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Sui barconi delle baby-schiave dove l’inferno si avvicina

La tratta di minori viaggia sui barconi dei migranti. Tutto organizzato, con le madame che accompagnano e sorvegliano le ragazzine, da avviare poi alla prostituzione. E con gli stessi trafficanti a bordo a tirare le fila. Lo abbiamo visto sabato scorso con l’ultimo sbarco nel porto di Reggio Calabria, grazie agli occhi allenati dei volontari. Ad allertarli è stato subito il gran numero di minori, ben 78 su 745.

Barconi

Quasi tutti nigeriani e in gran parte ragazzine poco più che adolescenti. «Due anni fa non arrivavano così tante ragazzine nigeriane. Quest’anno ne abbiamo già viste molte ma non con questi numeri», ci spiega Giovanni Fortugno, della Comunità Papa Giovanni XXIII, che da tempo si occupa di questo grave fenomeno.

E così non gli sfuggono alcuni movimenti. Alcune donne si mettono dietro alle ragazzine, con una posizione del corpo particolare, in avanti. «Sono lemadame e in quel modo le controllano, si fanno sentire fisicamente ». E così, con quella presenza, le ragazzine dicono di essere maggiorenni, per non essere separate. Sperando di passare inosservate. Ma Giovanni e gli altri volontari che operano in stretto contatto con le forze dell’ordine, non ci cascano. Le donne vengono separate e improvvisamente le ragazzine si dichiarano minorenni. Così per loro scatta un percorso diverso.

Vengono allontanate e ospitate in un tendone diverso da quello degli adulti, dove le possono seguire persone specializzate, compresa una psicologa, oltre ai volontari del Coordinamento ecclesiale sbarchi della diocesi di Reggio Calabria. «Si possono ancora recuperare e per questo le separiamo subito», ci spiega ancora Giovanni che storie simili ne ha viste tantissime. Non è certo un impegno facile. Ci vuole professionalità, attenzione e delicatezza. Si parla, si cerca di sapere, di aiutarle a raccontare e, se se la sentono, a denunciare. «Un tempo era più facile, perché molte denunciavano per ottenere i documenti grazie alle procedure previste dall’articolo 18. Oggi non è più così, perché i documenti riescono ad averli in altro modo in quanto minorenni». Per questo è fondamentale tenerli separati dagli adulti. Oltretutto questa volta c’è il sospetto che tra di loro ci siano anche i trafficanti. Che provano a raggiungerle.
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Alcuni maschi dicono di avere le mogli tra le minorenni, ma gli uomini della Polizia che stanno procedendo all’identificazione dicono che non è vero. «Ha ragione la Polizia», concorda Giovanni. A fine mattinata sei minorenni nigeriane vengono portate via e alloggiate in una struttura protetta. Si spera che qui, tranquillizzate, lontane dagli adulti, accettino di collaborare. Anche perché ormai a Reggio Calabria è davvero emergenza minori non accompagnati. Nel Centro di primissima accoglienza di Archi, gestito dal Comune, ce ne sono 286, e di questi 160 sono arrivati tra venerdì e sabato. La conferma che trafficanti e sfruttatori stanno operando a pieno regime.

Redazione Papaboys (Fonte www.avvenire.it/ANTONIO MARIA MIRA)

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