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Sri Lanka: i buddisti contro la polizia religiosa voluta dal governo

Rimuovere la polizia religiosa prima delle celebrazioni del Vesak in Sri Lanka. È la richiesta ufficiale presentata ieri dall’organizzazione buddista Rawana Balaya (“Potere del re Rawana”) al ministero degli Affari religiosi e del Buddha Sasana. Secondo il ven. Ittakande Saddhatissa Thero, segretario generale dell’associazione, nel Paese “non ci sono dispute religiose che la normale polizia non possa risolvere”. Se il presidente Mahinda Rajapaksa non cederà alla richiesta, il gruppo ha promesso di occupare l’edificio del ministero. Il 28 aprile scorso il governo dello Sri Lanka ha creato e messo in funzione un’unità speciale di polizia, con il compito di risolvere le dispute religiose emerse nell’ultimo anno. In tutti i casi si tratta di alcune organizzazioni radicali buddiste singalesi – come il Bodu Bala Sena e il Sinhala Ravaya – che prendono di mira le minoranze cristiana e musulmana. Tuttavia, anche rappresentanti di queste comunità si sono detti contrari alla formazione di questa polizia religiosa. Il monaco buddista ha spiegato: “Ci sono stazioni di polizia in tutto il Paese dove poter presentare reclami. Non c’è bisogno di un’unità religiosa. Se ci fossero problemi, i cristiani non potrebbero andare in chiesa e i musulmani non potrebbero andare alla moschea”. Il Vesak è la festa più importante del mondo buddista, nella quale si commemora la nascita, l’illuminazione e la morte del Buddha. La data in cui avvengono le celebrazioni segue il calendario lunisolare e quest’anno cade il 14 maggio. In Sri Lanka il buddismo è la religione ufficiale, praticata dal 76,7% della popolazione. di Melani Manel Perera 

 

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