amore. E per questo, ti dirò una cosa, eh? Quando l’apostolo Giovanni, che era tanto amico di Gesù – tanto amico, no? – voleva dire chi è Dio, sapete cosa ha detto? ‘Dio è amore’. E’ bello. Chi è Dio?”
Bambini: “E’ amore!”
Francesco: “Più forte!”
Bambini: “Amore!”
Francesco: “Dio è amore. E noi andiamo verso la luce per trovare l’amore di Dio. Ma l’amore di Dio è anche dentro di noi, nei momenti bui? E’ l’amore di Dio lì, nascosto? Sì: sempre! L’amore di Dio non ci lascia mai. Sempre è con noi. Abbiamo fiducia in questo amore, eh?”
Dopo questo dialogo, Francesco si è trattenuto nell’Atrio dell’Aula Paolo VI con i bambini che quasi non volevano lasciar andar via questo maestro così speciale. A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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