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Quel primo peccato di Lucifero che a volte ci somiglia in maniera veramente terribile

Il diavolo esiste e bisogna parlarne.

La Bellezza, l’Intelligenza, la Volontà e tutti i suoi doni di cui egli era stato colmato, egli li possiede sempre, ma sfigurati, irriconoscibili:quella natura angelica di cui si è imprudentemente glorificato, il suo egoismo, la sua cosciente menzogna, l’hanno distrutta senza ritorno. La Bellezza? Miserabile illusione… Lucifero può ancora darsi la più seducente apparenza ed imbrogliare i creduli. Lui però si vede, ed egli indietreggia di orrore tanto è diventato odioso. L’Intelligenza? Deviata, irrimediabilmente, falsata. Quello che è giusto, quello che è vero, ora che è privo di Colui che è la Verità, non potrà mai più raggiungerli. Il suo spirito sublime, di esatte premesse, giungerà sempre a dei risultati falsi senza che gli sia possibile comprendere dove l’errore è scivolato. Lucifero è diventato l’Errore, la Menzogna. La sua logica implacabile, che coglieva tutto, non l’ha abbandonato, ma essa non è più che follia e rivolta. Egli ragionerà, non smetterà più di ragionare, ostinatamente, ma i suoi ragionamenti saranno folli, assurdi a dispetto della loro coerenza apparente. L’intelligenza di Lucifero è una bussola che non conosce più il nord. La Grazia? Purtroppo, egli sapeva che cos’era, se ne ricorda. Ne è privo. Ed è un intollerabile dolore. Dio e la grazia di Dio inaccessibili per sempre! Varrebbe meglio morire! Ma, Lucifero, agghiacciato dalla disperazione, sa bene che egli è un Angelo e che è immortale. Ritornare indietro?! Non lo può. La possibilità di peccare era così infima – così improbabile per via della natura angelica – che Dio non gli ha dato la nozione di pentimento. O, quand’anche l’avesse, vorrebbe servirsene? Il folle orgoglio di Lucifero si inchinerebbe davanti a Dio? Reclamerebbe il suo perdono? Sicuramente no. Lucifero non è più che tenebre e follia, vuoto e vanità. Questa oscurità sorda di lui come lo assordava subito la luce divina. É essa che egli spande sui Cori inferiori, seminandovi la menzogna e l’errore. Miriadi di Angeli di tutti gli Ordini inghiottiscono in questa menzogna seducente: la beatitudine non è in Dio, essa è in noi. Essi non vedono la ferita beante nell’anima di Lucifero, quella ferita che egli dissimula a se stesso quanto lo spaventa.

Migliaia di migliaia – dei Serafini, dei Cherubini, dei Troni, delle Dominazioni, delle Potenze, delle Virtù, dei Principati, degli Arcangeli e degli Angeli – riprendono il grido insensato del loro Principe: “Noi non serviamo! Noi non adoreremo quello che ci è posteriore ed inferiore!”. E, man mano che essi lanciano a loro volta l’assurda sfida, le tenebre calano su di essi, li inghiottiscono.Lucifero è simile ad uno di quei fenomeni cosmici che si chiamano buchi neri, dove s’ingolfano le stelle assassinate. Dal fondo dell’abisso di sofferenza dove ah, certo, ora, i suoi fratelli non lo salutano più con quei nomi gloriosi che gli davano: “Figlio dell’aurora, bellezza perfetta…”. É finito! Ma i titoli che gli gettano non gli dispiacciono: “Principe della Menzogna ! Maestro di Errore! Signore delle Tenebre!”. Il bel Serafino è caduto, quel velo nero della disgrazia assoluta che egli vede abbattersi sulle luminose intelligenze dei suoi fratelli gli apporta, se non un conforto che nulla potrà più dargli, almeno un’amara gioia: egli ha perduto Dio, inconsolabile dolore, ma tutti quelli lo perderanno anch’essi… Egli non sarà dunque solo a dibattersi nell’orrore innominabile, ma ciò è giustizia ora che egli li sa perduti per lui. Come hanno potuto ascoltarlo e distogliersi da quella Bellezza, da quello Splendore, da quell’Amore che colpiscono Lucifero con tutto il loro bagliore?! Ogni nuovo Spirito folgorato provoca presso il Serafino lo stesso soprassalto di soddisfazione. Non è più solamente l’idea che i suoi compagni non avranno parte a quella felicità di cui si è privato che lo rallegra. É il pensiero che ha rubato a Dio quello che Gli apparteneva. Pazzi di angoscia e di dolore, gli Angeli fuorviati lo chiamano, lo insultano, lo maledicono, accusandolo di averli imbrogliati. E, certo, egli ha loro mentito promettendo loro la scoperta in se stessi di una impossibile gioia. Ma non avevano essi una intelligenza sufficiente, un giudizio illuminato, per permettere loro di rivolgersi non verso di lui ma verso Dio ? É liberamente che essi l’hanno seguito, che l’hanno ascoltato, stornando la loro adorazione dal vero oggetto per compiacersi in quella della loro miserabile natura! Essi non aspettavano che l’occasione, egli l’ha fornita loro…!

Menzogna, Errore, Tenebre, egli è tutto ciò, ma resta Principe, Maestro e Signore, questi onori che l’Altro pretendeva ritirargli per darli al Suo Verbo fatto uomo ed alla Donna che Egli vuole chiamare Sua Madre…No, non è ancora abbastanza, con queste moltitudini di Angeli che non smettono di raggiungerlo nella sua caduta, in mezzo alle urla ed alle maledizioni. L’Uomo, la Donna, egli li perseguiterà instancabilmente. Quella felicità, alla quale egli non avrà mai diritto, egli impedirà loro di raggiungerla! Materia essi sono, in parte, e materia saranno completamente grazie a lui, perché egli ucciderà quell’anima che l’Altro diceva superiore a quella dei Suoi Angeli. Egli ucciderà quelle anime così preziose e meglio amate che non lo era la sua.Egli dividerà eternamente quello che l’Altro ha unito! Quale vendetta! Perché alla sofferenza si aggiungono ora, presso Lucifero, una collera furiosa – che il suo spirito viziato non può più orientare contro se stesso, causa di ogni male – ed un odio così immenso come lo era il suo amore. Questo vuoto insondabile che si è installato in lui, solo l’odio può un poco riempirlo, ed egli non se ne priva. La sua follìa non cessa di crescere. Abominevolmente strappato dalla tortura – che si è lui stesso inflitta nella sua ostinazione e nel suo orgoglio, incapace di calmarlo – Lucifero ritorce il suo furore contro Dio. Dio l’ha intrappolato, si è divertito con lui, l’ha imbrogliato! Egli li ha tutti imbrogliati. Egli ha commesso verso di loro una intollerabile giustizia con cui li castiga per pura crudeltà. Tiranno! Ignobile tiranno ! Egli non è degno di troneggiare sulle nubi ! Abbasso il tiranno! L’intelligenza pervertita di Lucifero ha rovesciato metodicamente tutti i dati del problema per riporre la questione a suo modo. L’Amore, egli Lo chiama: odio. La Vita, egli La chiama: morte. La Verità: menzogna. La Giustizia: tirannia, e bianco il nero e nero il bianco… E, prigioniero del suo sistema, della sua logica malata, Lucifero è il primo a credere in quello che egli dice…Egli crede anche – in quell’istante, animato come è dal furore e dalla detestazione, cieco al reale ed al giusto – che la sua potenza di Spirito angelico ha la capacità di prendersela con quel Creatore disonorato dalla Sua volontà di farsi uomo, materia…

La capacità di gettarlo giù dal Suo Trono e di impadronirsene, di diventare Dio, in definitiva. Tale è l’inverosimile programma che egli urla alle sue truppe : “Scalerò i cieli, al di sopra delle stelle di Dio, innalzerò il mio trono, siederò sulla montagna dell’Assemblea, ai confini del Settentrione. Salirò in cima alle nubi. Mi eguaglierò all’ Altissimo. Sarò simile a Dio ! Sarò come Dio!”. Il delirio blasfemo colpisce l’universo di costernazione. Gli Angeli ribelli stessi rimasero colpiti dall’idea che Dio avrebbe potuto annientarli. Sarebbe bastato per far ciò che Egli smettesse di pensarli e, pensandoli, di mantenerli nell’essere. Ma nulla accade. Dio non annienta Lucifero, perché Dio non si pente mai di quello che ha creato. Il delirante Serafino ha già dimenticato che cos’è la Saggezza divina ed egli non vede in questo silenzio, in questa tolleranza, che la prova della debolezza di questo Creatore davanti al quale egli si prosternava velandosi il volto. Ubriaco da ciò che egli prende per vittoria ormai prossima, egli urla sempre di più, in mezzo al silenzio spaventato degli Spiriti : “Sarò simile a Dio ! Io sono come Dio !”. Lucifero è in piedi davanti al Trono di quel Dio, che per lui non è più che tenebre impenetrabili, minacciando. Egli è l’Avversario irriconciliabile. Trascinati dal suo esempio, i suoi compagni avanzano, incoraggiati dall’inazione degli Angeli fedeli.

É allora che un urlo squarcia i cieli, un grido più forte della mostruosa bestemmia luciferina.“Chi osa dirsi l’uguale di Dio? Chi è come Dio?”.

Lucifero sa subito chi è l’audace pronto a sfidarlo. Forse anche lo sperava quando egli ha lanciato il suo appello alla rivolta in quei termini precisi e che trascinavano questa risposta precisa… “Chi è come Dio ?” Non è il nome dato dal Creatore al secondo dei Serafini, il fraterno luogotenente di Lucifero, l’amico perfetto? O piuttosto, l’ignobile traditore che gli ha disobbedito e si è umiliato per primo davanti alle due creature materiali… “Chi è come Dio ?”. In quel linguaggio umano che sarà quello degli Ebrei, questa domanda ineffabile si dice Mi-Ka-El? É ben Michele che sta tra Lucifero ed il Trono. Ma Michele, come Lucifero, Dio non l’aveva mai visto. Michele il pacifico ed il misericordioso trasformato da una santa collera, pronto a difendere senza debolezze il Benamato insultato. Il Benamato nascosto ed invisibile, di cui Lucifero, devastato da gelosia e da sofferenza, realizza bruscamente che Michele Lo vede, che Lo contempla e che è la Sua Luce che egli irradia… Michele trasfigurato, sublime, fiamma vivente di Dio, braciere di amore e di verità, e che esegue, sereno della giustizia divina.“Chi è come Dio?”. Miliardi di Angeli, sollevati dall’indignazione, ripetono interminabilmente la domanda. Per la prima volta, Lucifero cerca di contare le sue truppe. Quando egli li vedeva morire alla grazia, alla santità, alla felicità ed alla luce, stelle aspirate nel buco nero della sua rivolta, del suo orgoglio, della sua ostinazione, esse gli sembravano innumerevoli. In realtà, esso sono ben meno numerose degli eserciti rimasti fedeli all’Altro e che si stringono intorno a Michele… Un terzo, un terzo solamente degli Angeli ha abbandonato il campo di Dio per seguirlo.

La luce che irradia Michele, e che egli spande a profusione sugli Spiriti dei nove Cori, è insostenibile per Lucifero. Essa lo brucia, ma non di quell’ardore delizioso, di quella sofferenza squisita che egli conosceva quando era ancora il principe dei Serafini. No, di un bruciore atroce, insopportabile, che lo divora senza distruggerlo, come l’amore – una volta – lo divorava senza consumarlo.Ma questa sofferenza agisce su Lucifero come un ago e spinge la sua follia al suo culmine. Con tutto il suo odio, con tutta la sua rivolta, egli si lancia contro Michele. Questa lotta per il primo posto è deciso ad ingaggiarla ed a vincerla. Combattimenti di Spiriti, di intelligenze pure: E se Lucifero ha meno truppe, egli permane persuaso della loro superiorità, a cominciare dalla sua. Egli non teme Michele che ha sempre dominato con la sua scienza, con la sua comprensione dell’universo. Egli è sicuro di trionfare. “Allora vi fu una guerra in cielo: Michele ed i suoi Angeli combatterono il Dragone. E il Dragone rispose coi suoi Angeli”.

Quando Lucifero aveva ingaggiato la lotta, egli credeva alla sua vittoria ma si accorse, troppo tardi, che non l’avrebbe vinta. Non solamente Michele, ma tutti i suoi compagni, fino all’ultimo degli Angeli dell’ultimo Coro, gli oppongono una resistenza trionfale, ma egli nulla può strappare. Lucifero indietreggia davanti a degli Spiriti sui quali egli regnava e che non potevano niente senza il suo soccorso. Che accade? Come queste nature inferiori alla sua possono respingerlo vittoriosamente? Non avendola provata, Lucifero ignora la potenza dell’unione degli Spiriti a Dio. Egli pensava di affrontare delle creature spirituali, di cui ognuna non era suo uguale ma è la forza di Dio che gli fa sbarramento, la forza di Dio riversata nei suoi Angeli fedeli. “Chiunque, uomo od Angelo, aderisce a Dio, diventa spiritualmente uno con Lui e, da ciò stesso, superiore ad ogni altra creatura”. La Luce, l’Amore, la Verità, la Bellezza, la Giustizia, il Bene, tutti questi tesori che Lucifero ed i suoi hanno disprezzato splendono davanti ad essi, infrangibile muraglia, braciere che non possono avvicinare, chiarezza che non possono sostenere. Lo splendore di Dio li respinge. Essi non possono stare in sua presenza. Tali le tenebre davanti al sole, gli Angeli ribelli indietreggiano. Il Cielo, il soggiorno della loro felicità distrutta, li brucia. Essi non pensano più che a sfuggirlo. Lucifero cade, aspirato da quel vuoto insondabile che si è scavato in lui. Un immenso clamore riempie l’universo : “Come sei caduto dal cielo, stella del mattino, figlio dell’aurora? Sei stato gettato in terra, vincitore delle nazioni?”. Lucifero cade, cade, cade, sempre più lontano dal Paradiso perduto. Più egli cade, più crescono in lui la disperazione e l’odio, ed il desiderio di fare del male, il più grande male possibile. Egli viene dal perdere la sua prima battaglia, ma non ha ancora perduto la guerra. La sua vendetta non fa che iniziare. Il cielo gli è chiuso per sempre. Ormai, il suo solo pensiero sarà di impedire all’uomo di entrarvi.


Redazione Papaboys (Fonte it.aleteia.org)

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