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Studenti a servizio dei poveri, seguendo l’invito di Papa Francesco

In un mondo sfigurato dalla violenza e, come ci raccontano le cronache delle ultime ore, da atti di cieco terrorismo, ci sono giovani che – spinti dall’esempio di Papa Francesco – si impegnano per il prossimo, dedicano il loro tempo in favore di chi ha bisogno.

Poveri

E’ questo il senso profondo dell’iniziativa “50oreXRoma”, promosso dalla Pastorale Universitaria della Pontificia Università Lateranense. Gli studenti dell’ateneo si sono impegnati a donare 50 ore del proprio tempo a coloro che a Roma vivono nelle “periferie esistenziali” tante volte evocate dal Pontefice. Finora hanno aderito 130 studenti per un totale di 7 mila ore. Per una testimonianza su come sia nata questa iniziativa e come si svolgerà concretamente, Alessandro Gisotti per Radio Vaticana ha intervistato don Mirko Integlia, direttore della Pastorale Universitaria della Lateranense:

R. – Questo progetto è un cammino che parte da lontano, anzitutto dalla nostra riflessione, insieme ai ragazzi, sui diversi discorsi che Papa Francesco ha fatto alle università e in particolare alle università cattoliche e pontificie e che, a nostro parere, è un discorso che se preso sul serio può essere rivoluzionario perché lui parla di questo rapporto tra l’università e i problemi reali della gente. Ci ha colpito, ad esempio, quando incontrando i giovani a Torino ha usato questa espressione che più o meno ricordo a memoria: “L’università è anche servire”. Poi, c’è stata una seconda fase di questo cammino che è il progetto nato nel 2015 di volontariato internazionale, chiamato “12XLui”, che invia i giovani nelle periferie del mondo, durante il periodo estivo per ben un mese. E poi sono stati proprio i ragazzi a dire: “Ma questa esperienza che facciamo durante l’estate non possiamo farla anche per quelli che ci sono più vicini, più prossimi?”. E quindi nella città di Roma. Da questo è nato “50 ore per Roma”: cioè, queste 50 ore che da qui ad aprile gli studenti mettono a disposizione delle realtà in cui la Chiesa di Roma e non solo serve i poveri, i sofferenti, quelli che sono soli, gli emarginati, i migranti, i carcerati e tutte le realtà di povertà  e di disagio.

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D. – Gli studenti che hanno aderito sono già 130, per un totale di settemila ore di servizio, come e dove si svolgeranno queste “opere di misericordia” dire, che nascono dopo il Giubileo …

R. – Le realtà nelle quali presteranno il loro servizio sono diverse. Tutte hanno accolto con grande entusiasmo questa iniziativa. Ne cito alcune. La Caritas di Roma, dove i ragazzi svolgeranno ben 5 diversi servizi. C’è la Comunità di Sant’Egidio, con altrettanti servizi anche molto diversi: ad esempio, c’è la mensa per i poveri, ci sono le scuole della pace, queste scuole ormai molto conosciute che ci sono nelle periferie di Roma in cui si aiutano i ragazzi nel loro percorso scolastico. C’è la comunità Nuovi Orizzonti di Chiara Amirante, in particolare con il servizio ai giovani tossicodipendenti. C’è il servizio ai malati nel Policlinico di Tor Vergata. Ci sono le opere caritative del Sovrano Ordine di Malta e altri servizi stanno per essere definiti, come il soccorso con beni di prima necessità a quelle persone che ancora vivono il disagio nelle zone terremotate colpite di recente. Quindi i servizi sono tanti anche perché i giovani sono tanti, 130! Quindi distribuire settemila ore richiede anche un lavoro organizzativo molto articolato e non facile!




Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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