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Vangelo (20 novembre) Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!

Signore, che io veda di nuovo!Lc 18,35-43
Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!

Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Nell’Antica Scrittura vi è un solo racconto di guarigione di un cieco. È quella di Tobi, padre di Tobia, operata per intervento prodigioso dell’Arcangelo Raffaele.

Tobi si alzò e, incespicando, uscì dalla porta del cortile. Tobia gli andò incontro, tenendo in mano il fiele del pesce. Soffiò sui suoi occhi e lo trasse vicino, dicendo: «Coraggio, padre!». Gli applicò il farmaco e lo lasciò agire, poi distaccò con le mani le scaglie bianche dai margini degli occhi.

Commento al Vangelo di oggi: Signore, che io veda di nuovo!Tobi gli si buttò al collo e pianse, dicendo: «Ti vedo, figlio, luce dei miei occhi!». E aggiunse: «Benedetto Dio! Benedetto il suo grande nome! Benedetti tutti i suoi angeli santi!

Sia il suo santo nome su di noi e siano benedetti i suoi angeli per tutti i secoli. Perché egli mi ha colpito, ma ora io contemplo mio figlio Tobia». Tobia entrò in casa lieto, benedicendo Dio con tutta la voce che aveva. Poi Tobia informò suo padre del viaggio che aveva compiuto felicemente, del denaro che aveva riportato, di Sara, figlia di Raguele, che aveva preso in moglie e che stava venendo e si trovava ormai vicina alla porta di Ninive. Allora Tobi uscì verso la porta di Ninive incontro alla sposa di lui, lieto e benedicendo Dio. La gente di Ninive, vedendolo passare e camminare con tutto il vigore di un tempo, senza che alcuno lo conducesse per mano, fu presa da meraviglia. Tobi proclamava davanti a loro che Dio aveva avuto pietà di lui e che gli aveva aperto gli occhi. Tobi si avvicinò poi a Sara, la sposa di suo figlio Tobia, e la benedisse dicendole: «Sii la benvenuta, figlia! Benedetto sia il tuo Dio, che ti ha condotto da noi, figlia! Benedetto sia tuo padre, benedetto mio figlio Tobia e benedetta tu, o figlia! Entra nella casa, che è tua, sana e salva, nella benedizione e nella gioia; entra, o figlia!». Quel giorno fu grande festa per tutti i Giudei di Ninive. Anche Achikàr e Nadab, suoi cugini, vennero a congratularsi con Tobi (Tb 11,10-19).

La profezia annunzia che dare la vista ai ciechi, non solo come guarigione fisica, molto di più come guarigione spirituale, della mente e dello spirito, è opera primaria del Messia del Signore. Lui proprio per questo viene: per dare ai ciechi la vista.

Commento al Vangelo di oggi: Signore, che io veda di nuovo!



Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre. Per molto tempo ho taciuto, ho fatto silenzio, mi sono contenuto; ora griderò come una partoriente, gemerò e mi affannerò insieme. Renderò aridi monti e colli, farò seccare tutta la loro erba; trasformerò i fiumi in terraferma e prosciugherò le paludi. Farò camminare i ciechi per vie che non conoscono, li guiderò per sentieri sconosciuti; trasformerò davanti a loro le tenebre in luce, i luoghi aspri in pianura. Tali cose io ho fatto e non cesserò di fare» (Is 42,1-16).

Il cieco che grida chiede a Gesù che sia Messia del Signore anche per lui. Lui è cieco e Gesù deve esercitare la sua missione proprio verso di lui. Gli altri anche se non vedono, dicono di vedere. Gesù non serve loro. A lui si che serve. Lui dovrà essere guarito, sanato. Lui dovrà essere ascoltato. Per questo non smette di gridare.

Gesù lo chiama. Gli chiede cosa vuole che gli faccia. Con semplicità gli ricorda di vivere la sua missione, donandogli la vista. Dice a Cristo di essere Cristo anche per lui.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci questa fede in Gesù.




Commento a cura del Movimento Apostolico

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