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Usa attendono Francesco. John Allen: è punto di riferimento morale

“Il Papa è atteso da tutti gli americani non solo dai cattolici”. Così John L. Allen jr, vaticanista del “Boston Globe”, sulla imminente visita pastorale di Francesco negli Stati Uniti. L’arrivo a Washington è previsto per martedì prossimo al termine della tappa cubana del decimo viaggio apostolico internazionale del Pontefice. Papa Francesco sarà anche a New York e poi Philadelphia dove prenderà parte al Meeting mondiale delle Famiglie. Al microfono di Alvaro Vargas Martino, il commento proprio di John L. Allen jr:

Papa Usa

R. – Tutti i sondaggi ci dicono che questo è un Papa che ha una grande popolarità negli Stati Uniti: è diventato, subito dopo la sua elezione, un punto di riferimento in senso assoluto nel dibattito americano. Quindi c’è un grande interesse. Papa Francesco può portare una prospettiva più morale e direi anche spirituale nel nostro dibattito pubblico, che in America è prevalentemente un dibattito molto politico, pragmatico. Papa Francesco è diventato in un certo senso popolare e anche per i media, in America, il punto di riferimento centrale per le questioni morali, per le questioni relative alla giustizia, per le questioni di diritti umani: la voce morale.

D. – Quali sono le attese della stampa americana, in vista del viaggio del Papa?

R. – Le attese della stampa sono un discorso diverso. Io ho l’impressione che per tanti miei colleghi della stampa americana la domanda centrale riguardo a questo viaggio è chi, nel nostro panorama politico, potrà avere maggior vantaggio da questo viaggio in vista delle elezioni americane del 2016. Per i Repubblicani, ma anche per i Democratici la lotta per essere candidato è abbastanza aperta e questo vuol dire che è una campagna elettorale molto vivace e, in un certo senso, anche molto tesa. Io ho l’impressione che lui parlerà del cambiamento climatico, della povertà, dell’immigrazione, che sono temi molto vantaggiosi per i Democratici; ma parlerà anche del matrimonio, della difesa della vita, della concezione tradizionale cristiana della famiglia che sono temi, invece, molto cari per i Repubblicani. Quindi io non prevedo che ci sarà un vantaggio politico, ma per i media questa è la domanda più bollente!

D. – A partire dal viaggio apostolico di Giovanni Paolo II in Terra Santa nel Duemila, lei ha partecipato a tutti i voli papali fino ad oggi. Quale messaggio di Papa Francesco si aspetta durante questo viaggio nel suo Paese?

R. – Questa è la prima volta che Papa Francesco mette piede negli Stati Uniti: è la prima volta non solo da Pontefice, ma in tutta la sua vita. Secondo me, lui sta andando negli Stati Uniti non solamente per predicare, ma anche per imparare: questo è un Papa della periferia ed è quindi ovvio che il suo cuore sta con la periferia del mondo, con i piccoli Paesi che vengono dimenticati, con i poveri, con i migranti, con i rifugiati, con questa cultura dello scarto di cui lui parla sempre. Gli Stati Uniti non sono la periferia del mondo: gli Stati Uniti sono in un certo senso, da un punto di vista economico, militare, politico, il centro di questo mondo. Quindi – secondo me – Papa Francesco – oltre a tutti i punti specifici dell’immigrazione, dell’economia, della famiglia.. –  il messaggio centrale che ha nel cuore e che vuole portare in America è di non dimenticare la periferia. La mia aspettativa è che questo sarà il filo conduttore in tutti i suoi messaggi, in tutti i suoi discorsi. La mia speranza – non è esattamente una aspettativa, ma è la mia speranza – è che i miei connazionali siano veramente in grado di ascoltarlo.

Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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