Da venerdì scorso, giornata in cui Ankara ha deciso di aprire otto valichi con la Siria, oltre 70mila profughi di etnia curda hanno attraversato la frontiera con la Turchia. A spingerli oltre confine l’avanzata del cosiddetto Stato Islamico nelle aree a maggioranza curda nord della Siria. I jihadisti hanno conquistato circa 70 villaggi e minacciano la strategica città di Ayn al-Arab, chiamata Koban dai curdi.
L’Unhcr ha annunciato il potenziamento delle sue azioni e ha detto che si prepara alla “possibilità che centinaia di migliaia di nuovi rifugiati arrivino nei prossimi giorni”.
Il leader curdo iracheno Barzani ha chiesto un intervento internazionale mentre i curdi di Turchia hanno rinnovato un appello alle armi. Intanto il premier turco Erdogan, ha ammesso che c’è stato “un negoziato politico” per liberare i 49 ostaggi turchi dalle mani dello Stato Islamico. Erdogan non ha inoltre smentito le voci secondo cui i cittadini turchi, rilasciati venerdì scorso, sono stati scambiati con alcuni jihadisti detenuti in Turchia. Infine nuove violenze in Iraq, a Tikrit, dove si registra l’uccisione di almeno 13 miliziani dell’Is. Il servizio è di Marco Guerra per la Radio Vaticana